Un qqququasi rrre balbbbbbalbbbuziente inciampa, cocococoomplice la mmmommmoglie, in un sssuddito che lo aiuta a ssususuuperare il ppppopoopooco regale problema e ne diventa, sssuusuususuperando l’iniziale riririitrosia, intimo amico. Pppaare una favola, ma è rreealmente accaduto. Mmmmamagari senza l’enfasi della scena fifinale, cui il regista Tom Hooooooooper si lascia andare, dopo essere riiririuscito per quasi dudududuue ore a mantenere un cccecercercerto equiquiquiuilibrio tra solennità e semplicità. Un film bbbello e gogogoodibile, a tratti dididiivertente. Da vvvvvedere. Un fffffilm da 12 nomination agli Oscar? Bbbbbbah. Fofofoorse l’anno non pppppproprio felice del cccccccinema americano ha aiutato l’exppexplexp, il ssuccesso britannico. Più di qqqquququququuesto, è merito degli attotttotottori: Helena Bonham Carter e Geoffrey Rush ppppperfetti comprimari, più che “nnnnnon protagonisti”, di un Colin Firth che, dododdddddopo essersi aggiudicato il Gogogogogo johnny go golden Globe, è il più sesssseerio candidato alla vvvvvittoria dell’Acccccccacacacaacacacacaccademy Award. Un film bbbbbbbbbbbello, che però non convince del ttutututututto. E vvvvvvviene da cccchiedersi perché il ruolo centrale della rrrrrraararararrarararraadio come nununuovo mezzo di comunicazione con cui ddddover fare i conti nnononononononononon sia stato approfondito. Pppppopoteva essere un interessante sviluppo per creare un papapapaarallelo con l’attualità (tettteleteletelevitelevisione e internet), ma la sceneggiatura ha preferito non affffffffffffffrontarlo. Scena clou: Lionel Logue, ssssssssempre ssssssssssfrontato, sssssssssssi nassssssssssconde con il re nel proprio sssssssssssalotto, intititititititititmorito dall’improvviso arrivo della mmmmmmmmoglie, ignara del regale ppapapapapaaziente.
(tttt tratto ddddalla rrrec recensione dddi alvvv alvise losi sssu iciiciicicicine)http://www.icine.it/?p=2147
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