martedì 22 febbraio 2011

MO' TE SPIEGO, 22 febbraio 2011

Spiegazioni incomprensibili dei fenomeni socioculturali.

Dottor Riccardi, bentornato.
Ringrazio lei e il panteismo illuminato per essere di nuovo qui.
La prima puntata di Mo' te spiego ha avuto un enorme successo. E' diventato, in una settimana, il terzo articolo più letto di A Pieno Titulo. E' contento di questo risultato? 
Mi lasci dire che sono particolarmente soddisfatto di essere al terzo posto. Per molti secoli il bronzo è stato considerato più prezioso dell'oro, voglio ricordare ai nostri lettori. Poi il terzo posto mi sembra più appropriato per l'alto livello culturale di questa rubrica. Non posso mischiarmi con quella robetta commerciale che sta al primo e secondo posto. Essere terzo mi consente anche di denunciare i giochi di palazzo che annichiliscono la meritocrazia. Questo risultato è un bel segno, mi sento lo sdoganatore dell'alta cultura e dell'haute culture alla grande massa. Voglio però promettere che non mi farò sottomettere dalle trappole della mercificazione intellettuale. A meno che, ovviamente, non mi verrà intestata la quota di Unicredit in possesso dei libici.
La scorsa settimana abbiamo parlato di Sanremo. Come giudica il risultato finale del festival?
Mi sembra che la vittoria di Vecchioni sia la giusta conclusione di un'edizione che si è richiamata con tale vigore alla tradizione milanese. Alludo ovviamente alla merde d'artiste di Piero Manzoni. Dei frammenti della merde manzoniana si ritrovano in quell'ammasso di retorica e di luoghi comuni che contraddistinguono la canzone di Vecchioni. Canzone che risulta una melassa sciropposa e indigeribile per un qualsiasi uomo dotato di un certo criterio, tranne forse Bombolo se obbligato dal Monnezza. Devo però riconoscere che Vecchioni si è richiamato a Manzoni con consapevolezza. Un richiamo trasversale che ha provocato grande interesse e commozione nel conduttore Morandi.
Per quanto riguarda gli altri artisti?
Non ho quasi parole, la mia sapienza vacilla di fronte a questo popo', nel senso meno volgare di merda (ovviamente d'artista), di cantanti. Anna Oxa si richiama all'olio di fegato di merluzzo e il suo legame con il regime albanese (ora anche con quello kosovaro) pare indicare metodi d'antan. Per quanto riguarda l'artista di Cellino, lui è notoriamente il rovescio del gramscismo, il nazionalpopolare estratto dai quaderni e riconvertito come un guanto nel suo opposto. Lo possiamo paragonare alla filmografia statunitense di Vincenzoni, quando se ne andò dall'Italia e finì per fare sceneggiature per i caproni di Hollywood pensando: "Tanto qua devo magnà".
Oggi Il Giornale dedica una finestra a Nicole Kidman e alla questione degli uteri in affitto. Lei che ne pensa in merito?
Voglio segnalare che gli uteri sono in affitto a prezzi scandalosamente bassi. Altro che Pat, qui sta per uscire il Put (Pio Utero Trivulzio) con liste di nomi e tutto il resto. Mentre noi per trovare un utero dobbiamo sganciare fior fior di quattrini c'è chi se lo affitta a pochi soldi. Non mi sembra giusto. E' tutta una questione di put, un acronimo che nasconde una forza espressiva che è molto più di un olismo semantico. Tanto che potremmo aggiungere un’altra “t” alla sigla, e parlare di Putt.
(Interviene il Caccamo e Frank si scatena: "Che fa Caccamo, vuole che le sputi addosso? Guardi che è uno sputo d'autore, non sii timido”). 
Comunque l'intreccio tra pubblico e privato è indistinguibile, come insegnano i sacri testi della Procura di Milano. Non si può più tornare indietro ormai, gli uteri sono in affitto come gli appartamenti dell’Olgettina e allora andiamo tutti ad Arcore, facciamoci invitare anche noi. Abbiamo tutti bisogno di un tetto. E di tette.
A questo proposito, Ruby Rubacuori sarà presente al ballo delle debuttanti a Vienna.
Con questo suo appunto mi sembra di intuire che lei vuole che le parli dell'esistenzialismo alla Camus, oppure della sua variante alla Pruneddu, un recente aggiornamento che propone un'esportazione delle ville sarde di queste attività dionisiache, riallacciandosi al mito di Sisifo perchè comunque tu fai sempre la stessa cosa: vai su e giù e su e giù, come spiegava l'ottimo Alex in Arancia meccanica. Che poi la meccanica governa l'esistenzialismo da molto tempo, come tutti voi ben sapete. A maggior ragione avvaloro l’informazione del pur screditato Caccamo, che segnala lo svolgimento, a Vienna, del “ballo delle debuttane”. Ruby è diretta là, e io pure. Personalmente faccio sempre una gran figura in queste dolci danze.
Un altro tema che sembra emergere con prepotenza negli ultimi giorni è quello dei ladri di salme. E' stata trafugata quella di Mike Bongiorno e il nuovo film di John Landis parla proprio di questo argomento. Lei che ne pensa?
Voglio subito segnalare una salma che è a disposizione di tutti. Si tratta della salma di un ex caporedattore degli esteri del Corriere della Sera. E' pure una salma parlante, quindi la qualità sul mercato è ancora meglio spendibile. Pure la manutenzione è a basso costo, per lo più è in stato dormiente. Per i riscatti si può chiedere direttamente in via Solferino. Dietro questi ladri di salme io leggo la volontà di arrivare a Salma Hayek per riunire l'arte cinematografica alle squisite dinamiche del commercio propugnate da Adam Smith. Adam Smith era, come tutti sanno, propugnatore della mano invisibile che avrebbe mantenuto pace e ricchezza tra le nazioni. Smith aveva ottimamente prefigurato la mano morta, che come vediamo governa con ancora maggiore sicurezza i rapporti politici.
Questa settimana in molti ci hanno scritto chiedendoci il significato di quel dinosauro che tiene in mano nella foto pubblicata. Cosa può rispondere in merito ai suoi fan?
Come sapete amo richiamarmi al passato e quindi ho bisogno di camere di compensazione e immagini di cristallizzazione. Ci vogliono degli archetipi junghiani. Tra noi e il passato bisogna interporre una dinamica oggettuale allorchè si verifichi l'esistenza di un archetipo ideale che nel mio caso era il dinosauro. Il suo collo lungo è tra l’altro metafora di ben altre curiosità e lunghezze. Il dinosauro rappresenta non solo il mio passato ma anche l'umanità tutta che io di solito schifo, come genere e come umanità, ma che nondimeno sento di rappresentare e dominare intellettualmente. Da qui anche l’ambivalenza del mio rapporto con i meteoriti, e la netta condanna del meteorismo, verbale quanto intestinale, del passante Oliva, che a ogni suo passaggio lascia una scia non proprio gradevolissima.


2 commenti:

  1. Che palle. Questa nuova iniziativa editoriale è interessante come un film polacco in bianco e nero - con sottotitoli in tedesco - incentrato sulla vita di un uomo che in una stanza mal intonacata mangia bietole per 6 ore.

    RispondiElimina
  2. Conosco quel film. Era un capolavoro commoventissimo, lo rivedrei ogni giorno, e tu sei un cafone insensibile e maleodorante.

    RispondiElimina