venerdì 25 marzo 2011

IL PROFILO, Alessandro Oliva


Inquinatore di nascita, malalingua d’adozione, passante per vocazione. Mia madre si ricorda purtroppo di quando avevo sette anni e volevo fare il giornalino dell’oratorio. Non mi è mai venuto in mente di pensare con esattezza a cosa fare da grande. Quello che ricordo è che fin da piccolo ero affetto dal problema cosiddetto del “cervello pigro”. Ora sono passato alla "ravanata da gufo". Insomma, ci mettevo tutto il mio impegno, ma a leggere e scrivere ero proprio scarso. E un’altra cosa che non dimentico è il fatto che ho fatto solo le elementari e preferivo l’ora di religione alla ricreazione. Così ho deciso di unire la pizza al Vangelo. Da tempo ho abbandonato i miei progetti megalomani («scriverò il Nuovissimo Testamento»), ma non il sogno di avere un posto fisso in prima fila alla parrocchia di San Giourgio.
Adesso sapete perché sono qui alla “Tobaugi”.


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