sabato 8 gennaio 2011

Leonardo e l'importanza degli affetti

LEONARDO             VOTO: 8
Il buon Leo comincia come meglio non avrebbe potuto la sua avventura sulla panchina dell’Inter. Tre schiaffi al Napoli e un’ondata di entusiasmo. D’altra parte, la vittoria è chiaramente merito suo. La mano del grande allenatore si è vista subito. Innanzitutto, è nettamente migliorato rispetto alla prima a San Siro dello scorso anno quando perse il derby 4-0, seduto sulla panchina della terza squadra di Milano (come diceva Peppino Prisco la prima è l’Inter e la seconda l’Inter primavera).
Sguardo attonito costantemente rivolto verso Tassotti, giocatori espulsi che lo mandano in quel paese, panchinari in ciabatte al momento di entrare in campo, espressione intimorita verso l’allenatore avversario. Leonardo nei confronti di Mourinho sembrava Tremonti quando subisce un’intervista da Santoro: “No dai, Santoro, per favore. No, dai” ecc. ecc.
La prima nerazzurra è invece tutta baci e abbracci (ogni riferimento al locale di Bobone Vieri è non voluto), pacche sulle spalle, sorrisi e pugni alzati. Squadra corta, tenace, grintosa. Sembra quella dell’anno scorso. Tra quel derby Milan-Inter 0-4 e questo Inter-Napoli 3-1, all’Inter è passato anche Rafa Benitez. Dopo Roberto Mancini e Josè Mourinho, prima di Leonardo. Tutti uomini affascinanti. Verrebbe da dire: cerca l’intruso.
E in effetti con Leonardo sembra essere tornato l’entusiasmo a tutti i tifosi interisti e al presidente Moratti. Tutto questo sempre per i grandi meriti tattici di Leonardo, nel frattempo diventato amico del cuore di Josè da Setubal. Le grandi leggi del Leonardo allenatore dell’Inter sono tre:
Mourinho saluta Leo prima di rifilargli 4 pere nel
derby di andata dello scorso anno.
1. dimenticatevi tutto quello che vi ha detto Benitez
2. giocate esattamente come facevate l’anno scorso
3. venite in panchina a baciarmi dopo ogni gol
4. per qualsiasi dubbio, chiedete a Cambiasso
P.S. (io ho fatto la you&me con Josè).
Eh, si', quando uno e' romantico c'e' poco da fare.

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