lunedì 28 febbraio 2011

LE PAGELLE DEL PRESIDENTE, 28 febbraio 2011

Pubblichiamo le pagelle della partita di calcetto di martedì 22 febbraio.
  
Il Presidente e il Faccendiere
FIORE 8. Il faccendiere è protagonista di una prova maiuscola. Semina zizzania nella squadra avversaria. Prima del calcio d’inizio dice a Lessi che Rizzato ne ha criticato la scelta della divisa e a Pieroni che i compagni lo hanno insultato per il ritardo. Durante il match spiffera a Rociola che Caccamo lo ha insultato sottovoce per un passaggio sbagliato e a Caccamo che Lessi ha chiesto dalla prossima partita di escludere giocatori extracomunitari. La squadra avversaria si spacca, è il suo trionfo.

MILANI 6+. Un punto per ogni gol. Il bellissimo Jefferson si merita la sufficienza piena, anche perché gioca distratto dai suoi 57 progetti aperti. Jeffy sta curando 6 pezzi per MM, 12 inchieste per Avedisco e 39 servizi per Squizzato. Tra gli argomenti più interessanti: monolocali beduini nella periferia di Biella, la traslitterazione in arabo siriano dei pezzi di Bobby Brambo sulla Sestina, la coltivazione di funghi allucinogeni nelle risaie di Vercelli.

LOSI 6. “Non sono Jack Sparrow” dice Losi, mentre va all’arrembaggio della difesa avversaria. L’Ad è sottotono, concentrato anima e corpo alla gufata anti Inter del giorno seguente. Non è il solito motorino sulla fascia, ha la mobilità di una maschera del teatro Nando Paone di Castellammare di Stabia.

LAMPERTI 7. Si torna a giocare all’aperto e il Presidente torna a mostrare segni di vita. All’inizio sembrano solo riflessi incondizionati in uno stato comunque comatoso. Dopo la colluttazione con Tatanka Pieroni si scuote e segna due gol, uno di tacco. Redivivo, è pronto per la sala rianimazione.

BRAMBILLA 7,5. Evidentemente il fumo non fa male. Brambilla è uno dei migliori in campo. Pressa i difensori avversari come il Kolyvanov di Foggia, fa salire la squadra come Kenneth Andersson. Sponde alla Carsten Jancker e un gol alla Andrea Silenzi. Prima e dopo, è sempre Bobby Brambo.

RIZZATO 5. Il Beckenbauer di Padova questa volta sembra più il Rezaei di Novedrate. I suoi lanci hanno la precisione e la puntualità delle analisi di Sconcerti, il suo umore è gioviale come quello di Edmundo privato del carnevale di Rio.

ROCIOLA 7. Unico a salvarsi in una squadra compatta come il Pd. Lui, il Rosy Bindi del Tavoliere, prova a serrare le fila. Segna un gol dopo uno slalom degno di Berlusconi davanti ai processi. I suoi sforzi sono vanificati da Fioroni-Lessi e Calearo-Rizzato.

LESSI 5. Più avvinazzato del solito, si deprime per l’atmosfera da comizio del Psup e non fa vedere quelle qualità che lo avevano fatto paragonare al Roger Milla padano. Avvistato in bar di pessima fama accompagnato da personaggi discutibili, per ritrovare se stesso andrà presto in ritiro a Pontida.

CACCAMO 5. Gioca con un pesante fardello sul groppone: il permesso di soggiorno gli scadrà a breve e non è ancora riuscito a rinnovarlo. Compare di gufata del Losi, si fa notare per un calcio nel deretano del Presidente e per aver azzeccato il primo passaggio alle 23,45 di martedì sera, quando passa con successo una tazza di tisana a Pruneddu.

PIERONI 5. Tatanka Pieroni arriva in campo con largo anticipo, quando la partita è al settimo minuto di gioco. Influenzato dalle rivolte maghrebine, gioca con spirito rivoluzionario. Nel suo interminabile stream of consciousness durante il match usa slogan in arabo all’indirizzo di Jefferson/Gheddafi, poi abbatte Lamperti/Mubarak. Negli spogliatoi cerca di destituire Losi/Ben Ali. Nella nottata rispolvera Lenin. Suona i citofoni in viale Monza, gli urlano “Vai a dormire” e lui risponde “La rivoluzione non dorme mai”.

ROSSI 10. Torna in attività.

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