L'intervista a Alessandro Oliva è stata effettuata dal Presidente e dal Caccamo sabato 18 giugno in auto nel tragitto tra Milano e Ravenna.
P: Dottor Oliva, come è sbarcato alla Tobagi?
Sono sbarcato per caso, ero già sistemato e avevo un ruolo importante all'interno del Corriere del Granaio. Ero caporedattore della sezione agricola. Mi occupavo di trattori. Ero inviato nelle zone di Forlì e Cesena ed ero tra i giurati del concorso di Miss Trattore. Ho avuto problemi con i villici e dissidi con le lobby del trattore. In particolare si erano schierati contro l'importazione di trattori stranieri, soprattutto di quelli lombardi. Il mio editore era Tony e Cuntadein. Lì al Corriere del Granaio mi sono trasformato in Passante, un giornalista sempre con la schiena dritta. Nel senso che sto in piedi. Ho ricevuto anche delle minacce come una lettera anonima con un pistone insanguinato. Ho voluto arricchire la mia carriera arrivando a Milano. Ma la scelta si è rivelata infausta già dopo la prima settimana.
P: Senta, e quando è arrivato nei corridoi della Tobagi cosa ha provato trovandosi di fronte un caccamo?
Ero convinto di essere alla Caritas, anche perché l'ho visto lì con una valigia di cartone e parlava una lingua sconosciuta.
c: Ma io l'ho conosciuta alle selezioni della Tobagi e lei millantava di essere siciliano ma con un accento che Gianni Drudi a confronto sembra di Trapani.
La sua è una provocazione meschina. Io in realtà tendo a nascondere le mie origini non italiane, infatti ho studiato dizione romagnola con il mio vecchio editore alla Royal Tony School.
P: Lei è stato definito un ecomostro. Questa cosa influisce sul rapporto con i suoi colleghi? Si sente accettato?
L'antico vezzo del meteorismo ha fatto sì che si allontanassero da me. Testuale.
P: Lei è noto, all'interno della scuola, per l'impegno e il tempo che dedica nella preparazione degli esami. Qual è il suo segreto? Come fa a trovare tutto questo tempo da spendere sui libri e le dispense?
Ho studiato libri fornitimi da Tony e Cuntadein. Il prossimo esame di diritto invece lo preparerò con il mio avvocato di fiducia, Anto' Lu Purk. Ma mi lasci spiegare come ho conosciuto Anto': mi recavo negli Abruzzi - quando ancora non esisteva il Molise - come giornalista enogastronomico. Una sera al ristorante non avevo soldi per pagare e dunque mi hanno messo a lavare i piatti. Nel lavandino accanto al mio, c'era il mio futuro avvocato.
P: Caro Passante, lei ha un vezzo che tutti conoscono: quello di denudarsi non appena le si offre l'occasione. Da dove nasce questo desiderio di nudità?
Questo mio vezzo risale ai tempi delle elementari, quando feci una scommessa con un mio compagno napoletano sullo scudetto dell'Inter. Vi lascio immaginare com'è andò a finire...
P: Pregi e difetti del Passante.
Guardi, io so bene di essere la feccia dell'umanità. Nella mia vita ho commesso molteplici reati: dalle insolvenze a reati contro il patrimonio artistico. Per esempio una volta scrissi "Forza Inter" utilizzando le tessere del mosaico di Sant'Apollinare.
P: C'è una voce che sostiene che lei ami mangiare cagando. Corrisponde al vero?
Guardi, i miei detrattori non sanno che io vado orgoglioso di questa mia abitudine. Io al cesso faccio di tutto: mangio, leggo giornali, scrivo pezzi, navigo su internet, preparo il presepe. E tanto altro ancora.
P: In questi mesi avrà certamente sviluppato un odio particolare nei confronti di qualche suo collega. Ci può dire chi disprezza di più?
Odio tutti in egual misura. D'altra parte faccio un vezzo della mia proverbiale misoginia e misantropia. Io non faccio amicizia, stringo solo alleanze commerciali. Comunque, mi fanno schifo in particolare Caccamo per le sue origini, Elia per la sua sodomia e la Favasuli per la sua ritrosia al cospetto delle mie avances. Pensi, per lei mi sono persino riaccostato alla doccia!
P: Senta Passante, ma è vero che il suo coglione destro è ormai consumato?
Confermo. D'altra parte, sa, io sono scaramantico. A San Siro mi ero orientato sul palpare Silvia. Lei aveva accettato di buon grado ma poi ho rovinato tutto denudandomi dopo il gol di Stankovic.
P: Ci racconta qualcosa della sua esperienza come inviato di A Pieno Titulo?
Sono stato a Londra due volte per Tottenham-Milan e il Royal Wedding. In quest'ultima occasione ho potuto rivedere il mio grande amico William. Eh, quante ne ho passate con il vecchio Willy! Come quella volta in cui siamo andati al Su Pistillone vestiti da feldmarescialli.
P: Passante, lei è anche un promettente poeta. Come nasce la sua passione per i versi?
Da lontano. Iniziai con le Petiadi, un poema epico-cavalleresco che non ebbe grande successo di pubblico per la sua complessità che lo rendeva incomprensibile ai rozzi cervelli del popolino. Ebbe però un ottimo riscontro nei salotti romani dell'Ikea. Infatti, ho sovente declamato le mie poesie in un salotto di faggio dell'Ikea di Casalecchio di Reno. Ho avuto molto successo con la raccolta Grazie perché mi caghi, che conteneva le celebri Pecorelle e Farfallina. Ora sto lavorando alla mia nuova raccolta ma non so ancora a che animale consacrare la mia opera: urogalli o moscardini sono i miei favoriti.
P: E' orgoglioso dell'istituzione del Premio giornalistico Alessandro Oliva?
Molto. In giuria è stata una scelta difficile data la qualità dei cinque componimenti finalisti. Ma alla fine grazie all'aiuto del grande Leonard Berberi siamo riusciti a dirimere la questione. Ne approfitto per dire che Rubers Bentoglio esiste davvero. So che sembra un personaggio inventato, ma non è così. Al contrario Gino Pilotino è un'invenzione: sono io. Ma non lo avrei mai fatto vincere, son un giornalista corretta e con un pelo alto tre dita sullo stomaco.
P: Passante ha già trovato il suo brand? Si sente abbastanza crossmediale?
Guardi io non ho mai crossato bene perché ho il piede a banana. Comunque la vita riserva sorprese, come quella volta che uscii con una ragazza che aveva la voce di Fausto Leali con l'asma. Ecco quella volta mi sono sentito molto transmediale.
P: Caro Passante, si faccia una domanda e si dia una risposta con un'altra domanda.
Quanto è caliente il sol? Mi scusi, ma lei... chi è?
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Questo mio vezzo risale ai tempi delle elementari, quando feci una scommessa con un mio compagno napoletano sullo scudetto dell'Inter. Vi lascio immaginare com'è andò a finire...
P: Pregi e difetti del Passante.
Guardi, io so bene di essere la feccia dell'umanità. Nella mia vita ho commesso molteplici reati: dalle insolvenze a reati contro il patrimonio artistico. Per esempio una volta scrissi "Forza Inter" utilizzando le tessere del mosaico di Sant'Apollinare.
P: C'è una voce che sostiene che lei ami mangiare cagando. Corrisponde al vero?
Guardi, i miei detrattori non sanno che io vado orgoglioso di questa mia abitudine. Io al cesso faccio di tutto: mangio, leggo giornali, scrivo pezzi, navigo su internet, preparo il presepe. E tanto altro ancora.
P: In questi mesi avrà certamente sviluppato un odio particolare nei confronti di qualche suo collega. Ci può dire chi disprezza di più?
Odio tutti in egual misura. D'altra parte faccio un vezzo della mia proverbiale misoginia e misantropia. Io non faccio amicizia, stringo solo alleanze commerciali. Comunque, mi fanno schifo in particolare Caccamo per le sue origini, Elia per la sua sodomia e la Favasuli per la sua ritrosia al cospetto delle mie avances. Pensi, per lei mi sono persino riaccostato alla doccia!
P: Senta Passante, ma è vero che il suo coglione destro è ormai consumato?
Confermo. D'altra parte, sa, io sono scaramantico. A San Siro mi ero orientato sul palpare Silvia. Lei aveva accettato di buon grado ma poi ho rovinato tutto denudandomi dopo il gol di Stankovic.
P: Ci racconta qualcosa della sua esperienza come inviato di A Pieno Titulo?
Sono stato a Londra due volte per Tottenham-Milan e il Royal Wedding. In quest'ultima occasione ho potuto rivedere il mio grande amico William. Eh, quante ne ho passate con il vecchio Willy! Come quella volta in cui siamo andati al Su Pistillone vestiti da feldmarescialli.
P: Passante, lei è anche un promettente poeta. Come nasce la sua passione per i versi?
Da lontano. Iniziai con le Petiadi, un poema epico-cavalleresco che non ebbe grande successo di pubblico per la sua complessità che lo rendeva incomprensibile ai rozzi cervelli del popolino. Ebbe però un ottimo riscontro nei salotti romani dell'Ikea. Infatti, ho sovente declamato le mie poesie in un salotto di faggio dell'Ikea di Casalecchio di Reno. Ho avuto molto successo con la raccolta Grazie perché mi caghi, che conteneva le celebri Pecorelle e Farfallina. Ora sto lavorando alla mia nuova raccolta ma non so ancora a che animale consacrare la mia opera: urogalli o moscardini sono i miei favoriti.
P: E' orgoglioso dell'istituzione del Premio giornalistico Alessandro Oliva?
Molto. In giuria è stata una scelta difficile data la qualità dei cinque componimenti finalisti. Ma alla fine grazie all'aiuto del grande Leonard Berberi siamo riusciti a dirimere la questione. Ne approfitto per dire che Rubers Bentoglio esiste davvero. So che sembra un personaggio inventato, ma non è così. Al contrario Gino Pilotino è un'invenzione: sono io. Ma non lo avrei mai fatto vincere, son un giornalista corretta e con un pelo alto tre dita sullo stomaco.
P: Passante ha già trovato il suo brand? Si sente abbastanza crossmediale?
Guardi io non ho mai crossato bene perché ho il piede a banana. Comunque la vita riserva sorprese, come quella volta che uscii con una ragazza che aveva la voce di Fausto Leali con l'asma. Ecco quella volta mi sono sentito molto transmediale.
P: Caro Passante, si faccia una domanda e si dia una risposta con un'altra domanda.
Quanto è caliente il sol? Mi scusi, ma lei... chi è?
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