mercoledì 13 luglio 2011

LE PAGELLE DEL PRESIDENTE, Praticantato A Pieno Titulo

I voti alla cialtroneria tobagista

ARALLA 5. La Monica Gasperini del Salento è troppo concentrata sulla tv per dare spazio alla zizzania che comunque arde dentro di lei. Conduce una diretta video sulle elezioni senza neppure lasciarsi scappare un insulto o una bestemmia in diretta. Glenzer non avrà di certo apprezzato.

BARATTA 7. I suoi interventi puntuali caratterizzano l'anno accademico della Tobagi. Ammirevoli gli sforzi con cui tenta di imparare, faticosamente l'italiano. Desta interesse la sua iniziativa del Grugnito Stampa. Scrive sempre di argomenti di cui non frega un cazzo a nessuno, a partire dalla 'ndrangheta e dal capitonato nel fruttomercato. I suoi legami cristallini come la tazza del cesso di Pruneddu la portano a diventare direttrice editoriale di A Pieno Titulo. Ruolo nel quale dispiega tutta la sua cialtroneria. Mai un pezzo, mai una proposta. Solo mobbing sui più piccoli, il Pruneddu di cui sopra.

BRAMBILLA 5. Il Westerwelle della Tobagi non ha nell'animo la cialtroneria. Lui, così germanocentrico, è troppo teutonicamente quadrato per latineggianti prese per il culo. Presiede una delle più attendibili società di intention poll, la Dati a caso S.p.A. che aveva previsto con largo anticipo la vittoria di Pisapia alle comunali di Milano. Un mese prima del voto, infatti, Bobby Brambo aveva pronosticato: "Vincerà senza dubbio un candidato il cui cognome contiene la lettera i". E così è stato. La Brambopedia è una delle enciclopedie crossmediali più cliccate di tutti i tempi, soprattutto da lui. Nelle sue mani passa il destino della carta stagnola.

BRIANZOLI 8. Ottima prestazione per la Susanna Tamaro di Gorgonzola, che si era presentata ai compagni del master come un'antipatica cagacazzo. A distanza di 10 mesi è tutto cambiato: viene considerata da tutti una cagacazzo antipatica. Entra in punta di tette nella redazione di A Pieno Titulo e mostra le sue capacità cialtronesche dirigendo le rubriche "Fà cagare" e "La fossa del quore". Rappresentante delle quote rosa e latte in redazione, è utile per rappresentare l'ala politica di estrema destra.

CACCAMO 9. Il buon Daoud Bouzid è imparato sin da piccolo sul tema cialtroneria, da quando è costretto a vivere di espedienti nascondendo la propria clandestinità. E poi tutti si chiedono come sia riuscito a far credere a qualcuno che uno con una faccia del genere possa chiamarsi "Giorgio". Va beh, comunque sono notevoli i miglioramenti espressivi e lessicali con la lingua italiana, grazie anche alle ripetizioni di Makilè Zibibbu. Redattore di "Caccamo&privato", consulente emotivo e responsabile ufficio stampa, ha saputo perfettamente integrarsi nel clima pisapiesco di questa nuova Milano anni '10.

CANETTA 8. L'avvocato del cavolo. Già il suo titolo dice tutto sulla grande dose di cialtroneria insita nell'animo di "Er Condono". E' lui che scrive le battute di Ghedini ed è lui il consulente legale di Lele Mora. Un uomo che mette l'etica e i valori morali prima di qualsiasi discorso economico. Passerà l'estate sul suo yacht a Montecarlo.

CARNELLI 5. Non ci siamo. Il suo amore per l'arte e l'editoria offuscano le sue qualità ciatronesche. Nota per essere l'unica estimatrice delle vignette di quel mentecatto di Frank Riccardi. Da ricordare il suo tentativo di farsi passare per la nipote di Tarkovskij con il suo video sul confine: "Pomodoris".

CASELLA 6. Facciamo il punto della situazione. Alla Casella non piace litigare. Non piace la zizzania. Ma la Lilli Crupier ligure strappa la sufficienza grazie alle sue prestazioni nei giornali radio. Il suo tono ninnanannesco è un abile espediente per far fare la figura degli addormentati ai colleghi in studio.

DEVIVO 5. La gemellina deVivo comincia l'anno in modo promettente, con un bel litigio con Jefferson Milani. Aizza la polemica durante le rassegne stampa. Insomma, tutti gli ingredienti per una stagione positiva. Si eclissa nel girone di ritorno a causa di un calo atletico. La prossima stagione si consiglia di non affidare la preparazione a Benitez.

FAVASULI 3. Il punto di domanda più veloce del West. O del Varesotto, fate voi. Crea scompiglio tra i suoi numerosi pretendenti ma non fa mai nulla che sia più limpido della testa del Presidente o di Rizzato sotto un lampione. La sua azione più torbida la si registra in una grigia mattina di metà febbraio, quando fa cadere per terra il tovagliolo di Maggiacomo.

FIORE 9. Il Faccendiere è l'emblema dell'oscurità, dell'ombra, degli omm'è mmerda. Ammirevole per come resiste in condizioni di perenne pericolo sismico, porta la zizzania fin dentro le mura domestiche. E pure dentro i finestrini domestici, che si è rotto da solo per alimentare il clima di sospetto e odio di cui ama circondarsi. I suoi piani machiavellici e mefistofelici sono la base di partenza per un ottimo secondo anno di Ifg.

FRANCESCHINI 4.Già il fatto di sopportare Rociola le fa merito. Non è facile avere a che fare con uno khmer rosso, specie se pugliese. Ma poi Cinzia non dà seguito a questa azione di pura cialtroneria sentimentale:mai uno sgarbo, mai un insulto, mai una parola fuori posto. Cinzia, impara dal Passante: si può parlare anche attraverso altre fessure che non siano la bocca.

GLENZER 7. Don Glenzy è un cialtrone di professione. Stupisce il non averlo visto ancora in prima linea nelle iniziative editoriali di A Pieno Titulo. Di lui colpiscono soprattutto la morigeratezza, l'odio per l'alcol, la sportività e il timore di Dio. Tutti lo ammirano per aver dimenticato Frank in macchina.

LAMPERTI 10. Il Presidente. La seconda settimana fece le pagelle del calcetto. Il terzo mese fondò A Pieno Titulo.

LESSI 8. Testuale sin dal primo giorno. Mescola cialtroneria a serietà con notevole alternanza. Famoso per azzeccare sempre i nomi di tutti, a partire dal suo. Il lunedìsi chiama Davide, martedì Dario, mercoledì Danilo, giovedì  Daniele, venerdì Damiano, sabato Diocleziano, domenica pure. Non è che può lavorare tutti i giorni. Da qualche settimana decide di porre fine al turn-over e fare solo le cose serie: il direttore editorale di A Pieno Titulo. Testuale.

LOSI 9. Il simbolo della cialtroneria. Da Cialtron Heston a Cialtrosius, è lui il mago della minchiata, il re del fancazzismo, il principe dei nullafacenti. Amministratore delegato non a caso, la stessa sera di una lezione di etica giornalistica gozovigliava all'aperitivo dell'ufficio stampa del festival del cinema africano. Alvice.

MAGGIACOMO 8. Il Maestro è uno dei primi fautori della zizzania. Idea in una pausa pranzo di dicembre insieme al Presidente lo scherzo sull'esame della Bilancia. La sua proverbiale faccia da culo lo tiene al coperto dalle accuse e dai sospetti, ma la sua cialtroneria è indiscutibile. E poi ci sono i suoi film. Pellicola canta, e pure la gallina.

MALVENUTI 8. "Perché sei qui alla Tobagi?" "Boh". A dirlo Edo Malvenuti da Pavma, primo classificato ai test di ingresso. Nonostante questo, pare che si tratti di una scuola di giornalismo. Bene che l'Ordine ancora non abbia scoperto questo fatto increscioso. Sempre a caccia di articoli dal forte contenuto sociale: "Figa a impatto zero", "Figa a km 0", "F4" ecc. ecc. La sua cialtroneria innata è quasi commovente.

MILANI 6-. Elia, tutto a posto? Parte con una serie irresistibile di imitazioni. Dopo le accuse, giuste, di finto stakanovismo, vive una fase centrale di stagione appannata. Sarà che non pulisce gli occhiali da quando raggiunse il metro di altezza. "La prossima volta pulirò gli occhiali quando sarò alto un metro e mezzo". Dai Elia, ci siamo quasi. Jefferson.

OLIVA 9. Il Passante dimostra alla distanza tutte le sue qualità cialtronesche. Maestro dell'insulto gratuito, compositore di "Pecorelle" e delle "Petiadi", luminare del peto libero, fondatore del circolo "Mangiare cagando", faro del denudamento coatto, tifoso interista.

PEGORARO 10. Lui sì che ha capito tutto.

PIERONI 8. Il Bermuda Boy non delude le aspettative che aveva suscitato il suo monologo complottista durante il test di ingresso alla Tobagi. Ideatore della rubrica "acCESSO stampa" e del peto slam, a fine anno viene giustamente insignito dell'ambito premio "Supercazzone 2011". Solo Pegoraro ha scritto meno pezzi di lui su La Sestina.

PRUNEDDU 8. Già dai tempi del Su Pistillone questo sardo ostinato era conosciuto per essere uno dei principali padri della zizzania Eh sì, perché il Pruneddu di figli illegittimi ne ha parecchi, molti ottenuti perché si spaccia per Totò Di Natale all'Hollywood. Smaschera Lidia Baratta e torna a dirigere "Il sabato della zizzania".

RAGUSA 5. Pericolo sismico numero uno del Nord Italia, è la prima vittima della zizzania di A Pieno Titulo. Dopo aver passato le vacanze natalizie studiando per l'esame della Bilancia, passa la seconda parte dell'anno instillando il malumore in redazione con il suo tono allegro come quello di Paolo Vallesi in La forza della vita.

RICCARDI 9. Il disinformatore culturale per eccellenza. Curatore della rubrica "Mo' te spiego", è diventato in breve tempo il sex symbol della Tobagi. La sua virilità è invidiata dai colleghi, che arrivano persino a minacciarlo con degli agguati (vedi Lessi). Ma lui non molla, o almeno dice che è stato Oliva.

RIZZATO 5. Organizza la diretta video delle elezioni con Leonard. E questo, purtroppo, gli vale l'insufficienza. Un cartello sbagliato, un errore nella scaletta, un collegamento dato a capocchia... niente, Rizz fa tutto bene. E voi no.

ROCIOLA 7. La sua cialtroneria è cialtronesca. Millanta rubriche e pezzi per A Pieno Titulo che non arrivano mai in redazione. Però il fatto che arrivi sempre in orario in rassegna stampa rialza le sue quotazioni. Non quelle con la Favasuli, visto che ha avvedutamente scelto la Franceschini. Si riscatta con un memorabile speech per la triste storia di Frank dimenticato in macchina. Anzi, in un'utilitaria.

ROSSI 5. Si chiama Rossi. Fa poche assenze, passa tutti gli esami, manda i pezzi in tempo, non scoreggia in pausa pranzo, non manda mail da account altrui. Tutto troppo a posto nella stagione del Fabuloso per meritare la sufficienza. Un brasiliano europeo, anzi de colleferro.

SANTELLI 6. Non si fa immischiare dai cialtroni di professione e non si rende protagonista di iniziative eclatanti votate alla zizzania. Nonostante questo, grazie alle polemiche cui dà il via durante le rassegne stampa e le lezioni merita un voto sufficiente. Si dice che la sera polemizzi anche con se stesso. Citando Woody Allen: "Delle volte mi vengono in mente delle cose con cui non sono per niente d'accordo".

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