Concediamo per la prima volta spazio a una rubrica che ci è stata imposta dalla parte femminile della Tobagi. Accogliamo le nuove collaboratrici sul nostro blog in ossequio al principio di Voltaire secondo il quale: "Non sono d'accordo con le tue idee, ma darei la vita pur di consentirti di esprimerle". L'appuntamento dovrebbe essere a cadenza settimanale, ma si tratta di esordienti, e come tutti gli esordienti potrebbero avere inzialmente qualche incertezza. Pubblichiamo il pezzo così come ci è stato consegnato, senza alcuna censura o correzione, come d'accordo con la leader del movimento femminista, Silvia Favasuli.
Ovvero tendenze alla Tobagi ovvero gli uomini della Tobagi hanno tutti la barba.
Nella massa informe si distingue innanzitutto l’ad Alvise Losi. Il Losi ha abbandonato il look alla Gesù Cristo dirottando verso l'hindie-trasandato alla Jack Sparrow. Il nuovo pizzetto dell'ad lascia tutte le donzelle a bocca aperta. Voci di corridoio dicono che il cambio di stile sia dovuto a pressioni provenienti da molto in alto. Ma non badiamo alle cause. Guardiamo, piuttosto, al risultato. Al posto della barba da Tiziano de’ noantri compare un raffinato pizzetto un po' D'Artagnan (ma c'è chi sostiene più Aramis) un po' Jack Sparrow. Più Jack Sparrow, forse, visto l'accostamento con i braccialetti in caucciù e la collanina etnica al collo.
Si fa notare anche la coppia Caccamo&Maggiacomo: lunedì si sono presentati in versione arancia&mandarino, ciascuno con due splendidi maglioncini dai colori così azzeccati che il profumo dei suddetti agrumi si è sparso in tutta l’emeroteca fin dalle prime ore del mattino. C&M, o se volete G&G, si sono anche seduti vicini. Ma il bello è venuto il giorno dopo, quando tutti hanno finalmente compreso il perché dell’improponibile scelta cromatica congiunta: anticipare le mosse del Maestro Stregone, che martedì aveva pantaloni, giacca e cravatta nelle medesime nuances agrumate.
Sul tema barboni (dissimulati) è impossibile non citare le scelte cromatiche di Davide Lessi, che continua a scegliere maglioncini dai colori pastello nel tentativo di rendere credibile la sua immagine di piccolo lord del Nord-est. Che però perde colpi: il suo asso nella manica, il famoso occhio-di-ghiaccio-mezzo-chiuso-da-barbone non frega più nessuna, ed è ormai nota a tutti la sua incredibile capacità di scroccare a chiunque qualunque cosa che sia ingeribile o fumabile.
Sempre in tema di scelte cromatiche, ma questa volta nella categoria barbagianni, abbiamo Filippo Santelli: qualcuno dovrà prendersi l’onore e l’onore (sic) di spiegare al Foucault de noantri che esistono altri colori oltre il blu Marchionne.
Premio brand della settimana: a Gabriele Pierone, (sic) per le sue lucide deduzioni in tema di teoria e pratica economica: “Ho conosciuto nel treno per Alba una ragazza economista e sono riuscito a parlarci” (lasciando chiaramente intendere di aver raggiunto l’obiettivo primario dell’economia dai tempi di Adam Smith, riuscire a cuccare fingendo di capire come va il mondo), corollario dell’ormai celebre “Ma come fa la gente a non credere in Dio e credere nell’economia?”.
* Il post di questa settimana è stato offerto da: Activia (il cui testimonial si è aggirato per i corridoi della W. Tobagi fingendo di essere Alvise Losi)
Le Tobagiste*
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