mercoledì 8 giugno 2011

PREMIO ALESSANDRO OLIVA, Beppe Fantino

Cenni biografici
Beppe Fantino davanti al cartello del villaggio natale
Beppe Fantino nasce, cresce, vive e si riproduce a Joppolo Giancaxio. Siciliano, classe 1983, nella vita non ha mai fatto niente di pratico e concreto. Infatti ora scrive poesie e articoli giornalistici. Le sue maestre della scuola materna lo ricordano ancora per lo spirito romantico e sentimentale: un po' meno le compagne di classe che hanno cominciato a denunciarlo quando aveva 4 anni. Il padre Ciccio Fantino era fantino e per anni ha provato a convincere il figlio a montare cavalli. Beppe, che gli amici chiamano Rocco, invece avrebbe preferito fare il cowboy: meglio montare le vacche. Un terribile incidente sportivo durante un rodeo (il lazzo per catturare i vitelli gli procurò la torsione di un funicolo spermatico) lo costrinse a rinunciare a una promettente carriera di attore di grande dimensione artistica. Di lì alla crisi mistica, il passo fu breve. Nel frattempo Fantino era sotto processo per vari reati di natura sessuale. Decise dunque di prendere i voti. Prima si candidò al consiglio comunale, poi entrò in seminario. In tutti e due i casi fu costretto alle dimissioni per voto di scambio. E non diciamo che cosa si scambiava. La poesia e la scrittura sono diventate le sue uniche ragioni di vita, anche perché nel 2003 è stato sottoposto a un intervento di vasectomia alla clinica Lorena Bobbit di Godo.

Componimento
C’era una volta l’uomo nero. Non è l’inizio di una fiaba per bambini, anzi è una minaccia contro i bambini. Senza razzismo, per carità. Ma l’uomo nero “c’era”, non c’è più. Non è più lo spauracchio di una volta. Sarà che i bimbi sono ormai abituati alla società multirazziale oppure credono che l’uomo nero sia Zorro o al massimo Paolo Di Canio. La vera minaccia alla serenità pediatrica ha il volto finto-rassicurante di quelli che una volta erano amici dei bambini.
Sbrodolino è il prototipo del nuovo nemico dell’infanzia. Sbrodolino, il cono gelato che non sbrodola: ma siamo pazzi, il piacere di mangiare il gelato è soprattutto il piacere di sporcarsi. Sbrodolino, Cicciobello Sbrodolino: poveri bimbi, Rutelli che sbava è un incubo persino per gli elettori dell’Api. E quelli sono maggiorenni, almeno anagraficamente. Confuso per lungo tempo con Sbirulino (con cui condivide in realtà solo la produzione incontrollata di saliva), Sbrodolino è stato riconosciuto dall’Oms come la più grande minaccia al benessere psicofisico dei bambini italiani. Più di Tonio Cartonio, Mirko dei Bee Hive e Paolo Limiti messi insieme.
Sbrodolino, all’anagrafe Adrien Sbrody, per gli amici più intimi Lino (Alvise Gerolamo), è nato nei laboratori di Telenorba, assemblato da una cricca di presunti giornalisti pugliesi. Faccendieri e controrivoluzionari hanno capito che occorreva un simbolo, un totem, una figura carismatica che fungesse da leader mediatico per le giovani menti da plasmare al verbo dell’idiozia. Ed è proprio da qui che nasce la storia e la carriera di Sbrodolino, identificato dalla Food and Drug Administration come sostanza stupefacente allucinogena sintetizzata chimicamente. Alcune popolazioni tribali stanziate a sud di Tunisi ricavano però il principio attivo Sbrodolinina dai residui di mirto nelle botti del Su Pistillone, considerato prestanome dell’organizzazione criminogena internazionale dedita al traffico di narco-toys. Sbrodolino è una delle tante droghe ludiche distribuite dalla mafia Zuzzurellona.
Ma Sbrody è davvero così pericoloso? Esistono movimenti che lottano per la liberalizzazione dei giochi leggeri, tra i quali rientrerebbe anche il simpatico bambolotto minchione. Ci sono al contrario sottosegretari che accusano Sbrodolino di voler minare alle fondamenta la famiglia tradizionale fondata sulla Barbie. Studi recenti promettono però rivelazioni clamorose: i bambini, soprattutto i maschi un po’ cresciutelli, preferiscono Sbrodolina.


Beppe Fantino

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