venerdì 4 marzo 2011

TOBAGI VISTA DA: Gianluca Maggiacomo

Come di consueto, sempre di giovedì, un modo per capire, per capirsi e forse anche per capirci. Percorsi umani ed esistenziali. Testimonianze di vita e di giornalismo. Quando una lezione, vista l'ora, è appena finita e una nuova lezione è appena cominciata. Una lezione in più per capire, vivere, sognare.

Caro Maestro, innanzitutto voglio dirle che è un grande onore per me incontrarla. I suoi film hanno accompagnato la mia adolescenza.
La ringrazio Presidente. E’ bello per me essere entrato nei cuori di un’intera generazione. E, parlando del sesso femminile, non solo nei cuori.
Maestro, lei come è sbarcato alla Tobagi?
Sono arrivato a Milano con un treno diretto dalla stazione di Itri, ai piedi dei magnifici Monti Aurunci.
Ma cosa l’ha spinta a venire alla Tobagi? Che, c’era qualcuno che la spingeva da dietro?
Confermo che c’era qualcuno che mi spingeva da dietro. E mi sa che pure quello non era da solo, ma c’era qualcun altro dietro che lo spingeva. Spingitori di spingitori di Maggiacomo. Comunque lo spingitore è una persona vicina alla scuola, affermato anche in ambito cinematografico e televisivo. Le lascio indovinare di chi sto parlando.
Non ci provo neppure. Ecco, in questi mesi lei avrà certamente sviluppato una qualche forma di odio per i suoi colleghi. Ma qual è il collega che disprezza di più?
Rizzato. Mi stimola talmente tanto odio e rabbia da averlo scelto come mio partner per la rassegna stampa.
Si parla sempre molto della sua produzione cinematografica. In molti giudicano sconveniente la sua presenza alla Tobagi per i suoi film che alcuni definiscono “volgari”.
Ma scusi, lei che è cresciuto con le mie opere sa benissimo che la mia produzione cinematografica è tutto fuorché volgare. Io anzi lavoro duramente per rendere il mio cinema un servizio informativo per chi mi guarda. La mia mission è scoprire, svelare, soprattutto direi denudare le fr… ehm le magagne del mondo contemporaneo. Se poi mi permette di farmi un po’ di pubblicità, per il prossimo film andrò ancora più in profondità in questo canale informativo, in questo tunnel, in questo anfratto.
Le concedo uno spazio pubblicitario. Si marketti da solo.
La ringrazio. Come il suo blog aveva anticipato alcune settimane fa, ho appena ultimato le riprese del mio film in costume Il bastone del doge con la mia musa siciliana e il mio stallone di Sesto. Per la prossima produzione sono stato a lungo in difficoltà per il casting, perché la mia attrice Silvia Ragusa non vuole più recitare con Bobby Brambo. A furia di “stare”, si può dire così, con lui, ha paura di innamorarsene. Allora ho provato a parlare con lei di queste cose in modo pubblico&privato, o caccamo&privato. Il nostro incontro si è svolto al Su Pistillone, noto locale di dubbia fama, poi è proseguito con un drink dopo cena. Poi è proseguito… vabbeh non è che mo’ le devo dire tutto. Comunque almeno sono riuscito a convincere la Ragusa a finire le riprese de Il bastone del doge, anche perché insomma mancavano da girare alcune scene fondamentali. Ecco, invece il prossimo film sarà una cruda disamina della società di oggi. Una messa a nudo di un mondo incerto, nebuloso e confuso. È una storia incentrata sulle donne, un percorso nel mondo femminile, proprio all’interno del mondo milanese con protagonisti un vate(r) e una musa.
Ci dia qualche anticipazione in più.
Va bene, cedo al suo insistente pressing e rivelo tutto. Gli attori saranno… saranno… teso eh?
No, ma comunque proceda con questa pagliacciata.
Gli attori saranno… Frank Riccardi e Silvia Favasuli. Ho voluto guardare non più alle dimensioni ma ai valori. E così ho pensato a Frank, un Virgilio che porta lo spettatore alla scoperta della psicologia e soprattutto dell’anatomia femminile. Il film si chiama: “Se non ora quando? Viè qua che mo’ te spiego”. Come si intuisce dal titolo mi ricollego anche a fatti recenti come le rivendicazioni femministe.
A proposito della Favasuli, ci può confermare che la Silvietta le ha fatto un regalo di Natale?
Confermo. La mattina del 20 dicembre 2010 mi regalò un tovagliolo a quadri rossi e bianchi, che abbiamo in seguito utilizzato per il nostro primo pic-nic fuori porta.
Ma parliamo della concorrenza. Alla Tobagi qualcuno si occupa insistentemente della pornografia al femminile. Lei che ne pensa in merito?
Ma guardi, c’è chi dipinge questa pornografia come una risposta alla mia logica fallocentrica e incentrata su un movimento meccanico che ha come solo interesse l’orgasmo maschile. Ecco. Questa è tutta invidia. La pornografia al femminile non esiste. È nuovismo, non è nuovo.
Come definirebbe il suo modo di fare cinema?
Una tradizione che guarda in avanti. E anche dietro. E pure sotto.
Veniamo all’attualità. Lei è stato nominato capo desk. Come sarà il suo mese di potere?
Io governerò in modo democratico. Ogni giorno la mia vice mi porta un chilo di mozzarelle di bufala, ma lo fa di sua spontanea volontà. Come A Pieno Titulo aveva giustamente anticipato, ho invece problemi con Jefferson che cerca spesso di tarpare le ali alla mia immaginazione proponendo delle foto buoniste. Ma per fortuna la mia linea ha prevalso, come avete potuto vedere dal progetto di copertina. Mi sembra importante che la nostra rivista restituisca la realtà degli eventi, dei loro corpi e specialmente del loro incontrarsi.
Che suggerimenti dà ai redattori di questo numero di MM?
Immergersi anima e, soprattutto, corpo nelle storie che devono raccontare. Il mio numero sarà diverso da quello degli altri due, e ripeto due, capi desk.
In questi giorni sta impazzando una polemica tra il Passante e la direttrice editoriale di A Pieno Titulo, Lidia Baratta. Lei che posizione prende in questo dibattito?
Io sono il terzo che gode.
Una domanda che si fanno tutti. L’esame della Bilancia l’ha fatto?
Sì, certo. L’ho fatto il 4 gennaio e ho preso il massimo dei voti grazie anche al libro, edizioni Boccini, che mi ha prestato Losi.
Ma parliamo di lei. La sua seconda passione è il calcio. Due cose: le è arrivata la flebo? E cosa prevede per Juventus-Milan?
La flebo dovrebbe arrivare e per Juventus-Milan non posso che prevedere lo scontato trionfo del Milan. Un trionfo che porterà i rossoneri a festeggiare lo scudetto che arriverà senza dubbio tra poche giornate.
Quali sono le sue paure per il futuro?
Guardi, io temo molto per la mia incolumità. Secondo i miei calcoli, ai giornalisti della Tobagi dovrebbero restare circa 26 giorni di vita.
Twin Peaks aveva lanciato il tormentone: Chi ha ucciso Laura Palmer? Noi invece ci chiediamo: Chi ha ucciso Paolo Pegoraro?
A parte che secondo me Pegoraro alla Tobagi c’è ancora. Comunque secondo le mie fonti a farlo fuori è stato Bobby Brambo. Pegoraro aveva già proposto un Multi Milano.
È ottimista per il futuro della sua professione?
Ooooooooohh. Chi non ne ha, di ottimismo, venga pure da me che gliene cedo un po’. Comunque mi sento abbastanza intermediale, ho anche lanciato un progetto artistico via radio.
Chiudiamo come sempre i nostri incontri chiedendo al nostro ospite di farsi una domanda e di rispondersi con un’altra domanda. Maggiacomo, cosa si chiede e cosa si risponde chiedendosi?
Riusciranno i miei prossimi attori ad accoppiarsi? Se arza?

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