Gentile Presidente,
scopro oggi (in colpevole ritardo, lo ammetto) che una donna ricopre il ruolo di direttore editoriale di 'A Pieno Titulo'. E, al contempo, apprendo che tale carica è stata affidata a Lidia Baratta da Lei in persona.
Inutile a dirlo, sono sconvolto e adirato. In mensa ho solo spiluccato la mia consueta pizza alla 'Arcangelo' (con impepata di cozze, spagehtti alle vongole, cruditè di frutti di mare, pezzi di scoglio di Barletta e un cd sbriciolato dei Motorhead).
Affidando il suddetto ruolo ad una donna, Lei ha violato un promessa che mi ha fatto questa estate, quando il progetto del sito prendeva forma, diventando lo scrigno dei nostri desideri di giornalisti imparziali e indefessi (a differenza del Caccamo). Ricordo bene quel giorno di metà luglio. A un tavolo del prestigioso ristorante 'Su Pistillone' gestito dal Pruneddu in Barbagia, Lei ha fatto di tutto per convincermi a collaborare con il suo sito. Accompagnato da suo avvocato, il principe del foro Tano Africo detto 'U mangiaracina', Lei mi ha offerto il mondo intero: un contratto principesco, auto di lusso, una casa al mare dove finalmente organizzare i miei tanto amati incontri culturali che qualche mio detrattore definisce 'orge'. Ma mancava qualcosa. E così, mi disse: "le assicuro, caro Passante, che al sito non collaborerà mai nessuna donna. Il nostro sarà un progetto misogino e totalmente dedito al maschilismo più becero".
Ora mi ritrovo con una mia vecchia nemica di nome Lidia. I nostri dissidi risalgono ai tempi del 'Cosenza Times'. Io ero caporedattore e la giovane Lidia fece un casino perchè alle macchinette non c'era il caffè alla nduja. Nacque in me una profonda avversione ideologica per il soggetto, anche perchè io sostenevo la necessità del caffè alla pasta al forno.
Ad ogni modo, non vedo la necessità di assumere donne nel nostro staff. Siamo un sito di informazione, non un club dell'uncinetto. Ma cribbio!
Stavo pensando alle dimissioni da Pieno Titulo. So che i miei detrattori (cioè tutti i miei compagni di master, i tutor ed alcuni membri del Governo) esulterebbero all'idea. Ma io resto. Stoico, determinato a dimostrare che il Passante resterà libero. Anche se venerdì andrà a Bollate.
Il Passante
scopro oggi (in colpevole ritardo, lo ammetto) che una donna ricopre il ruolo di direttore editoriale di 'A Pieno Titulo'. E, al contempo, apprendo che tale carica è stata affidata a Lidia Baratta da Lei in persona.
Inutile a dirlo, sono sconvolto e adirato. In mensa ho solo spiluccato la mia consueta pizza alla 'Arcangelo' (con impepata di cozze, spagehtti alle vongole, cruditè di frutti di mare, pezzi di scoglio di Barletta e un cd sbriciolato dei Motorhead).
Affidando il suddetto ruolo ad una donna, Lei ha violato un promessa che mi ha fatto questa estate, quando il progetto del sito prendeva forma, diventando lo scrigno dei nostri desideri di giornalisti imparziali e indefessi (a differenza del Caccamo). Ricordo bene quel giorno di metà luglio. A un tavolo del prestigioso ristorante 'Su Pistillone' gestito dal Pruneddu in Barbagia, Lei ha fatto di tutto per convincermi a collaborare con il suo sito. Accompagnato da suo avvocato, il principe del foro Tano Africo detto 'U mangiaracina', Lei mi ha offerto il mondo intero: un contratto principesco, auto di lusso, una casa al mare dove finalmente organizzare i miei tanto amati incontri culturali che qualche mio detrattore definisce 'orge'. Ma mancava qualcosa. E così, mi disse: "le assicuro, caro Passante, che al sito non collaborerà mai nessuna donna. Il nostro sarà un progetto misogino e totalmente dedito al maschilismo più becero".
Ora mi ritrovo con una mia vecchia nemica di nome Lidia. I nostri dissidi risalgono ai tempi del 'Cosenza Times'. Io ero caporedattore e la giovane Lidia fece un casino perchè alle macchinette non c'era il caffè alla nduja. Nacque in me una profonda avversione ideologica per il soggetto, anche perchè io sostenevo la necessità del caffè alla pasta al forno.
Ad ogni modo, non vedo la necessità di assumere donne nel nostro staff. Siamo un sito di informazione, non un club dell'uncinetto. Ma cribbio!
Stavo pensando alle dimissioni da Pieno Titulo. So che i miei detrattori (cioè tutti i miei compagni di master, i tutor ed alcuni membri del Governo) esulterebbero all'idea. Ma io resto. Stoico, determinato a dimostrare che il Passante resterà libero. Anche se venerdì andrà a Bollate.
Il Passante
Risponde il direttore Lorenzo Lamperti
Caro Passante,
pubblico con piacere la duecentosettantasettesima lettera di proteste che ricevo da lei dall'inizio di questa settimana. E' vero, ricordo quel caldo pomeriggio di luglio in cui abbiamo preso questa decisione, l'avevamo chiamata "Risoluzione John Knox". Ma quei tempi romantici sono passati e dobbiamo accettare la realtà che ci si presenta di fronte. E la realtà ci impone dei vincoli ai quali, a malincuore, dobbiamo assoggettarci. Per questo ho dovuto assumere Lidia Baratta che comunque, pur essendo donna, apporta un notevole contributo alla causa di A Pieno Titulo.
Il Presidente
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