mercoledì 17 giugno 2015

LA FOSSA DEL QUORE: edizione matrimonio

Storie d'amore, racconti strazianti delle vite amorose distrutte dal matrimonio del Cialtrone

Danze intorno al fuoco, orge e sacrifici animali per accompagnare alla tomba un amore durato
dieci anni. Come sempre ha stupito la generosità degli sposi che si sono lanciati in una vita di  tristezza e routine con il sorriso sulle labbra, mentre offrivano ai propri ospiti un baccanale degno di Andrea Dipré.

Ma visto che nell'universo nulla si crea e nulla si distrugge, la fine di un amore è sempre accompagnata dalla nascita di altri: perché, secondo voi, i matrimoni sono i posti migliori per
rimorchiare? La nostra Lilli Gruber di Caserta, che sarà pure nata tra le rotative del Mattino, ma mica ieri, lo sapeva bene. Arrivata con il preciso intento di riequilibrare il karma galattico, ha puntato fin dalla cerimonia la sua preda: una pregevole controfigura di Un Posto al Sole, scappato dal set
approfittando del parapiglia creato da un falso allarme eruzione. Appena fuori dalla sua gabbia dorata il belloccio ha iniziato a vagare senza meta finché non è stato salvato da una lupa dell'Appennino. Solo per puro caso si è ritrovato alle pendici dei colli piacentini dove tutti gli invitati lo hanno scambiato per un amico dello sposo: aveva il loro stesso sguardo, quello della mucca che vede passare il treno.

Purtroppo la nostra Lucia Goracci dalla Campania Felix, ignorando le più basilari regole della fisica
quantistica, ha tentato di conquistarlo con il suo superpotere: una spietata serie di trasmissioni telepatiche. Le onde hanno iniziato a rimbalzare tra le orecchie del poverino creando un prevedibile effetto doppler. Sul far della sera, tra l'indifferenza alcoolica generale, la testa del malcapitato è esplosa  dando luogo al falò intorno al quale hanno avuto inizio le danze (ed è stato allora che qualcuno ha esclamato: “è ora di cucinare il maiale”. Ma questa è un'altra sanguinosa storia).

Altrove, nel frattempo...

Gli anziani si erano già ritirati nelle loro stanze. Con un bieco pretesto il Biondo – dalla tradizionale
capigliatura ossigenata con gli effluvi della grappa – ha conquistato il giaciglio più ambito, accanto alla gattopardesca Dama che per tutto il ricevimento era stata oggetto delle fantasie erotiche dei più. Un brutto gesto, che lo Hugh Hefner di Latina non ha tollerato: era pronto a lanciare un esercito di pidocchi contro i barbuti individui dal risvoltino stravagante che avevano guardato troppo insistentemente la sua prediletta, ma un tale colpo basso lo ha lasciato di stucco. È così partita la sfida a singolar tenzone molto temuta dagli altri occupanti della stanza: i due hanno iniziato a scambiarsi freddure che son presto diventate parafrasi forbite, degenerate in insulti da bar e, infine, in peti. Ed è qui che gli astanti, pur curiosi di scoprire chi ne sarebbe uscito vincitore, si sono lasciati vincere dall'istinto di sopravvivenza rifugiandosi nel più prossimo riparo di fortuna: una tenda rossa a soli quattro giorni di cammino. Anche da lì, però, potevano sentire il russare dei due contendenti, deducendo quindi che, sopraffatti dalla loro stessa sfida, fossero svenuti e si fossero quindi addormentati.

Ma la Fossa del Quore può proporvi un documento esclusivo che svela i retroscena di quella notte
burrascosa. Abbiamo ricevuto una lettera da chi c’era:

Carahhhahahahahahah Fossa del Quore,

ma dove sono finiti i gentiluomini di una volta? Lasciarmi lì, da sola, in mezzo a 'sti due bifolchi! Ma
ci credi che nessuno ha pensato a tirarmi fuori da lì? Se ne sono andati! Ed io ero legata al letto (il Biondo aveva appena finito di colorare le sfumature di grigio) ad aspettare... che credevo che si fossero dimenticati proprio! E poi mentre ero lì che poco poco stavo per svenire, il mio cavaliere è partito a spiegare l'origine della nobile arte di ammazzarsi di peti. D’improvviso, illuminato sulla via della dissertazione quel barbaro senza re esclama:

“Ma tu conosci il Peto Più Fulminante dell’Emilia?!”

”Eh come no! Ma le pare! Stavamo in classe insieme”
”Ah ma allora stavi in classe pure con me! Sai, ho un po' di problemi con i nomi... ma anche con le
facce. E poi quelli con la barba sono tutti uguali”


Ciò detto, si sono riappacificati davanti all'ennesima boccia di vino. Quando ho fatto notare che
anche io stavo lì si son guardati con aria di intesa, hanno messo su la stessa cassetta che da adolescenti usavano per far credere ai genitori di star dormendo mentre si ammazzavano di seghe e.... come si diceva ai nostri tempi: tu is megl' che uan”.


La Ele

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