Caro Passante, per prima cosa le vorrei chiedere un commento sull'iniziativa importantissima del premio giornalistico a suo nome.
La ringrazio della domanda. Posso così approfittare dell'occasione per rispondere a quel ciarlatano della pellicola italiana che è Frank Riccardi. Ho letto con fastidio la replica del Riccardi alle mie dichiarazioni di venerdì scorso. Ci tenevo a ricordare al 'Renzo Montagnani di Terracina' che a me hanno dedicato un premio giornalistico, a lui al massimo il modello di una mietitrebbia. Detto questo, sono veramente orgoglioso di tutto ciò. Ora con Leonard Berberi e Turlà abbiamo un grande lavoro da fare: sono certo che non sarà facile scegliere il vincitore. Le svelo un retroscena: abbiamo scelto la data-limite del 29 maggio perché quel giorno mi scade il pesto e così sfrutto l'idea del bando come promemoria.
Molto bene. Le lascio spazio per un'ulteriore marketta. Ci parli del suo blog Viva la Fifa e il progetto intermediale che lei ha approntato. Per esempio so che l'altra sera ha fatto una cronaca via Twitter di Schalke 04-Inter.
Un successo straordinario. Pensi che lo slogan è: il calcio raccontato a chi non lo ama. siamo risuciti a portare allo stadio gente totalmente incompetemte di calcio come Silvia (in quanto donna), Elia (in quanto juventino) e Frank (in quanto Frank). La cronaca via Twitter del ritorno è già un grande caso. Raccontare le gesta di Rubers è un qualcosa che la mattina mi spinge ad uscire di casa. Senza il suo entusiasmo, il suo attaccamento, a quest'ora sarei ridotto come un'ameba, o come il Caccamo (e non so cosa sia peggio).
Rubers è un uomo dalla cultura e dalla sensibilità straordinarie. Ricordo che lo conobbi in Inghilterra. All'epoca mi ero rifugiato nel mio appartamento di Myfair per lavorare alla mia raccolta di poesie d'amore 'Grazie perchè mi caghi'. Una mattina vengo invitato a Buckingham Palace dalla mia amica Elisabetta.
Arrivo a palazzo e al tavolo c'è Rubers che mi aspetta, ovviamente con la maglia dell'Inter. Così la Betty mi fa: 'Ci tenevo a farti conoscere il mio insegnante di italiano...'. Da allora è nato un grande sodalizio, che ha visto nella twittata dell'altra sera il suo apice, che spero venga ripetuto al più presto.
Straordinario. Ci terrei a commentare con lei un altro evento di questa settimana appena trascorsa. Il ritrovamento dell'ultimo singolo di Gianni Drudi: "Prendi la pecora". Cosa rappresenta per lei il goliardico Drudi?
Un maestro di vita. Si ricorda quell'estate, quando io, lei e Rubers facevamo i vitelloni sul lungomare di Viserbella? Passavamo con la decappottabile e con Drudi sparato a palla, ricorda? E si ricorda di quella volta che grazie a 'Fiki Fiki' lei rimorchiò quella tipa...come si chiamava? Ah si, Samantha, che si presentò dicendo: 'Ho visto più schizzi io che uno scoglio di Cesenatico'.
Bei ricordi, direi al limite del commovente. Prima dei suoi attacchi gratuiti finali vorrei chiederle cosa ha capito fino adesso di macroeconomia in vista dell'esame del prossimo martedì.
Un cazzo.
Benissimo. le lascio ora spazio per il suo finale di insulti. Sputi pure fuori tutte le cattiverie contro i bersagli che più le aggradano.
Guardi, mi scaglio contro Silvia Ragusa, che in settimana si è lamentata del fatto che sono stato troppo tenero nello stilare il suo profilo. Strano, tra l'altro, visto che silvia non parla mai con un tono lamentoso. Le dico solo che il faccendiere, che abita con lei, dopo che la ascolta parlare per più di 5 minuti si chiude nello sgabuzzino al buio e ascolta almeno 8 canzoni di Amedeo Minghi per riprendersi. Ecco, vorrei rivelare il motivo che spinge Silvia a questo astio dei miei confronti.
Vede, io e Silvia abbiamo avuto una breve ma intensa relazione nell'estate del 1954. Poi, all'improvviso, decise di troncare la storia, affermando che non la rispettavo abbastanza. A distanza di anni, ancora non mi capacito di ciò: pensi che la facevo dormire su un materasso di paglia e le permettevo di mangiare a tavola con me.
Si aggiunga che ho ricevuto ieri la conferma che quest'anno parteciperò al festival del cinema di Venezia, con il mio primo lungometraggio Pensavo fosse amore e invece eran 50 euro. Dedico questo mio successo personale a Riccardi.
Benissimo caro Passante, la ringrazio per la sua consueta gentilezza. Le ricordo di spronare i redattori di NN a consegnare in tempo i propri pezzi.
Guardi nel ringraziarla a mia volta le dico solo che chi non consegnerà i pezzi dovrà offrire una cena a Gabriele e poi dormire nella sua stessa stanza. non aggiungo altro. Ora vado, devo andare a minacciare alcuni bambini fuori da una scuola.
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