martedì 18 gennaio 2011

Il confine: le interviste ai protagonisti

Sono passati alcuni giorni dall'annuncio dei vincitori degli Oscar del confine, ma i premi cinematografici più ambiti della Tobagi fanno ancora discutere. Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni dei protagonisti.

Edoardo Malvenuti, vincitore per il miglior film con Apritemi quella porta
Come ha accolto la vittoria dell'Oscar?
La vittoria dell'Oscar è stato il coronamento di un sogno. Sono contento del fatto che nel mio film non ci siano state delle bestemmie. Strano, perchè di solito in casa mia non mancano mai. Le bestemmie per me sono come le virgole.
Come ha costruito questo film, che è riuscito a conturbare sia il pubblico sia la critica?
Il mio è un capolavoro casuale. Non pensavo nemmeno fosse il mio film. L'ho girato a occhi chiusi, e questo spiega il mio successo. 
In molti altri registi si sono lamentati della sua assenza in occasione della proiezione dei film. Come mai non si trovava in sala?
Guardi, di film di merda ne ho visti tanti nella mia vita e non volevo di certo vederne altri. Soprattutto, ero dispiaciuto perchè il mio idolo Maggiacomo ha cambiato genere.
Gianluca Maggiacomo, regista di Luminarie perverse
Maestro, come mai questa virata drammatica all'interno della sua produzione pornografica?
Ma guardi, io sono un regista di nicchia, per non dire di minchia. Ho provato a emanciparmi dal mio pubblico ideale, che solitamente si ritrova tutto insieme tra Arcore e via Olgettina. Purtroppo sono uscito dal mio brand e il mio pubblico non mi ha capito. Ma, aggiungo, giustamente.
Ma qual era il messaggio del film?
Il messaggio va ricercato nell'intercultura. Volevo dire che negli incroci multiculturali ci sono ampi confini anche per la nostra professione, quella dei registi a luci rosse ovviamente. 
A cosa sta lavorando adesso?
Sto lavorando a un film con dei costumi, anche se non troppi ovviamente. Il cast è di primissimo ordine con un attore (quasi) premio Oscar e un attrice che la/o sa lunga/o. Mi ha mosso una disperata ricerca del mio differenziale.
Qual è il suo rapporto con le attrici dei suoi film?
Ci tengo a tenere distaccato il lavoro dalla vita privata. Di solito testo le attrici nel mio camerino prima di scritturarle. Con la mia nuova star maschile ho avuto sin dal primo momento un ottimo rapporto. Insomma, posso dirlo: è Bobby Brambo. Lui è l'unico che riesce a soddisfare le mie attrici. Frank Riccardi con me invece non potrebbe mai lavorare: nun jie se arza.

Alvise Losi, regista di Bowling a Pegoraro
Qualcuno l'ha criticata per essere troppo colluso al Palazzo. Come commenta queste dicerie?
Chi l'ha detto è in malafede. D'altra parte, se fosse così avrei vinto. Invece ha vinto Malvenuti, questo anche perché le sue manovre di corruzione ai giurati sono cominciate da subito. Comunque per me non è un problema non aver vinto: chi vince è sfigato nelle vendite, e per me contano solo i soldi.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Spero di riuscire a fare altri film di cassetta. Dopo aver sfruttato la scomparsa di Pegoraro per giocare sulle emozioni del pubblico, ci riproverò con Bobby Brambo, che da un momento all'altro se ne andrà a causa di quella sigaretta fumata per il film di Canetta. Poi sto pensando a un prequel legato alla fine di Pegoraro, potrebbe chiamarsi Ignobili resti.

Tommaso Canetta, regista di Per una boccata di fumo
Come ha preso la sconfitta del suo attore Bobby Brambo?
Si tratta di una scandalosa manovra di sabotaggio voluta dai soliti intellettuali cattocomunisti che criticano un film solo perché ha molte spese di produzione. D'altra parte, il pubblico vuole vedere volti noti, e io gli ho dato Bobby Brambo, la star per eccellenza. Premiare Frank Riccardi è un segno della decadenza della cultura italiana. 
Pochi giorni fa, è uscita una notizia drammatica. Durante un controllo di routine, a Bobby Brambo è stato diagnosticato un tumore. E' una notizia vera? E se sì, si sente responsabile? I soliti maligni dicono che lei lo abbia costretto per settimane a fumare sei pacchetti al giorno per immedesimarsi nella parte.
Non è assolutamente vero. Bobby ha fatto tutto da solo, è lui che ha seguito l'Actor's Studio, mica io. In secondo luogo, esistono degli studi molto precisi che sconfessano il legame tra la nicotina e il cancro ai polmoni.

Bobby Brambo, interprete di Per una boccata di fumo
Come mai un grande attore come lei, protagonista di molti film d'autore, ha deciso di recitare in un blockbuster come quello di Canetta?
E' nato tutto per caso. Mi trovavo in Mulholland Drive in pausa pranzo con Natalie (Portman, n.d.r.) e Scarlett (Johansson, nd.r.) quando all'improvvisto si è palesato Tommaso. Mi ha conquistato su due piedi, anche perchè il mio sogno è sempre stato poter superare Clint Eastwood. E, modestamente, credo di avercela fatta.
Può dirci qualcosa del suo rapporto con il Maestro Maggiacomo, con cui ha iniziato a lavorare a un film in costume?
Il Maestro è un grande regista, nonostante sia il Verderami dei poveri. Le sue indicazioni sono poche ma molto precise. E io eseguo con molto piacere.

Frank Riccardi, premio Oscar per miglior attore con Mo' me arzo
 Dica la verità, si aspettava oppure no la vittoria dell'Oscar come miglior attore?
Ho accolto la vittoria con indifferenza, me l'aspettavo. E sa perché? Perché sono il miglior attore vivente. 
Cosa risponde a chi dice che la sua vittoria è dovuta a manovre di palazzo?
Non c'è stata nessuna manovra di palazzo, lo giuro sui miei figli. Comunque, anche se ci fossero state, le manovre erano a fin di bene, in nome del cinema vero. E non di quella robetta commerciale con Bobby Brambo. Chiariamo, io non ho niente contro di lui. L'ho anche aiutato per un'inquadratura de Il mortuario, che infatti è la più bella del film. 
Qual è il messaggio di Mo' me arzo?
Il mio intento era di dare una visione ampia dei problemi dell'uomo contemporaneo nel momento in cui si connette con un delirio psicotropo in cui trova altre fonti, porca m..., nell'interconnessione pseudo-religiosa tra divino, fatuo e grasso. Ho provato a costruire un personaggio insignificante, talmente scombussolato dalla ritrosia ermeneutica circostante da mimetizzarsi nell'ambiente. Si mimetizza così bene che non lo si vede neanche. 
Quali sono i suoi riferimenti cinemtografici?
Mi lusinga l'accostamento a Welles, ma il mio Mo' me arzo ha molte affinità anche con il Mastorna di Fellini. La mia stella polare è comunque Maggiacomo. Mi addolora la sua reticenza verso di me.

Alessandro Oliva, passante
Volevo segnalare agli utenti che sconsiglio la pizza con pancetta e funghi trifolati prima della lezione di economia. Può provocare sonnolenza e diarrea. Se l'effetto persiste consultare un medico. Mi rendo conto di aver gettato una bomba nello stagno, ma non posso dire altro.

1 commento:

  1. Pres, La ringrazio per aver dato voce alla mia accusa nei confronti di un sistema ormai marcio.

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