giovedì 17 marzo 2011

MO' TE SPIEGO, 17 marzo

Buongiorno caro Frank, quest’oggi dobbiamo essere brevi e sintetici perché abbiamo poco tempo.
E lei cerchi di non rompere. E poi sintesi, sintesi… è un falso mito oltre che un brutto gruppo che frequentò Sanremo negli anni 90.
Parliamo dell’Unità d’Italia. A 150 anni di distanza come si può commentare la nascita della nazione italiana?
Oggi ci vuole davvero andare  pesante. E poi ne parla con me, che sono  fieramente borbonico sin da tenera età. Comunque il sentimento “nazionale” andrebbe scomposto nell’etimo stesso della parola e concentrarsi quindi sulla sua derivazione: “nazio” e “anale”. Come vede l’Unità ha a che fare, più che con la testa, con il culo degli italiani.
In questi giorni non sono mancate le polemiche con esponenti della Lega in Lombardia che sono usciti dall’aula durante l’esecuzione dell’inno di Mameli.
Guardi, io non so quale sia la qualità del caffè che si fa al bar del Pirellone. Posso però dire con certezza che il barista è un tale Nando originario di Cellole in provincia di Caserta. Questo è solo uno dei casi delle frequentazioni equivoche la Lega vuole celare. Non si può più celare il fatto che a Milano ci sia persino una fermata della metropolitana che si chiama Bisceglie. E poi non le sembra sospetto quell’accento finemente milanese della zona di Cerignola che ha Decorato? Insomma, mi faccia aggiungere che qua nessun è fess’.
(A questo punto prova a inserirsi nella discussione il Caccamo e Frank esplode). Ma lei cosa c’entra Caccamo, che è straniero! L’operazione di conquista coloniale nei suoi paesi ha portato solo danni di cui lei è solo l’ultima incarnazione.
Ecco, Frank, vorrei da lei un’analisi del momento decisivo del dopoguerra che portò l’Italia dalla monarchia alla repubblica. Lei che sistema di governo preferisce?
Monarchia e repubblica… ma guardi, è cm scegliere tra Ballando con le stelle e Amici di Maria De Filippi. Fondamentalmente, tra le due la dittatura era senz’altro meglio. Non a caso io propugno lo stalinismo borbonico. (A questo punto suona il cellulare dell’intervistatore che si deve momentaneamente assentare. Al suo ritorno, Frank richiama all’ordine il maestro Maggiacomo, che lo segue durante i Mo’ te spiego per trarre ispirazione per le riprese del suo prossimo film, che vede protagonista proprio Frank).
Gianlù riprendiamo!! E movete! (Poi si rivolge all’intervistatore). Vede, ‘ste cose non fanno altro che ribadire la supremazia di fondiani sugli itriani. (A tal proposito, il maestro Maggiacomo commentaAccirriti pure”).
Allora Frank, mi stava spiegando la sua proposta di uno stalinismo borbonico.
Sì, dunque lo stalinismo borbonico è un sistema di governo da me elaborato che prevede l’eliminazione fisica degli oppositori, nemici e contestatori della Patria. L’eliminazione avviene attraverso gli appositi vesuvi e vulcani che sono predisposti sul territorio. È tra l’altro anche un modo di riproduzione di energia pulita, attraverso l’uomo che è biodegradabile.
Ecco, ora vorrei dirle una serie di nomi di personaggi che hanno contraddistinto la storia italiana di questi ultimi 150 anni e lei mi dice che ne pensa. Iniziamo da Giolitti.
Giolitti, gramscianamante, era un nemico del popolo ma anche una contro sponda per una dialettica che fosse sempre di derivazione crociana e in tutto ciò il popolo aveva le palle appese in croce, altro che Benedetto. (interviene nuovamente il Caccamo e Frank lo addita nuovamente).  Ma la finisca di disturbare. E poi su questi temi, ma che Croce e Benedetto, che ne sa lei che è seguace di un animismo mutuato da chissà quale tribù.
Garibaldi.
Garibaldi fu ferito ad una gamba ma pare non fosse vero niente. In realtà soffriva di elefantiasi e per questo fu anche un attore di successo di fotoromanzi porno risorgimentali.
Cavour.
Qui vorrei sfatare una convinzione inculcata dai libri di storia. Cavour in realtà non è un cognome ma è l’espressione con cui in Irpinia apostrofavano i soldati piemontesi: “Ma ca’ vur tu?” E loro rispondevano: “Ci manda quello”. Per osmosi Cavour finì per indicare il nome di quell’uomo il cui vero nome era, se non sbaglio, Vito Latilla.
Mussolini.
Il Duce? Vorrei rispondere semplicemente con un grosso prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.
De Gasperi.
Eh, De Gasperi, anche qui lei cade in errore come tutti quanti. De Gasperi  non è un nome ma un’interiezione che diceva un mio avo: “Che gasper” E da qui De Gasperi, un’interiezione che accompagnava l’apparizione di Andreotti, il quale già nel 1815 era al governo da lungo tempo. La frase completa del mio avo era: “Ma che gasper, ancora qui sta?”.
Berlinguer.
Se ci fosse ancora le cose sarebbero come ora con la sinistra al 2%. In una visione che fa del progresso dell’avvenire storico nient’altro che una retta su cui si innestano le derivazioni di origine bergsoniana sul compromesso spaziotemporale che studiate da Le Goff nella loro incarnazione in stile annalese portavano a una semplice conclusione: è uno scopino.
Craxi.
Io ci sono sempre stato affezionato, anche perché io ho sempre prediletto i salumi, che da sempre sono parte integrante della mia dieta. Una parte privilegiata, se posso dirlo. Ciò che era previsto dalla canzone dei Contromano diventa realtà: “Oggi maiale e domani prosciutto”. La lettura data da quella canzone di Craxi è la più esatta e la più vicina al sentire dell’uomo comune che non è privo di gusto e predilige il salume. Meglio se già affettato.
Berlusconi.
Io lo frequentavo già nel 1994 e facevamo queste cene. Eravamo io, Silvio, Uan, Giorgio Bocca e Pippo Santanastaso. Andavamo al Su Pistillone e passavamo in rassegna le primizie locali sia vegetali che soprattutto in carne. Ricordo che Silvio insisteva per farmi dormire da lui: “Ho un pigiama qui per te, rimani. Poi tanto facciamo micio micio”. E io ero inquietato da questo micio micio. Poi ho smesso di frequentarlo si è rattristato. E’ andato in Africa, ha conosciuto della gente terribile, tipo dei caccami. Da loro ha imparato il bunga bunga.
Se dovesse indicare il simbolo dell’Unità d’Italia cosa si sentirebbe di dire?
I simboli sono due: la pelata di Lino Banfi e, in omaggio al regno di Sardegna, una chiappa di Giorgia Palmas.
E’ un onore per lei essere italiano?
Onore essere italiano… Ehm, guardi devo rispondere a un sms ricevuto un paio di settimane fa… grazie e arrivederci.

Frank Riccardi
Lorenzo Lamperti

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