lunedì 23 maggio 2011

LE PAGELLE DEL PRESIDENTE, Il calcetto del 19 maggio

De Canio saluta tutti tranne Paolo Fiore
Fiore               7,5
Rinfrancato dalla salvezza del Lecce e soprattutto dall’addio di De Canio, faccenda alla perfezione diventando un valico quasi insuperabile per gli avversari. Mezzo voto in meno perché insulta troppo poco Jefferson.

Losi                6,5
Doppietta di (poca) classe e partita di (tanta) sostanza. Abbacchiato perché in giornata non era riuscito a mandare neppure una mail clandestina, dribbla comunque con tempismo i suoi doveri da alvice (desk).

Lamperti        7
Torna in attività dopo un oscuro periodo di gallerie e di focus. Il ritmo da bocciofila lo fa sembrare uno scugnizzo, la solidarietà dei difensori avversari gli permette di esplodere il piede sinistro di Bagnasco. Stravolto, al termine urla con liberazione: “E’ finitaaaa”.

Milani             4,5
Irritante, indisponente, arrogante, nullafacente, incontinente. Altro che tornante. Jefferson è la principale causa della sconfitta della sua squadra. Scioglie il catenaccio con uno scellerato pressing nell’area avversaria, diventa la capria espiatoria. Mezzo voto in più per il bel gol finale, votata come la rete più inutile del 2011.

Egidio Cavallo Brambo
Brambilla       6
Cavallo Brambo si spende con generosità pressando le fonti di gioco avversarie, quindi nessuno. Utile in fase di contenimento, il suo brand è la sponda e il suo differenziale la sponda anche quando non serve. Cinico sottoporta tanto da meritarsi il soprannome di Egidio Uribe Binho Pancev.

Rizzato           6,5
Colpisce un palo con un tiro scoccato da viale Edison, poi lancia i suoi compagni verso la porta avversaria. Si esalta quando si trova davanti lo scarsissimo Jefferson. Colpisce anche un altro palo, stavolta dal campo. E voi no.

Rociola           6
Un po’ appannato, picchia meno del solito. Una prestazione piuttosto anonima, passata a svolgere il compitino (forse quello per la Scarpellini). Lui si giustifica così: “Elia mi faceva pena”.

Vera anima (alcolica) della squadra, amministra con garbo (greta) il gioco. Si rende protagonista di un orribile gesto tecnico, quando seduto per terra tenta una rovesciata di dubbio gusto.

Glenzer           7
Sacramenta meno del solito, anche perché si è già giocato quasi tutte le bestemmie da quando lavora a un progetto sulle borse di coccodrillo con Jefferson. Sbaglia gol a grappoli: “Speriamo che almeno ne esca un buon rosso”.

Santelli           7
Continua sulla scia positiva della memorabile presentazione di Heidegger e proietta il suo Sein nello Zeit della partita con un Geist positivo. Esistenzialismo o no, la palla è messa nella rete, o messa alla rete. Insomma, sti cazzi, gioca bene.

Il Presidente
Lorenzo Lamperti

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