giovedì 1 marzo 2012

Buongiorno Padania (e Marziana)

Perché i veneti non vogliono dare i loro soldi alla Tesoreria centrale?
Lo scrive Franco Rocchetta, in un'antologia di scritti scelta da un nostro collaboratore segreto.
Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta,
fonte foto: tribunatreviso.geolocal.it
Fissiamo convenzionalmente al 1500 a.C. l’arrivo più consistente dei Veneti in questa terra (o, meglio, un continuum di rocce e boschi ed acque) che da essi prenderà il nome “Veneto”. È la data approssimativa della comparsa, qui, della pratica centro europea dell’incinerazione; ed é la data che indica, qui, il passaggio piuttosto brusco dall’età del Primo Bronzo all’età del Bronzo Medio. Successivamente a tale passaggio, nessun elemento ci indicherà più alcun sostanziale mutamento nel quadro culturale del Veneto (...) 
Abbiamo sorvolato nei capitoli precedenti le terre anfibie dove il popolo pacifico dei Veneti e delle Venete viveva, nel secondo millennio avanti Cristo, in armonia con i castori, con le lontre, le intelligenti signore delle foreste alpine e delle lagune, e con i delfini.
La risposta, allora, è semplice: i veneti non sganciano i soldi a Roma perché voglio starsene in pace, tutelare le intelligenti signore delle foreste alpine e delle lagune. E proteggere gli estinti: i delfini.

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