mercoledì 23 marzo 2011

MO' TE SPIEGO, Il festival del cinema africano

Spiegazioni incomprensibili di eventi socio-culturali

Caro Frank, buonasera. Quest'oggi la voglio interrogare sul Festival del cinema africano,  d'Asia e America Latina che si tiene in questi giorni a Milano.
Ma guardi, rimembro ancora il mio approccio con il cinema asiatico. Mi trovavo al Festival di Dublino e dovevo vedere una commedia newyorkese spacciata per un capolavoro ma che in realtà era simbolo del solito intellettualismo hindie radical chic. Chiesi con il mio impeccabile accento londinese al commesso in che sala fosse proiettato e lui, incomprensibilmente, mi rispose: "Ma che, sei italiano?". Mi diede poi le indicazioni in italiano, ma a quel punto io avevo già introiettato la lingua inglese e in italiano non lo capivo. Fatto sta che sbagliai sala e mi ritrovai a vedere un film di Zhang Yimou. Questo fu il primo incontro, anzi direi scontro, tra me e il cinema asiatico, visto che qualcuno nel buio della sala mi fece pure lo sgambetto.
Alcune fonti riportano che il suo primo incontro con Maggiacomo avvenne proprio a latere del film di Zhang Yimou.
 Vista la levatura artistica e culturale dell'evento, anche Maggiacomo si trovava quella sera a Dublino. Tra l'altro disse a tutti che aveva degli inviti ma che però li aveva persi. Arrivò in cassa ma nessuno lo conosceva. Capimmo che la storia era una sua penosa montatura per farsi bello davanti ai nostri occhi, per affermarsi sul mercato estero. Per farcela ha dato del suo, nel senso che ha donato del suo, dello sperma per far procreare il figlio di un noto regista francese che era sterile nonostante si spacciasse per un grande trombeur des femmes. La sterilità nel suo caso non era solo intellettuale ma anche penale. 
Ma veniamo al cinema africano. Come sta vivendo questo festival?
Io mi immedesimo profondamente con tutto quello che mi viene proposto. Infatti sto vivendo questo festival da una capanna che mi è stata fornita dal Caccamo. 
(in questo momento il Maggiacomo esce per parlare con la Favasuli. La reazione di Frank è dura).
Ma 'ndo vai Gianlù? Ma che vai a parlare con la tua attrice? Vabbé a me mi puoi aspettare direttamente per la prestazione sul set. Tra l'altro, noti i pantaloni della musa. Mirati allo struscio con una certa discrezione antigramsciana. Va beh, ciao belle. (Maggiacomo fa notare l'errore a Frank: "Ciao belle? Al massimo ciao bello". Frank reagisce). Eh ciao bello, ciao belle, non stia lì a bdare al pelo. O al pilu.
Va beh, dunque, parlavamo del Caccamo. Lui cambia una capanna alla settimana ma queste capanne non vanno mai verso il meglio ma verso il peggio. Si sfasciano, sono in disordine nonostante il soggetto in questione faccia una vita triste e solitaria. Ma mentre dorme è irrequieto, guaisce, si muove. E' un animale irrequieto che a sud di Tunisi sarà pure una razza comune, ma qui noi non sappiamo come prenderle queste bestie.
A proposito di vita mondana, la scorsa settimana lei ha vinto una bottiglia di vino in un noto locale della movida milanese. 
Ma è ovvio. La mia vittoria è dovuta al generale riconoscimento della mia superiorità intellettiva rispetto ai quattro quinti del genere umano. Che poi sti quinti diventano cinque se mi paragono alle persone che ho intorno a Sesto Marelli. Vorrei far notare che quella è stata una bella serata, nonostante ci fosse anche il Caccamo. Ecco, non so se dobbiamo tenercelo con noi per una convenzione Onu o qualcosa del genere. Il punto è che la situazione, che è già confusa, si complica e il rischio è che Sarkozy butta un occhio alla situazione non so come va a finire. La Francia a sud di Tunisi non ci vuole mica andare.
Torniamo al festival del cinema africano. Com'è la qualità di questi film?
Non è facile dirlo, non mi fido di nulla che non sia giudicato da me direttamente. Comunque, entrando in un'ottica di panarabismo possiamo a quel punto notare come la linea nazionale e socialista venga immediatamente contraddetta dall'epifenomenismo successivo alla negatività illuministica di matrice tipicamente scozzese, come anche Santelli può confermare. (Santelli nega) E vede questo è il modo che hanno i gesuiti di confutare. (a questo punto si palesa nuovamente il Caccamo e Frank reagisce). E che ci fa qui lei? Mi chiedo che cos'abbia a che fare con noi, la prego di mantenere le distanze perché la situazione internazionale è delicata, ci sono già tante divisioni e contraddizioni. Ma dove vogliamo andare a finire? Se ne ritorni da Gheddafi. E che, viene qui a complicare la vita a noi. (Caccamo se ne va salutando). Ma che saluta e saluta... stia a distanza. La Lega Araba sta cominciando a inveire, lei si occulta dietro al ricciolo ma sappiamo bene cosa c'è sotto il ricciolo.
Ecco, torniamo ai film. Il Maghreb ci ha portato a un punto di svolta nella cinematografia dalla figura di Edwige Fenech in poi. La Fenech era la maghrebina numero uno, magretta e maghrebina mica una roba da poco. Senza dimenticare l'immensa Zaou di Aradia. Quindi se si organizzassero sul modello Fenech o Zaou di Aradia, gli artisti maghrebini potrebbero dare il via a una rivoluzione artistica oversahariana.
Frank, parliamo della rassegna stampa che lei ha fatto insieme a Lidia Baratta.
Ma guardi, data la mia ampia conoscenza del contesto filosofico io me la sbrigo cinque minuti prima di andare a dormire una rassegna stampa... Il problema è che ho dovuto accettare che mi venisse affiancata la dottoressa Baratta. Ecco, lei capisce che è difficile mantenere il passo con una donna che non è al mio livello, che continuava a inveire e a pretendere lo spazio, a interrompermi e prendere la parola. Questo scandalo è stato favorito dall'eccessiva benevolenza e dal perdonismo ipocrita che ci impone di tenerci qua gente come un caccamo e che porta a questi estremi di livellamento verso il basso. I minuti prima della rassegna sono stati contraddistinti da fatica, ipernervosismo postesistenzialista, ansia da prestazione heideggeriana, io che ripetevo e mi piegavo ad allungare alla Baratta una fittizia comprensione, pronunciando una tipica espressione degli scettici postkantiani: "E datte 'na carmata...". E lei niente. Ma quando una persona non raggiunge la pace postkantiana io che ce posso fa'? Io spiego, spiego, ma poi non è che posso fare miracoli.
Qualcuno ha criticato la sua rassegna perché ha parlato troppo poco. Come mai si è preso così poco spazio?
Ma è tutto causa della falsa idea di una democrazia egualitaria. Un egalitarismo tutto contrario all'aspirazione verso l'alto portato avanti dal purismo. Il purismo parte da me che sono pervaso da quesi sentimenti di immane elevazione sofistica. Voglio sottolineare l'importanza di Gobetti sotto questo aspetto. Io andavo con lui, Gramsci, Gino Marotta e Benedict Mattioli al Su Pistillone dopo il teatro. Io li passavo a prendere all'Ordine Nuovo quando avevano finito di picchiare i tipografi. Erano grandi intellettuali che si rilassavano solo in questa maniera, dando gran schiaffoni ai tipografi. Gobetti era importante perché dopo la cena al Su Pistillone, mi aiutava a digerire elargendomi il digestivo Antonetti che portava sempre con sé. In cambio io gli consigliavo musica, libri e tutto il resto. Un giorno gli ho presentato un tale Eugenio, un ragioniere di Genova. Eugenio mi consegnò un manoscritto di poesie. Le sottoposi a Bobby Brambo, che si occupa di queste cose, ma lui le sbolognò al Gobetti.
(rientra di nuovo Caccamo) Eh ma vede, noti come ancora è attratto dagli argomenti che riguardano la sua terra. Spiego il Festival di cinema africano e il Caccamo gira intorno al mio sapere come una mosca.
Dottor Riccardi, conferma che questa sera si recherà al cinema Gnomo a seguire il festival di cinema africano in compagnia del Caccamo?
Devo purtroppo confermare. Gli impegni internazionali me lo impongono. Io sono leale al consesso dei popoli, anche a vari consessi. E sessi. Ma questa è una cosa che approfondirò sul set di Maggiacomo.



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