giovedì 1 dicembre 2011

LA BRANDA, L'insostenibile lentezza dell'essere

Le polemiche sui "tempi lenti" del Passante fanno abbastanza ridere se rapportate alla sensazione di consolidata immobilità che, per anni, lo ha preceduto. Non è che veniamo da un frank trot. Veniamo da un fermo immagine durato quasi vent'anni, quello che va dal Maggiacomo del '94 che scende in campo contro i comunisti al Maggiacomo di tre giorni fa che scende in campo contro i comunisti. Sempre con la flebo attaccata. Veniamo da una palude fatta di pornografia, molte decisioni evirate, pochissime vergini prese e clamorosamente illibate (l'abolizione dello ius prime noctis), e una tetta luminscente che avvolgeva tutto e tutti e occultava la realtà della nostra vita, del lavoro, del concreto farsi e disfarsi della nostra società.
A pensarci meglio, le critiche sulla lentezza del Passante, a dispetto delle intenzioni di chi le muove, sono la prova provata che abbiamo davvero e finalmente voltato pagina. Si è rimesso in moto lo squacquerone della realtà, e nello squacquerone una settimana è lunga, un mese è lunghissimo, un anno è l'eternità. Chiedere al Passante di fare in fretta equivale a dire che ci siamo svegliati da una lunga orgia, e lo squacquerone vale, lo squacquerone pesa, lo squacquerone è di nuovo il mostro.


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