mercoledì 17 giugno 2015

MO' TE SPOSO: della goduria post-coloniale


Ricordava l'amato Jorge Luis Borges, poeta incommensurabile, che gli specchi e la copula sono abominevoli, poiché moltiplicano il numero degli  uomini. Ecco, il passaggio normativo per la copula, nel nostro grezzo mondo, è sempre stato l'istituzione matrimoniale. Già dunque deprecabile in sé, con la nascita di una coppia a nome Losi il matrimonio assume non una, ma almeno 50 sfumature di cialtroneria. Non staremo a elencarle: ci limitiamo a segnalarne il colore, l'arancione. Un tempo associato ai bonzi, è ora una gradazione tipica degli sbronzi, quelli di cui l'ormai signor Cialtrone si è circondato durante gli orridi festeggiamenti del suo matrimonio - messi in scena in una cascina che meritava di essere ridotta in macerie: e sulle sue rovine, passeremmo volentieri a spargere il sale...ma  quello rosa dell'Himalaya, sempre abbondante nelle cucine più incialtronite.




Catone, nell'antichità, voleva fare la stessa cosa con Cartagine: ma la capitale fenicia è già troppo cheap per i nostri sposini, in procinto di portare il loro disgustoso pucci-pucci ad altezze equatoriali. Ovvio, perché con qualche zulù intorno la relazione si avvia meglio. Ma non per le ragioni anatomiche che voi volgarotti pensate. Gramscianamente, il matrimonio è istituzione volta a perpetuare il dominio delle strutture sociali esistenti: e i negretti bene in vista servono appunto a solleticare la schadenfreude dei nostri bravi borghesucci appena accasati. La goduria post-coloniale aumentata dall'altrui miseria è un sentimento che più dell'amore può unire per il resto della vita. Inizi a provarlo in Africa, ma anche un giro per la circonvallazione esterna di Milano o a casa di colleghi giornalisti terroni lo rivampa con facilità.

Per questo, il minimo che possiamo augurare a delle persone così brutte è d'incappare in una tribù di Caccami agguerriti e tignosi, pronti a torturarli con uno spettacolo di marionette tribali muto ma con rumori di scena in swahili. Ad maiora, e soprattutto ad maiolica – quando bisogna condividere il cesso per l'eternità, anche le pareti sullo sfondo assumono un'importanza metafisica.

Frank Riccardi
con la partecipazione straordinaria della Jefferson Images

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