da lettore di A Pieno Titulo mi sento umiliato e offeso. La recente nomina di D. L. a direttore editoriale mi lascia allibito e senza parole. E io che mi immaginavo foste un finestra di libera espressione. Illuso.
Come al solito vince l'intrallazzo e la raccomandazione. La nomina di un personggio della levatura del L. è un inganno ai lettori. Ci mentite e lo sapete.
in più, se non lo sapesse, questo sedicente "direttore editoriale" beve.
Un lettore indignado
Risponde il direttore Lorenzo Lamperti
Caro indignado,
mi dispiace che lei si senta allibito. Comunque sempre meglio che illibato. Sono ammirato dal modo in cui cita romanzi di Dostoevskij. Lei si sente umiliato e offeso e fa bene perché non ha capito che la missione di A Pieno Titulo non è la libera espressione ma un fiero realismo disinformativo. Detto questo, la nomina di L. è avvenuta nella massima trasparenza possibile. Infatti la lettera di raccomandazione mi è arrivata dentro una cartelletta, appunto, trasparente. Per finire, ogni persona ha i suoi vizi. E tra tutti i vizi, quello dell'alcol è quello che più si addice a un uomo di cultura.
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