lunedì 23 maggio 2011

CACCAMO&PRIVATO, I mercati sono pericolosi

Alla fiera dell’est l’ovest s’incazzò. Tutti si lamentano che per colpa dei supermercati e della grande distribuzione si è persa la dimensione umana dello scambio di merci. Il rapporto umano rimane inalterato in certi tipi di scambi, anzi traffici. Hanno ragione a lamentarsi, le luci al neon e i frigoriferi azzerano il talento. Meglio i mercati rionali, quelli piccoli, dove la qualità e il calore umano sono l’ultimo fragile argine al consumismo dilagante. Io per esempio preferisco i bazar e i suq (non tutti, però, da alcuni vengono fuori voci insopportabili). Però purtroppo stanno arrivando anche nei mercatini le scorie di una società in frantumi, dove l’educazione e il rispetto vengono sopraffatti dal clima di scontro che Pisapia sta alimentando. C’è gente che va in mezzo alle bancarelle della frutta, tra i banchi del pesce decongelato, a spintonare le brave donne che vanno a fare la spesa. Oddio, brave: chiamano il figlio Alan… Una volta erano luoghi di ritrovo e di espressione del rispetto tra le vecchiette che si salutavano e poi spettegolavano alle spalle. Erano i mercati dove gli ambulanti ti facevano bei sorrisi e intanto ti fregavano sul peso (tipo uno a Catania che ti vende ottocento grammi di pesce e te li fa pagare come se fossero due chili). Ora invece sono i mercati dove si svende la dignità di una povera donna. La signora Rizzi fa la spesa in via Montenapoleone, mica va nei mercatini.


1 commento:

  1. mi piace assai (tra l'altro io e il Caccamo siamo sulla stessa lunghezza d'onda in modo preoccupante. finiremo per sbarcare insieme all'idroscalo)

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