mercoledì 6 aprile 2011

IL PROFILO, Silvia Ragusa

Stai per cominciare a scrivere. Non sai bene cosa. Un’autopresentazione sembrerebbe. Ma non è per niente semplice. Anche perchè non hai mai voluto imparare l'italiano. Potresti dire che vieni da Ragusa, anche se in realtà vieni da Tunisi. Sì. Silvia Ragusa da Ragusa (Silvia Tunisi da Tunisi no). Ma capirai. Per tanti è solo la casa di Gegè Musumeci detto 'U Minchiuni'. Potresti dire che hai studiato Lettere all’Università di Catania, anche se in realtà hai mangiato datteri al porto di Tripoli e che la tua tesi, dedicata alla figura di Andrea Occhipinti, è stata pubblicata. Ma chi conosce Occhipinti? Io no di certo. Allora potresti dire che da sempre coltivi un sogno, quello di scrivere su un giornale. Con una penna. E lo hai pure fatto, per anni, a partire dalla pagina dei cruciverba del quotidiano “La Sicilia”, così come hai fatto l’insegnante di arabo, la promoter (anche se non ho mai capito cosa volesse dire), la commessa viaggiatrice, la libraia di corani alla libreria delle orsoline, la segretaria che si fa sposare dall'avvocato, l’interprete per arabi, la locandiera per Goldoni. Già. Perché la scrittura ti appartiene come la Gioconda. Potresti dire come sei finita qui, al master di giornalismo. Ma questa sarebbe una lunga storia. Lunga come il mio viaggio da Bengasi.


Nessun commento:

Posta un commento