Ma quale Zingarapoli? A 80 giorni dalla vittoria elettorale di Pisapia, la città si riscopre luogo ideale di villeggiatura. Per le zanzare. La cronaca locale di Libero riferisce di un’«invasione anomala»: le punture, spiega, sarebbero punizioni divine per la scelta fatta dai milanesi al voto. Al Giornale, dove disinforma il Faccendiere, rincarano la dose: «Ve l’avevamo detto!», un titolo che è chiaro riferimento a quel «Ora godetevi i comunisti!», uscito l’indomani della debacle morattiana.
«Sapessi com’è strano scoprirsi comunisti a Milano». Più che strano è insano: anche agli insetti piace il rosso, sangue però. Anche tra i compagni, anzi «gli amici» di Niki-Wallace il liberatore, le zanzare creano pruriti. Alcuni esponenti d’area cattolica fanno la fila per l’intercessione-insetticida dell’arcicielle Scola. Anche Formigoni lascia in armadio le poco coprenti camicie hawaiane e torna all’abito lungo, seppur arancione. Gli ecologisti, intanto, se la prendono con sé stessi e i referendum ambientali: secondo l’interpretazione analogica del poco rispettabile avv. Canetta la vittoria del «sì» vale la concessione dell’Ecopass agli insetti. La Milano da bar invoca un ritorno immediato di De Corato come assessore con delega Schiaccia-Zanzare. Lui glissa, ma sotto-sotto, aspira a elencare i risultati degli sgomberi. I collaboratori sono già al lavoro per il prossimo manifesto elettorale: «500 mila punture in meno, 250 mila disinfestazioni di massa, 1 solo assessore. Vota De Corato, un uomo più sicuro dell’Autan». Il resto del Pdl punge: «Via le zanzare dalla magistratura». Nelle edicole è riapparsa in questi giorni La Zanzara. Scatenando un vespaio: in via Monte Rosa, sede di Radio24, si vuole l’esclusiva editoriale sull’insetto per continuare a infastidire i politici.
Milano, Italia. La Lega ha una posizione volatile sulla prossima votazione anti-zanzare: prima ha dichiarato «in carcere», poi ha grugnito e, infine, ha lasciato «libertà di coscienza». Pure il Papa, per l'occasione garantista e ralativista, approva. Renzi, il sindaco inviso alla redazione di A Pieno Titulo (troppi fatti e poche promesse), non è da meno: le incriminate lavorano più del centro di trasfusione del San Raffaele, perché non deportarle e impiegarle al posto degli scansafatiche municipali? Nel frattempo, le gonne sono state vietate dal Pd. La giustificazione? Troppe zanzare bacchettone in giro. Una prossima mozione è attesa contro le culottes. Non se ne può più di queste gambe nude, diamine. La «capitale morale», da Zingaropoli promessa è diventata Zanzaropoli. La beffa? Ci si gratta (Sempre) e non si vince. Mai. Il vento è cambiato. Davvero. Tanto vale cambiare città.
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