Buongiorno Frank, come sta?
Ma guardi, vorrei subito fare delle precisazioni su cose che sono state dette su di me negli scorsi giorni. Innanzitutto in quanto al Passante, un uomo la cui infamia è universalmente riconosciuta, ha voluto attribuirmi un’origine etnica che non è assolutamente la mia. Questo rivela tutto il suo pressapochismo, il fatto che sia qui alla Tobagi desta stupore. Il punto fondamentale è che non ho mai avuto rapporti con il caseificio Francia ma mi sono formato e molto bene nei caseifici Di Sarra e Paolella che appartengono al territorio della madrepatria. Già i borboni includevano Fondi sulle loro mappe della terra del lavoro. E capisco che quando si parla di lavoro Oliva perda tutte le sue coordinate. Oliva non ha mai mosso braccio pur rientrando nella categoria delle braccia strappate alle agricoltura.
Cominciamo parlando della sua esperienza allo stadio. Come ha vissuto questo evento così particolare per lei?
È difficile da spiegare. Come ho già detto, lo svolgimento della partita ha ricordato l’interpretazione dei sogni freudiana, in effetti molto meno il classico processo di Hegel di tesi, antitesi e sintesi. Zanetti si capiva già dal nome che non avrebbe fatto una gran partita. Zannetta, piccolo morso, ma mi pareva privo di mordente.
(A questo punto Caccamo si lamenta: “Ma ancora di calcio state parlando?”) Ma come ancora sul calcio, lei prende interviene, ma dove e come? Si ricordi di Schenghen provi a scendere al piano di sotto e prendere un caffè.
Partiamo con gli eventi culturali della settimana. Il Salone del Mobile.
Ma guardi, salone, fuorisalone, controsalone, io sto bene nel salotto di casa mia con pochi mobili, Ci vuole parsimonia, invece si ammucchia tutta sta roba. Già se penso a Lorella Cuccarini, “la più amata dagli italiani”, capisco che il mondo va verso la cucina. E in questa città così volta ai miti del consumo mi si viene a proporre un salone. Ma io nel salone mi ci voglio riposare. Provateci voi ad assaggiare un divano o un sofà. Come minimo arriva la polizia locale e ti arresta per oltraggio al pudore. Uno spinoziano come me rilegge questi eventi in chiave di negatività esistenziale specie quando si trova a frequentare il fuorisalone. Ma io preferisco stare seduto nel mio salone e bermi una bottiglia di mirto fornitami gratuitamente dal Su Pistillone. Ho una fornitura a vita, perché sono un cliente affezionato da decenni. C’ero alla fondazione e ho portato le prime troie, nel senso del cavallo. (Arrivano echi di contestazioni di Caccamo e Frank se la prende) Ma lasci stare la biologia lei che non è il suo campo, anche perché è subumano. Comunque ho creato una breccia in questo posto che era chiuso ai gusti contemporanei.
Che ne pensa della Palma d’oro alla carriera a Bertolucci?
Ma guardi, lei mi vuole far ridere, io ho bisogno di ridere, di svagarmi, sono sempre solo in compagnia dei miei tomi… cosa vuole che le dica di questi raccomandati, di questo esteta di provincia. E poi 900, 900 ma chi se ne frega io sono un uomo del 2000. Il secolo passato lo guardo con nostalgia, è come una credenza da cui tiro fuori confetture di pregio. Le sue sono andate a male e da mo’. Poi sempre questa provincia parmense, a me piace il parmigiano ma Bertolucci non è buono nei formaggi. Sì, vabbé, gli posso riconoscere un certo occhio per l’animale femminile ma francamente è il regista italiano più sopravvalutato di tutti i tempi dopo Edoardo Malvenuti. Poco tempo fa mi ha pure mandato un telegramma di complimenti: “Ah, m’arzassi pure io come te”. Si picca di essere pasoliniano, di conoscere la borgata e Biancaneve, ma io ho risposto: “Sì, tu è meglio che rimani sdraiato. Magari sotto un treno”.
Qualche giorno fa è scomparso Sidney Lumet. Cosa ne pensa di questo grande regista?
Lumet, sì mi confidò una volta al Su Pistillone durante la pausa di lavorazione di un film in Europa, mi confidò che le sue origini erano italiane.
(Frank è disturbato da Caccamo). E cos’è questa continua interruzione? Si finisce come Achille e la tartaruga. Vorrei vedere Achille, Caccamo e la tartaruga. Comunque, mi confermò che le sue origini erano italiane, si chiamava Sidney Lumetta. Il padre era candelaio nella Chicago degli anni Dieci. Comunque è una perdita, io lo piango perché lui aveva saputo trarre da questo retroterra talmudico che è sempre una chiave per trovare un realismo critico di matrice non ghettizzata bensì foriera di significati non solo meta testuali. E questo anche per rispondere a quel cretino che si ferma al testuale. E io piango la sua limitatezza, perché una critica deve essere non solo sociale ma metasociale, metastorica e pure metà. Sei vecchio e ti devi fermare, fai solo metà.
Venerdì 15 aprile esce il nuovo film di Nanni moretti. Che rapporti ha lei con Moretti?
Ah, certo c’era un tempo in cui stavo sempre con Nanni, Milly Dabbraccio e il cugino di Lele Mora, Fulvio. Eravamo tutti appassionati di mirto. All’epoca Milly lo chiamava Ninny. Lui ordinava sempre bestemmiando. C’è testimonianza di ciò in un filmato di Fuori Orario con Nanni che bestemmia dietro a Bellocchio che in quel tempo lavorava al Su Pistillone come caposala. Ultimamente la mia gloria ha accecato un po’ tutti, viste anche le collaborazioni illustri con gente del calibro di Maggiacomo. Comunque Habemus Papam lo andrò a vedere. Andando al cinema gli rilascio una cambiale in bianco, speriamo che mi ritorni e che possa pagarmi una retta della Tobagi.
Frank, ci consigli come spendere culturalmente la nostra settimana.
Allora, per quanto riguarda la musica ascolterei le migliori canzoni per tivù di Detto Mariano, specialmente il pezzo interpretato da Lino Banfi chiamato Il vigile. Come opera letteraria in senso lato consiglio le poesie di Lory Del Santo. Soprattutto di Lory Del Santo consiglio il corpus. Tutto il corpus. Per quanto riguarda il cinema, invito i miei fan a riscoprire una vecchissima opera, un action movie filosofico. Un film nato da una fantastica sceneggiatura di Abbagnano, Cacciari e Pipolo: Craxopotere Un pool di filosofi che operava nell’epoca di Mani Pulite. Il film era collegato a Rocky IV e alla celebre frase di Ivan Drago: “Ti spiezzo in due”. Noi l’abbiamo integrata: “Tu me spiezzi ma io ti rovino”. Un film fondamentale, con venature di cronaca giudiziaria e di noir finanziario. E ci sono una serie di crac. E di Craxi.
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