martedì 16 giugno 2015

LE PAGELLE DEL PRES: il matrimonio del Cialtrone


Per chi non ci credesse, rieccoci qui. I profeti della zizzania, le penne della discordia, i taccuini della disinformazione. D'altra parte certi coglioni non finiscono fanno dei giri immensi e poi ritornano, come diceva Torquato Tasso Alcolico (Frank Riccardi docet). Sono d'accordo, purtroppo abbiamo deciso di tornare per un'occasione insignificante quale il matrimonio dell'amministratore delegato più cialtrone, anzi Cialtrosius, che la storia ricordi. La decisione improvvisa e irremovibile nasce anche dal fatto che il prossimo grande evento in calendario sarebbe stato il ritiro del primo assegno pensionistico della nostra comune amica spagnola (non facciamo nomi perché noi abbiamo tatto). Comunque, in tempi di quote di redistribuzione e immigrazione coatta, non si dica che noi non abbiamo un occhio di riguardo per i profughi. L'idea di questa iniziativa infatti è da ascrivere al consulente emotivo Daoud che non sempre pensa, ma quando pensa...

SPOSO voto 10.  La sua bellezza è pari solo alla sua eleganza che è pari solo alla sua credibilità. Costringe gli astanti a un interminabile viaggio tra le valli piacentine millantando la presenza di cascate che solo pochi fortunati dopo chilometri di scalata hanno avuto il piacere di ammirare. Presenzia alla cerimonia con grande garbo e classe, pomicia con perizia e trasporto con la sposa (voto 10 anch'ella, ovviamente) non appena ne ha l'occasione. Scala i monti a bordo della 500 con gramsciano sprezzo del pericolo. Poi si rende protagonista del primo furibondo litigio con la coniuge su una discesa piena di sassi e caccami. Dopo il matrimonio non è più lo stesso. E dire che già un tempo c'è chi lo aveva inopinatamente definito "brutta persona". Ma noi siamo convinti: sarà ancora migliore di un tempo. Bello sforzo.

IL TESTIMONE voto 4. Prima si prende tutta la scena decidendo di celebrare la sua cresima in contemporanea al matrimonio dell'Ad, poi si perde sulle valli affidandosi scriteriatamente al senso dell'orientamento di Jefferson. Manca dunque la sua testimonianza sull'aperitivo. In serata progetta un incendio, per finire poi a sirtakare con l'ex direttrice editoriale. Il faccendiere prende nota nell'ombra. Per chiudere in bellezza, discetta di Riviera Adriatica con due loschi figuri. E poi la notizia più drammatica: costretto pure a luglio e agosto all'esilio settentrionale, non potrà presenziare alla stagione estiva del Su Pistillone,

IL PRES voto 4. Non gli viene in mente di invitare Gianni Drudi, si deve far consigliare il rilancio della sua creatura dal consulente emotivo, si veste come un cameriere della Cinzano. Poi arriva e parcheggia pure in maniera ignorante davanti al Comune. Non gli riesce neppure il depistaggio sul direttore editoriale che chiedeva lumi su quale fosse la sposa. Prosegue la sua fallimentare campagna prendendole di brutto a biliardino e a scopa. Corona il tutto dormendo per terra. Non ci sono più i presidenti di una volta.

DAOUD voto 8. In una calda serata di inizio giugno, mentre si sta soffiando il naso coi piedi, ha un'illuminazione: la zizzania tobagista deve tornare. Si adopera per riuscirci con grande impegno e dedizione, caratteristiche comune agli immigrati della sua pasta, non quella del capitano che stavolta resta cautamente a casa dopo aver spruzzato ai suoi tempi il bagno del Pruneddu in seguito a uno starnuto assassino. Sente la mancanza di Zubumba e prova a sostituirlo con un curioso cagnetto con una coccarda al collo, ma non è la stessa cosa. Se ne va quando sta calando il buio, vengono fuori le lucciole e il tempo è ormai quello di un asterisco.

IL FACCENDIERE voto 7. Arrivato in extremis, rischia subito di essere cacciato dallo sposalizio per un attacco di stupidera salentina acuta. Rientrato in sé, torna con grande sapienza nell'ombra dalla quale era incautamente fuoriuscito. Scompare anche lui con la comitiva guidata da Jefferson, quando si ripresenta ai festeggiamenti partecipa attivamente al dossieraggio matrimoniale. Si trasforma in un incrocio tra Maicon dei bei tempi e Dani Alves a biliardino, trionfa a carte. Poi osserva la consorte partecipare alle attività comuni con lo stesso sguardo di Peter Griffin quando guarda il Pollo.

L'AVVOCATO voto 8. Sicuramente uno dei migliori in campo. Si presenta con un papillon annodato in tempi e modalità da medagliere olimpico. Il cappello alla Indiana Jones, anzi secondo qualcuno alla Sean Connery versione padre di Indiana Jones, gli conferisce quell'aria sbarazzina che ha fatto così innamorare tutte le ascoltatrici dei Soundtrack Brothers Show. Pianta con esiti discutibili la tenda in mezzo a una riserva naturale di zanzare. Vero colpo da maestro la mattina seguente, quando si risparmia la visione delle altrui occhiaie ad altezza ombelico e rimane in tenda a procreare, o più probabilmente a disquisire di pallanuoto.

IL DISINFORMATORE CULTURALE voto 8. Meno in forma del previsto nella disciplina in cui è stato indiscusso campione mondiale per 5 anni consecutivi, quello dello stipamento del piatto. Mangia con moderazione, eloquia con la solita cialtroneria. Spinto dagli estimatori zizzanieschi a prodursi in una delle sue dissertazioni colte arringa la folla con un improvvisato Mo' te sposo. Presenza insipida in serata quando si spegne progressivamente in una gramsciana malinconia post spiegazionista. Straordinario in camera da letto dove duetta mirabilmente nel concerto a fiati suonato dal direttore editoriale. Risultato magnifico, senza nemmeno l'ausilio del ghirillo.

IL DIRETTORE EDITORIALE voto 9. E' lui la sorpresa più positiva della giornata. Testuale. Il suo arrivo era quotato quanto il triplete della Juventus. E lui imita la sua squadra del cuore che ha testualmente trionfato a Berlino arrivando persino in anticipo sulla tabella di marcia. Sorretto dalla sua grande memoria per nomi e luoghi, si trascina elegantemente a destinazione dove si produce nella consueta serie di alcol, bestemmie, burocratismi testuali. Protagonista del concerto notturno insieme al disinformatore culturale, suo antico rivale ai tempi della IV Pianificazione Testuale, pare essere riuscito persino a tornare sano e salvo in quel romantico tugurio da muro di Berlino che chiama casa. 

LA LEMON CHICA voto 7. L'unica donna di Pieno Titulo. E ci sarà un perché. Anzi ce n'è più di uno. Splendida con la veletta (o comunque si chiami quel diabolico arnese che lei e le altre infinitamente più brutte astanti indossano sul capo), incantatrice con le parole, ammaliatrice con gli sguardi, appassionante nei ragionamenti, conturbante nei movimenti. Insomma arriviamo al dunque: siamo noi i prossimi?

L'EX DIRETTRICE EDITORIALE voto 8. L'unica donna a essere stata allontanata da Pieno Titulo considerata meritevole di un voto tutto per sé. Questo essenzialmente per quattro motivi. 1: il suo straordinario look da Black Dahlia. 2. la sua magnifica e faticosissima vittoria a Twister. 3. la sua cura nel creare un improvvisato cuscino per il Pres e soprattutto 4. le sue mancate lamentele quando il Faccendiere sta giocando a biliardino. A Pieno Titulo le donne, a meno che non siano la Lemon Chica, piacciono così.

JEFFERSON voto 4. Come spesso gli accade è uno dei peggiori in campo. Limita al lumicino le imitazioni di Mosca e compagnia, non si produce in nessun pendolino. Causa lo smarrimento di metà degli invitati con una inutile gita sull'appennino ligure giustificata con la volontà di passare per il percorso naturalistico. E, soprattutto, è ignaro della presenza della sorella al matrimonio. Il loro incontro è una scena commovente che non può offuscare i pesantissimi demeriti del tobagista più grasso dopo il Pres.

IL MAESTRO voto 7. Elegante come solo un Maestro può ambire a essere, conferisce autorevolezza e stile a tutta la cerimonia, impreziosita dalla proiezione della sua opera omnia sullo schermo allestito nella tenda dell'avvocato. Lo Stanley Kubrick dei Tinto Brass si deve invece accontentare di sopportare sadomasochisticamente il duetto direttore editoriale - disinformatore culturale.

IL RAGNO voto 6. Esordio da non disprezzare per il bestemmiatore più veloce del Nord Ovest. Il massimo esperto in feste di laurea (tranne che nella sua) presenzia al suo primo matrimonio con la discrezione che da sempre lo contraddistingue in tutte le attività che non comportino il respirare. Stringe un patto di non belligeranza col Pres sul numero di fette di torta, non si ferma a dormire perché a casa lo aspettano i ritocchi finali al suo nuovo pamphlet filosofico (dopo il grande successo di Dio o il Mondo? Eh sì, no, infatti) ambiziosamente intitolato Critica della Bestemmia Pura.

LO STREGONE voto 9. Fuoriclasse assoluto.

TUTTI GLI ALTRI voto 0.

Il Pres

Nessun commento:

Posta un commento