martedì 22 novembre 2011

Calcio ai porci - Muller uber Kessler

Gerd Muller (sin.) negli anni Settanta, quando a tempo perso suonava negli 'Hans und der putzerstoffen'

 La scorsa settimana sono stato in Germania per partecipare ad una conferenza organizzata dal Bert Vogts Institut fur Fussball und Katroffelsalad. Titolo della conferenza: “Christian Ziege, l’uomo che ha fatto fallire la Topexan”. Decido di farmi accompagnare da Bobby Brambo e da Gerd Muller. Partiamo venerdì da Sesto Marelli. Andiamo con la Opel Kadett di Bobby, che in Italia non ha la patente, ma in Germania ne ha tre: una per le auto, una per i camion e una per il pullman del Bayern Monaco. Con noi c’è il mitico ex bomber della nazionale tedesca, che ci farà da navigatore. Da è anni amico di Bobby. I due si conoscono da quando Gerd lo allenava nel Borussia Marelli. 
Pariamo alle 6 e all’inizio fila tutto liscio. Alle 7.15 ci fermiamo in un autogrill della periferia di Lugano per la colazione. Coscia di maiale alle mele e crauti, birra, sigaro alla pancetta per me e Bobby. Gerd è a dieta e ripiega su un panino lardo e cozze del lago di Lugano. Poi si allontana per andare in bagno. Usciamo e dopo mezzora ancora non torna. Lo abbiamo perso. Strano, perché ha una memoria di ferro. Lo ritroviamo due ore dopo nella pineta del Delta del Po, mentre vaga nudo urlando “Forza Spal”. Ritorniamo verso la Svizzera, la attraversiamo ed arriviamo in Germania. Bobby si emoziona e canticchia ‘O Tennenbaum’. Chiedo a Gerd dove si imbocca l’autostrada per Berlino, sede del congresso. Lui attacca raccontandomi della semifinale Italia-Germania del 1970, cominciando da quando l’aereo della nazionale decollò per il Messico. Chiedo aiuto a Bobby, ma lui piange intonando ‘Numero Uno’ di Matze Knopp. 
E insomma, o Berlino o morte. Mi hanno invitato, mica posso fare il cafone e non andarci. Arriviamo alla periferia di Monaco. Ci fermiamo per il pranzo in un’area di servizio nel delizioso paesino di Ottoverbagaessuung. Prendo un boccale di sidro di mele con dentro un cotechino. Bobby opta per un classico secchio di patate e grasso di balena. Gerd lo abbiamo lasciato legato alla macchina. Quando torniamo, al posto di Gerd troviamo un Pitbull calabrese di nome Gennaro, che pretende pure di guidare. Lo lasciamo fare, ma arrivati all’altezza dell’Allianz Arena di Monaco, il gioco di luci della facciata dell’impianto confonde il cane, che già aveva un problema a un occhio. Finiamo in un campo di crauti. La macchina resta impantanata e non possiamo più proseguire. Nel frattempo, ci raggiunge Gerd, che indossa un pigiama a righe e in spalla porta uno stereo che spara a manetta ‘Notti magiche’. Aspettiamo l’arrivo del carro attrezzi con Gerd che ci racconta di quella volta che la Germania vinse i Mondiali del 1990, mentre lui era ancora all’Azteca convinto che ci fossero altri due tempi supplementari. 

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