domenica 6 febbraio 2011

LE PAGELLE DEL PRESIDENTE, 4 febbraio 2011

Rociola appena acquistato all'outlet di Serravalle
ROCIOLA 7
Difensore arcigno acquistato coi saldi di gennaio all’outlet di Serravalle, Rociola ha una straordinaria percentuale di contrasti vinti. Pare che solamente le previsioni errate di Sconcerti raggiungano numeri simili. Non ha le mente sgombra, visto che ancora teme che la procura di Milano scopra dalle intercettazioni che è lui il procacciatore di minorenni per i festini di Arcore.

SANTELLI 6
Ancora estasiato per le lezioni pomeridiane, per metà partita corre a vuoto riflettendo sulle profonde questioni sollevate dal corso di storia del costume. Poi si scuote e prova a correre contemporaneamente sulle due fasce per coprire la scorrazzata del Presidente, che era sceso a crossare al 14’ e torna nella sua metà campo al 47’.

Enrico Brizzi


LAMPERTI 6
Il Presidente torna in campo a quasi due mesi di distanza dall'ultima volta. La lunga assenza non ha però inciso sulla sua prestazione, che resta sempre orribile. Sfrutta l’ora e un quarto di partita per rimpolpare la sua media di sonno giornaliero, che così sale a 2 ore e 17 minuti. Strappa la sufficienza perché i compagni non hanno ancora capito come sfruttare le sue qualità subbuteistiche.

ROSSI 5,5
O’Fabuloso si danna l’anima, ma non riesce proprio a entrare in partita. Gioca discretamente di sponda, ma sotto porta non riesce mai a incidere. La sua media gol è disastrosa: il Brasiliano segna solo 7 gol sugli 8 totali della squadra. Evanescente.

Una bottiglia di quella che sta diventando la
bevanda preferita di Lessi
LESSI 7
Soffre in avvio su Rossi, poi si riprende quando Milani, che ne limita il gioco, va in porta. Sembra sempre meno padano, insospettisce il modo in cui richiama i suoi compagni: “uè, guagliò”. Dall’Esselunga di via Vigliani arrivano conferme: Lessi non compra più birra ma zibibbo.

CACCAMO 7
Il magnifico ex capo desk gioca un’ottima partita, sospinto dalla marcia trionfale del suo Milan verso lo scudetto. Protagonista di un’autorete di pregevole fattura, si riscatta segnando un gol alla Comandini e sfiorando il bis di testa, colpo a cui il Caccamo è avvezzo come un cane lo è a miagolare.

LOSI 6
Ancora spossato per le interminabili sedute di montaggio alle quali lo costringe l’inettitudine di Jefferson con Pinnacle, non riesce a incidere come al solito. Losi senza corsa è come Niccolò Fabi senza capelli, come una donna senza gioielli, una porta chiusa senza la maniglia, chiglia senza esca, un pescatore sprovvisto della sua migliore lenza, Don Giovanni senza una tresca, io senza te, uno scettro senza re. Vivo per sempre insieme ad Altroviaggio (vedi marketta).

Glenzer sorpreso a pregare prima del match
GLENZER 6,5
Intimo amico di Carlo Rossella, che si riforniva da lui della Coca Light necessaria per le morigerate serate brianzole (o Brianzoli), Glenzer è meno convincente del solito. Non riesce a bestemmiare come ci si aspetterebbe da un fuoriclasse dello smadonnamento come lui. Forse è influenzato dal ruolo che occupa nel desk, sotto la Favasuli, fatto sta che a un certo punto si fa anche scappare delle parole orribili, che non vorremmo mai sentire su un campo di calcio: “Porco zio”.

MILANI 6
L’uomo che da solo vale la metà del fatturato annuale della Tim si conferma un vezzo inutile per la squadra di alcolizzati, bestemmiatori, caccami e brutte persone in cui si ritrova. Le sue indicazioni risultano spesso incomprensibili, visto che adesso ha cominciato a rivolgersi anche con i compagni in arabo. Dopo la partita, dà buca alla gara di birra e salsiccia perché doveva ancora finire il pezzo per La Sestina.

RIZZATO 6
Non riesce ad accettare il fatto che l’Egitto finisca a pagina 12 sul Corriere e allo stesso modo non si è ancora capacitato della presenza di Milani all’Ifg. Sono tanti i fatti insondabili nella vita. Ogni tanto cerca qualche sortita offensiva per sopperire all’inconsistenza di Rossi, ma anche lui incide più o meno come l’ultimo libro di Enrico Brizzi nel panorama letterario mondiale.

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