Giovedì mattina, ore 8.30. Roby Bramby si presenta nei corridoi della Tobagi cantando in portuguese. Le chiavi tintinnano al ritmo. A un tratto si interrompe. Riflette e poi dice: «Tu non la cantare, Silvietta, è pericolosa. Era la canzone dei soldati al fronte». Premuroso.
Incredibile ma vero, Lorenzo Lamperti ha un punto debole, debolissimo. Lo si scopre sull’ascensore. Qualcuno gli sfiora le costole con le dita tese. Il Presidente si contorce un po’, ride nervosamente e crolla in un «Ma dai…» dai toni così melliflui che ti aspetti arrivi subito dopo un «…, sciocchino!». Ma si trattiene.
3987. Sono le pizze che il Passante Alessandro Oliva ha mangiato dall’inizio del Master. Voci dicono di averlo visto Passare con della Passata che gli usciva dalle orecchie.
Elia Milani Jefferson rivela il lato narciso della sua personalità. Si imbatte per caso in un barattolo di crema per il corpo al cacao e non resiste alla tentazione di confidare lo sterminato elenco di cremine di cui adora spalmarsi. Pare che ne metta anche tra le dita dei piedi.
Giorgio Giorgione Caccamo esce dal carcere di Bollate un po’ triste. La visita lo ha interessato moltissimo. Ma un carcere alternativo-legale comporta certi rischi. Non ti ci riconosci più. Ci fosse stato almeno uno ad avergli dato la consolazione di un: «Ma lei che fa, esce?»
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