giovedì 31 marzo 2011

TOBAGI VISTA DA Eleonora Brianzoli

Come di consueto, sempre di giovedì, un modo per capire, per capirsi e forse anche per capirci. Percorsi umani ed esistenziali. Testimonianze di vita e di giornalismo. Quando una lezione, vista l'ora, è appena finita e una nuova lezione è appena cominciata. Una lezione in più per capire, vivere, sognare.

Buongiorno dottoressa Brianzoli, è pronta per l'intervista?
Oh cazzo, è oggi!
Restando in tema, cosa rappresenta per lei il suddetto?
Rappresenta freudianamente il senso della vita. Non quello di Bonolis, lui lo lascerei dove sta. Bisogna saper scegliere. E io ho scelto.
Eleonora Brianzoli, lei come è sbarcata alla Tobagi?
Mi hanno recuperato in mezzo ai rifiuti come i neonati buttati via. Li stavano portando alla ruota dei colombi. A me mi hanno acchiappata e mi hanno portata qui. Non so bene cosa ci sto a fare qui.
A proposito di neonati, recentemente c'è stata una polemica sulla rupe tarpea. Lei come l'ha scampata?
Sono stata fortunata! Che poi su sta rupe mi avevano pure portata. Però, come le ho detto, la caduta è stata attutita dal cumulo di rifiuti. Ma i danni ci sono. E pure evidenti.
Quando si parla di avvocati alla Tobagi, si citano sempre solo Canetta e Casella. Lei viene puntualmente dimenticata. Come se lo spiega? Cova rancore?
Ma no! Uno dei motivi per cui sono qui è che ho sempre considerato la professione avvocatizia la peggiore del mondo. Gli avvocati sono le persone più brutte che mi è capitato di incontrare durante la mia vita. Canetta non è che una conferma a questa mia teoria. Comunque non ce l'ho con chi non mi cita quando si parla di avvocati, anche perché la mia natura professionale è proprio un'altra. E non ho rancore verso Casella e Canetta, sono già abbastanza sfortunati a essere considerati degli avvocati. Anche se Canetta è una persona orribile. E' stato lui a mettere in giro le voci secondo le quali Losi è una brutta persona. Invece Losi è notoriamente la controparte maschile di Madre Teresa di Calcutta. Quanto meno in confronto a Canetta che subliminalmente sta cercando di prendere in mano A Pieno Titulo.
In questi mesi avrà sicuamente avuto modo di sviluppare odio verso alcuni suoi colleghi. Ma chi è che odia di più?
Sarebbe più facile dire chi odio di meno. Se posso, desidero scagliarmi contro i barili di trote marce della Tobagi. E parlo in generale, non solo di quelle del Passante che poi, se vogliamo dirla tutta, non sono poi così marce. Lui è il primo che passa, in quanto Passante, ad acquistarle dal grossista. Poi le trotte passano di mano in mano attraverso diversi livelli di marcitudine. Mi rivolgo al Passante: non cerchi di attribuirsi questa palma, non è lei quello con le trote più marce della Tobagi. 
Parliamo della sua rivalità con Maggiacomo. Come è stato per lei, da regista di porno al femminile, ritrovarsi alla Tobagi un autore di film così tradizionalisti come il Maestro?
Ma no in realtà io sono una delle protagoniste preferite dal Maestro. Ho recitato in molti suoi film e quindi non sento nessuna rivalità. E poi anche porno al femminile e porno al maschile, dipende tutto da come ci si propone per interpretare e guardare questi film. E' una questione di gusti e soprattutto di capacità. Non è detto che i porno al maschile non siano adatti alle donne, ma anche noi dobbiamo intervenire. E io, modestamente, intervengo. A più riprese.
Ci parli del progetto sul Mi Sex che ha in comune con Silvia Favasuli.
Credo che Silvia abbia un grande potenziale che non esprime totalmente. Conto di riportare alla Tobagi una Silvia che conosce meglio se stessa e più aperta alle numerose proposte che le arrivano peraltro in blocco da tutti e 19 gli uomini del master. Uomini inutili, se posso aggiungere. Anzi, no 18 inutili. Il Maestro è utile, altro che. Lui è al di sopra delle parti. Di tutte le parti.
Eleonora Brianzoli, lei ha già trovato il suo brand?
In realtà il mio brand è in palese conflitto di interessi con la mia attività attuale. Attività che d'altro canto mi permetterà di ottenere qualsiasi posto di lavoro.
Si sente abbastanza intermediale?
Soprattutto inter. O infra. A seconda dei contesti.
E' ottimista per il futuro della professione?
Ma certo. E' la professione più antica e insieme la più moderna del mondo. E' una professione che gode di ottima salute e mantiene pure in ottima salute. 
Una domanda a bruciapelo: chi è l'uomo più affascinante della Tobagi?
Ah, ci sono uomini affascinanti alla Tobagi?
In questi giorni un po' tutti fanno la lista dei 10 motivi per cui vale la pena vivere. Lei ce ne fa una sua?
Con piacere. 
1. L'ho già detto all'inizio.
2. I preservativi alla frutta.
3. Giacere in un amplesso con la persona che più ti eccita sulla tomba di Cicciolina.
4. La fellatio
5. Il cunnilingus
6. Fare l'amore con un musicista
7. La gangbang
8. La lap dance
9. Partecipare a un film del maestro
10. Svegliarsi dopo una notte di grande sesso e scoprire che il tuo partner ha opportunamente già tolto il disturbo.
Concludiamo come sempre il nostro incontro chiedendo al nostro intervistato di farsi una domanda e di rispondersi con un'altra domanda. Dott.ssa Brianzoli, lei cosa si chiede e cosa si chiede rispondendosi?
Esistono ancora uomini affascinanti? Un sì, un no. Un forse?
Dott.ssa Brianzoli, la ringrazio. E' stato un piacere.
Piacere mio. Forse.

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LE PAGELLE DEL PRESIDENTE, I 10 motivi per cui vale la pena vivere

Cedendo alla moda del momento, anche il Presidente ha deciso di diffondere i suoi personalissimi dieci motivi per cui vale la pena vivere.

1. I 28 Activia di cui si nutre Losi durante ogni pausa pranzo.
2. Stefano Glenzer che bestemmia alla cappella di San Gervasio e San Protasio di Cesano Boscone.
3. Andare con la persona che più ami sulla tomba di Mike Bongiorno e leggere l’iscrizione: “Qui non giace nessuno”.
4. Il gol di Caccamo nell'amichevole TunisiaClandestina - Rappresentativa Lampedusa. Caccamo militava nella selezione tunisina.
5. Le Petiadi di Oliva.
6. Rubers Bentoglio che canta Fiky fiky sulla terrazza del Su Pistillone.
7. Tuffarsi nell’Adriatico, dove il mare è mucillagine.
8. Sognare di tornare a casa, dopo essere stato per lungo, lunghissimo tempo al desk a tagliare un pezzo di Elia Milani.
9. Tornare nell’utero. Di chiunque.
10. Dopo una giornata in cui l’Ad non ha lanciato nemmeno un ipse maledixit, tornare a casa e leggere una lettera del Passante.         




IL PROFILO, Paolo Fiore

Nato nel regno del Salento venticinque anni fa, lascio saggiamente il mio paese, Leviatano, per inseguire il ruffiano obiettivo di fare il faccendiere. Faccio danni a Bologna, Roma, New York fino a minacciare Milano. In mezzo, una carriera triennale da scienziato della disinformazione, una specialistica in Zizzania e stortura e la partecipazione alla macchina del fango. Mi piacerebbe riscrivere la storia d’Italia, altro che Montanelli. Ma il sogno è fare dossieraggio a modo mio.



mercoledì 30 marzo 2011

FOTO: La redazione di A Pieno Titulo

(Foto Jefferson Images)

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IPSE MALEDIXIT, I 10 motivi per cui vale la pena vivere

Per adeguarsi all’insipienza del tunisino e di quel montato di Riccardi, questa settimana Ipse maledixit si trasforma in....
X malediociones: 5 cose per le quali varrebbe la pena suicidarsi e 5 cose senza le quali la vita andrebbe avanti comunque, in ordine sparso.
1)      1) La sugna della cassoeula
2)      2) Mino Reitano e Umberto Bossi che cantano Italia nello speciale Sanremo condotto da Bruno Vespa
3)      3) Uscire dal proprio sepolcro e leggere ciò che i tuoi parenti hanno scritto
4)      4) I gol del Passante a calcetto
5)      5) La Giorgessiade, l’epopea di un uomo fuggito a Casablanca, dove ha iniziato una bella amicizia
6)      6) Ascoltare Bobby Brambo che canta Baviera mia, mentre soddisfa i suoi bisogni in bagno
7)      7) Far tuffare chi ti sta sulle palle in una piscina vuota, ma molto blu
8)      8) Non dover sognare di tornare a casa, perché tu puoi
9)      9) Far l’amore in tutti i luoghi e in tutti i laghi (del Nord)
10) 10) Dopo una giornata da vero Ad, passata a licenziare anche chi combina qualcosa di buono, ricevere una mail del Presidente che dice: “Sono fiero di te!”


IL TEMPO DI UN ASTERISCO, La cozza

Seconda puntata della pubblicazione della raccolta di poesie "Il tempo di un asterisco" di Livio Ottavio Turlà. A corredo dei versi è presente un'analisi critica di Frank Riccardi, il redattore della fortunata rubrica Mo' te spiego

La cozza
Grande scoglio della mia vita,
resto aggrappato a te come una cozza,
ma so che nella tempesta,
tu reggerai,
e sopporterai,
la mia presa pesante e grave.

L'analisi di Frank Riccardi
Siamo già in una fase successiva sia all’ermetismo che al classicismo novecentesco ungarettiano. (Passa il Passante e Frank se la prende, ndr) Questo passa e contesta come si permette, questo vociare ignorante è figlio di un’epoca deragliata. Oliva è senza una ragione e un’argomentazione, allora capisce che Berlusconi è un prodotto nemmeno più una causa. Già Nietzsche parlava del tramonto della civiltà. (Frank se la prende anche con Bobby Brambo). E lei che vuole, torni in Germania.
Allora cominciamo: la cozza, questa riappropriazione della materia non esclude un livello puramente intellettivo e umorale, chiaramente la cozza ha un risvolto esistenziale e rimanda a un’altra tradizione novecentesca che caratterizza gli anni 40 e 50 con Montale. Questa cozza non poteva certo appigliarsi così a caso, resiste alla bufera ed altro. Lo scenario è senz’altro quello, in più … (Frank se la prende con le persone presenti che si mettono a cantare) Canticchiano musiche barbariche mentre cerchiamo di diffondere oasi di cultura e classe di elevata sonorità. (Oliva vuole dire la sua: “E pigliate ‘sta sonorità”. E poi produce un’intensa pernacchia aiutandosi appoggiando entrambe le mani ai lati della bocca).
Grande scoglio. Ecco, si tratta di una metafora certo usata spesso ma quello che mi colpisce è la freschezza di Turlà, che riesce a rivitalizzare una metafora che poteva essere usurata e che qui invece vive con forza. Ecco il vulnus esistenziale e artistico della produzione di Turlà è tutta in questa immagine utilizzata come un aggrappo tra materia mondana e materia ultramondana.
C’è da notare la sincopata struttura ritmica del componimento. Turlà va sempre a capo, questo spezzarsi non può trarre la sua giustificazione da un continuum classicista. È chiaro che anche in questo ritorno alla natura è l’inquieto frammento del tempo presente moderno che fa da ambiente. Non possiamo citare il futurismo perché forse forzeremmo la mano al poeta, ma dietro alla cozza c’è un paesaggio spezzato, frastagliato e ridotto a macerie per quanto immaginifiche. Tu reggerai e sopporterai perché l’impegno è grave e gravido di conseguenze per la poesia italiana che oggi si trova un po’ in disarmo. Nel panorama poetico italiano Turlà rappresenta un tornello. La metafora sulla quale si basa il componimento è la stessa della grande canzone di Neil Young. Turlà è un tornello attraverso cui passa la folla della poesia italiana, o meglio plebaglia. La cozza spurga sì per carità ma questo spurgare nel Novecento è pressoché egemone e in questo Turlà non fa eccezione.
Nell’ultimo verso ci sono due riferimenti a Mario Luzi e a Omero. La presa pesante porta a pensare all’avanzamento dell’età e a una visione in prospettiva che possa portare a risvolti umani e religiosi. Questo per quanto riguarda Luzi. Per ciò che concerne Omero, Turlà vi si avvicina per l’uso di due aggettivi tipicamente omerici riguardo alla descrizione dell’armamento che si fa metafora della rappresentazione divina dei vari dèi incarnati nella battaglia. Metafora che si ricollega poi al peso umano dell’esistere e dell’andare avanti in questa landa che già Eliot definì desolata, ma che in Turlà si bagna di spuma marina.

Le pillole esistenziali di Livio Turlà
Voglio iniziare a raccontarvi di me dalle cose basilari. Ho 27 anni, sono nato sotto il segno dei pesci in un freddo pomeriggio di marzo. A Marsala quel giorno c'erano solo 32 gradi. La mia famiglia è sempre stata appassionata del mondo classico, come il mio nome può testimoniare. Ma io, pecora nera di casa, forse per rigetto nei confronti di quella che per me era una vita già scritta, ho preferito tradire le speranze dei miei genitori, pur continuando a coltivare il grande amore per la classicità, alla quale la nostra poesia è vicina.  Ma torniamo ai dati anagrafici. Sono piuttosto alto in rapporto ai miei corregionali: 1,63 cm per 60 kg di peso. Non sono grasso, bella presenza. Ho conseguito con successo la licenza classica nel 2003. Lo stesso anno mi sono preso anche la patente. Ma non amo guidare, al volante divento troppo aggressivo. (continua)   


IL PROFILO, Lidia Baratta

25 anni e una grande passione: la ‘nd...uja. Per esportarla, dopo il liceo mi trasferisco da Cosenza a Bologna, dove mi laureo in Scienze dell’infiltrazione. Poi a Roma, dove concludo la specialistica in Malavita nel giornalismo. Dopo le coperture universitarie, volo a Buccinasco e qui mi commuovo puntualmente passando davanti al comando dei carabinieri che mi ricorda la sede del Cosenza Times. Tornata in Italia, decido di infiltrarmi alla “Walter Tobagi” di Milano. Missione compiuta. Il prossimo obiettivo sensibile? Minacciare gli altri, perché ancora non hanno capito chi sono.



martedì 29 marzo 2011

LETTERE AL DIRETTORE, Inchinatevi al mio volere capre, capre, capre, capre, capre, capre, capre, capre, capre

Gentile Presidente,
poichè oggi, mentre giocavamo a strip-poker nella pausa pranzo, Lei mi ha accusato del fatto che ieri Le ho invitao solo 57 lettere di protesta, oggi rimedio inviandogliene una sola, ma dove ne ho per tutti. Compreso il Caccamo, che tra l'altro non attacco mai.
Dunque, parliamo del lancio di NN. Innanzitutto, il titolo non mi piace. Avrei preferito qualcosa di più sobrio, tipo 'Losi pezzo di merda' o 'Universitette'.
Poi, parliamo della mia nomina a Capo Desk. A parte il fatto che questa nomina mi spetta per diritto naturale, lei nel suo blog dice: 'Il desk per il primo numero di NN è così strutturato'. Per il primo numero un cazzo: io sarò Capo Desk per sempre, anche dopo la mia morte.
Ma andiamo avanti: chi ha stabilito che i pezzi vanno consegnati il 18 aprile? Io quel giorno devo andare a Rimini, a una conferenza dal titolo 'Rapporto tra politiche economiche del territorio e anatomia del sesso femminile'. La data di consegna la decido io, così come mi arrogo il diritto di indire riunioni come e quando voglio, anche alle 3 di notte, ovviamente a casa del Caccamo.
E poi: qualcuno, vedi Arcangelo Rociola, si è già permesso di consegnare il pezzo. Come si permette? Qui decido io come e quando vanno consegnati, anche alle tre di notte (sempre a casa del Caccamo). Inoltre il Rociola ha dato il pezzo a Lei e non a me. Questa non mi va giù. Ho già provveduto a pisciare sulla sua coltivazione di cime di rapa.
E questo è quanto.

Il Passante, nonchè capo desk eterno. 

Risponde il Presidente Lorenzo Lamperti
Caro Passante,
lei ha carta bianca, proprio quella carta igienica che le piace tanto. Faccia quello che vuole con i redattori di questo numero di NN e disponga di loro come crede. Basta che il sottoscritto riceva i pezzi passati in tempo per pubblicarli.
Con stima eterna,

MO' TE SPIEGO, I 10 motivi per cui vale la pena di vivere

Spiegazioni incomprensibili di eventi socioculturali.

Caro Frank, buonasera, Dopo quelli di Saviano e di Caccamo, il pubblico è ansioso di sapere i suoi 10 motivi per cui vale la pena vivere.
Buonasera, allora cominciamo. Siamo qua, virtuali e sostanziali. D'altra parte sto ancora digerendo.
1. Per quanto riguarda il primo motivo, Saviano ha azzeccato in parte la verità. Non si sa come. In realtà mi ha copiato e ha edulcorato un po' la sua versione, per non farsi sgamare. Come sempre. Ma a me non la fa. Dunque: il primo motivo non può essere la mozzarella di bufala. La mozzarella è il secondo. Nella fattispecie, la mozzarella di bufala del caseificio Paolella di Fondi.
Il primo motivo è la f**a, va da sé.
2. La mozzarella di bufala aversana.
3. Il primo periodo della produzione di Tony Tammaro, reperibile solo su cassetta.
4. Andare con la persona che più odi sulla tomba di Bukowski, leggere la scritta e ripetere al tuo accompagnatore: "Capito? Nun ce provà"
5. Oliade (girare l'Italia e il mondo per provare i migliori olii d'oliva, che notoriamente non sono prodotti dal Passante, il quale vedrei bene a scivolare su superfici ben oliate).
6. Il sottoscritto che canta a squarciagola "Tonight I'll be stay here with you" di Bob Dylan, nella versione live del 1976 (Rolling Thunder Revue), mentre cammina su una strada lievemente in discesa, oppure su un palco appositamente approntato. Tutti voi dovreste godere di una mia esibizione ogni tanto. la canzone che ho citato non è che la prima che ho citato. Altre potrebbero seguire, con ovvio giubilo di chiunque. Un atto liberatorio per la collettività, che Lacan, Jung e Baratta approverebbero senza riserve.
7. Approfondire il concetto di tuffo a partire dall'arte greca del periodo arcaico, quindi dalla raffigurazione pittorica del Tuffatore sul sarcofago rinvenuto a Paestum. Come Foucault suggerisce, ogni atto naturale ne presuppone uno culturale. Subito dopo, buttarsi a bomba in mare aperto, ovviamente a sud. Non prima d'aver bucato le ciambelle a Saviano e Caccamo.Che poi non mi fido di quei due in mare, come minimo perdono liquidi in acqua, almeno quanto sprecano fiato in pubblico (e privato).
Ottavo?
Che fa? Mette fretta? Vuole essere lasciato in acque alte pure lei? Il sogno è materia dai labili confini, più labili di quelli che Caccamo di solito cerca di oltrepassare! (con o senza regolari documenti).
8. Dicevo: nessun sentimentalismo. Ottavo: sognare di ritornare a casa con Maggiacomo, ma nella casa spirituale, com'è giusto per noi anime elette. E casa nostra è in quell'oscuro vicolo fondano in cui seguivamo il magistero del bibiliotecario Mattioli.
9. Già il primo che ho nominato va benissimo. Eviterò di citare quello che anche sarebbe un vero piacere, ovvero filmare i sunnominati soggetti in atti osceni e poi mandare in giro il film per sputtanarli loro e la loro rinomata pochezza. le posso garantire che Saviano e Caccamo non hanno mai visto pelo sotto Roma, e si sono sempre ritrovati a copulare dalle parti di Lugano in appartamentini con lo scaldabagno rotto. A ogni modo, l'ideale sarebbe spassarsela con una milf o con una ragazzetta al sud, in campagne non lontano dal mare, ma lontanissimo sia da Caccamo che da Saviano.
10. Dopo una giornata in cui il solito popolino ha tentato di disturbare la tua concentrazione bitching all around you, intercettare Caccamo e Saviano e cantare loro in faccia il ritornello di "ma vafangulo con chi vuoi tu" degli squallor.



COMUNICATO UFFICIALE, NN numero 1

Cari colleghi,
è con grande piacere che annuncio la nascita del nuovo mensile della nostra testata A Pieno Titulo. Si chiamerà NN e conterrà indagini e inchieste sul mondo che ci circonda. NN sarà pubblicato su A Pieno Titulo in versione pdf e ogni mese ci lavorerà un gruppo diverso. La pubblicazione per il primo numero di NN è prevista in coincidenza con le festività pasquali. Questo significa che il desk dovrà passare i pezzi ENTRO lunedì 18 aprile.
Il desk per il primo numero di NN è così strutturato:
Capodesk. Il Passante
Vicecapodesk. Edoardo Malvenuti
Foto editor. Frank Riccardi
Ecco di seguito i pezzi per il primo numero di NN:
Baratta. “Milano e la ‘nduja. Una chiacchierata con Gennaro Gattuso”
Brianzoli. “Da viale Zara alla Paullese. Dove trovare attrici a cachet basso”
Canetta. “Scacco alla legge Porcellum. Ecco come impedire di votare agli over 50”
Favasuli. "Parcheggi, caccami e topi botanici. La lista dei 15 luoghi di Milano da evitare"
Franceschini. “Metro Milano: la toponomastica è importante”
Glenzer e Gobbo. “Giovani top crescono con le piccole agenzie di moda. Ma con grandi tette”
Gobbo. Ritagli.
Lessi. “Affori, ultima fermata. Ma il metrò è distante dal centro”
Malvenuti. “Tour per le scuole, concerti e letture. Il restyling della casa di Bobby Brambo”
Oliva. “Ecco la banda che ha vinto la guerra di peti”
Pruneddu. “Gallerie, bunker e stanze segrete. Alla ricerca del Caccamo perduto”
Riccardi. “Era bello giocare in quelle strade dove oggi ci sono troppi negri”
Rizzato. “Non solo stage. La scommessa di A Pieno Titulo
Rociola. “Creme, occhiali e zafferano: gli indizi per scovare gli antirivoluzionari”


Il desk vi darà maggiori ragguagli. Si prega di rispettare le scadenze di consegna per evitare di scatenare le ire del Passante.
Buon lavoro,

Il Presidente

LE PAGELLE DEL PRESIDENTE, Le rassegne stampa

Brianzoli&Canetta    (Il Fatto Quotidiano) 6,5
Le rassegne stampa del martedì iniziano con un duo non di parte e politicamente neutrale. Brianzoli e Canetta si dimostrano ancora una volta analisti equidistanti tra il bunga bunga e il cuneo fiscale. Mirabile il rimbalzo di parola tra l’uno e l’altro. Comincia Canetta con una concisa requisitoria del cavolo lunga 37 minuti, poi parte l’analisi della Brianzoli sui fatti pornografici del giorno. Ma possiamo smetterla ogni tanto di parlare di politica? Troppi neofitismi, avremmo preferito una stecca in testa.

Aralla&Gobbo           (Il Giorno)                              6
Belle, sveglie, sorridenti. Non sono parenti di Giovanna Bizzarri, ma Aralla e Gobbo la sfangano con scioltezza. Nel senso che avevano sciolto degli allucinogeni nel caffé dei tutor prima della rassegna stampa. Si passano la linea come consumate radiocroniste di Tutto il fluoro minuto per minuto. Analizzano i misteri italiani dell’arredamento di casa Glenzer, si devono fermare per l’odore di vomito.   

Carnelli e Rociola durante la rassegna stampa
Carnelli&Rociola     (L’Unità)                                6
Cosa ci azzecca uno khmer rosso con la Tarkovskij di Saronno? Troppo visionaria la regista di Pomodoris per essere accettata dal Pol Pot di Bari vecchia. Rociola e Carnelli approntano una strategia di ridondanza: ripetono almeno tre volte la stessa notizia per provare a convincere chi li ascolta che hanno davvero letto il giornale. Cultura in libertà vigilata.

Casella&Santelli       (Il Foglio)                               6,5
Curiosa decisione, quella del Leibniz di Treviso. Smussa i suoi attacchi polemici con la cantilenante voce della Casella. Quando si suol dire il bastone e la carota, insomma. Ammirevole lo sforzo del Santelli, che riesce a contenere a 118 gli spunti polemici. Da quando Rociola non ruba più Il Foglio sembra un altro. Esce, beve e stappa le mazzette di giornali coi denti.

Lamperti&Losi          (Sky)                                      8
Una media dei voti alla cravatta del Presidente (10) e all’Ad sbarbato (6). Fanno passare per sinteticità la loro ignoranza sui fatti che trattano. Ruffianeria a palate, si passano la parola da consumati conduttori di Top Calcio 24. Non spendono mai più di cinque secondi netti per argomento, sono pronti alla rassegna stampa 15 secondi di Tele Norba. A pieno titulo un altro viaggio.

Favasuli&Milani       (Famiglia Cristiana)              6+
L’intervento comincia con la pietosa iniziativa di Milani che dona una mimosa alla Favasuli, visibilmente contrariata per un gesto così sconcio. Buona intesa e soprattutto buoni sentimenti. Bollono in pentola voci dal suq. Quello che rimane sono i ricci.

Glenzer&Pruneddu   (Tuttosport)                           6
Pruneddu si mette in mostra con un abbigliamento discutibile. Glenzer riesce nell’impresa di non bestemmiare. Per riuscirci pare che abbia passato la notte precedente alla rassegna ascoltando in un walkman giallo anni ’90 una cassetta della collana “Il buon cristiano”, diretta dal dottor Moreau e con speaker Bobby Brambo. Trattano solo argomenti importanti: calcio e Amici miei atto III. Fantarassegna per intenditori.

Baratta&Riccardi     (Saturno)                                7
Mo’ ve rassegno. Frank Riccardi promette e non mantiene, lasciando il campo interamente alla Baratta, che rassegna di persona. Frank, che si è preparato alla rassegna guardando un documentario di Philippe Daverio, interviene troppo poco e si riserva i due accordi migliori nel gran finale in cui riesce a sbagliare tre notizie nel giro di dieci secondi quando parla di calcio. Baratta alla fine si lamenta: “Frank, certo che potevi dire qualcosa in più”.

Maggiacomo&Rizzato   (Tg3 Primo Piano)            7
Eleganti e sobri, vestiti come Sergio Marchionne all’ora di cena. Una rassegna breve, concisa e mai schierata. Niente polemiche, solo venti minuti di attacchi al governo, a un paio di professoroni e alla finanza mondiale. Parlano poco di esteri, relegano la Libia a un trafiletto. Delude il Maggiacomo, che non affronta nemmeno di striscio gli argomenti a lui più genitali, ehm… congeniali. Pronti ad affiancare la moglie di Marrazzo a Linea Notte.

L'AVVOCATO DEL CAVOLO, Difesa di Gaetano Bresci

Le difese in rima del Povcato Tommaso Canetta
                                             In difesa di Gaetano Bresci

Non s’arrestano i ribelli a Ras Lanouf
ed avanzano verso Misurata.
In Padania sono tristi i Barlafus
a cui non va la Libia liberata.

Arretrano sconfitti i lealisti
Tra le bombe sganciate dalla Nato.
Mugugnano in Italia i Leghisti
e Bossi pacifista improvvisato.

Sulle spiagge di Derna l’ideale
contrasta la Fortuna e i suoi rovesci,
A noi Calderoli e il suo maiale
Fan rimpiangere l’anarchico Bresci.


IL PROFILO, Stefano Glenzer


Classe 1986, la seconda tragedia dell’anno oltre a Chernobyl. A parte suonare i campanelli e andare all’oratorio, peraltro con scarsissimi risultati, nella mia vita ho continuato a non fare niente anche durante l’università. Ho scelto di diventare juventino nella bellissima Verbania, pensando già a come perdere altro tempo. Tifoso fastidioso per natura, dopo il totoscommesse ho puntato tutte le mie fiches sullo strip-poker. So che è duro e impegnativo, ma sono convinto di avere le competenze giuste. Non mi viene in mente niente di meglio, probabilmente perché non ho una mente.



lunedì 28 marzo 2011

CACCAMO&PRIVATO, I 10 motivi per cui vale la pena vivere

Noi ci confrontiamo con il talento, lo sapete. La redazione di A pieno titulo ha notato che da qualche tempo testate meno attendibili e autorevoli stanno tentando di imitarci. Provano invano a parlare di sentimenti e di talento, ma sanno che gli manca qualcosa. Infatti non hanno il coraggio di prendere una posizione e chiedono ad altri di farlo per loro. Un certo Roberto Saviano ha scritto i suoi dieci motivi per cui vale la pena vivere. Leggete invece la nostra lista. Talento e sentimento puro, altro che mozzarelle casertane.

1) I quattro salti in padella di Pietro Pruneddu
2) Mariano Apicella che canta “Basta una canzone” ad Arcore
3) Andare con la persona che più ami sulla tomba di Mike Bongiorno e farla accomodare
4) Il gol da fuori area di Bobby Brambo nell’ultimo calcetto
5) L’Eliade (la storia del rapporto controverso tra Jefferson e Troia, ndr)
6) Gabriele Pieroni che canta i suoi rap, ascoltato nelle cuffie mentre mangi un kebab
7) Tuffarsi ma nel profondo, dove il mare è mare. Dunque non a Marina di Ravenna
8) Sognare di tornare a casa, dopo che sei stato costretto a star via molto, molto tempo (causa emigrazione)
9) Fare l’amore in un pomeriggio d’estate. A sud di Tunisi
10) Dopo una giornata in cui il Passante ha scritto lettere al direttore contro di te, tornare a casa e trovare Pruneddu che dice: “Ciao merda”

ANTEPRIMA ESCLUSIVA: Le proposte per MM, riunione 29 marzo

Siamo in grado di anticiparvi in esclusiva i pezzi che proporranno i redattori della Tobagi per il prossimo numero di MM nella riunione di martedì 29 marzo.

Baratta. “Milano e la ‘nduja. Una chiacchierata con Gennaro Gattuso”
Dopo l’intervista a Dalla Chiesa, la Baratta intende alzare un altro polverone con un’inchiesta sulle infiltrazioni giocatori coi piedi a banana nel nord Italia.

Brianzoli. “Da viale Zara alla Paullese. Dove trovare attrici a cachet basso”
La Brianzoli traccerà, per la rubrica Micostapoco, una mappa dei luoghi dove trovare attrici a basso prezzo per la saga di porno al femminile cominciata con Il plettro di Pegoraro.

Lo statista autore della legge Porcellum
Canetta. “Scacco alla legge Porcellum. Ecco come impedire di votare agli over 50”
Canetta è riuscito a scovare un disegno di legge proposto da lui stesso per impedire a quelli che lui chiama “vecchi coglioni” di recarsi alle urne. Difficile che il pezzo passi. Potrebbe ripiegare sulla difesa in rima di Jefferson con una linea basata sul fatto che l’imputato non è lento a scrivere i pezzi per La Sestina, ma solo diversamente abile.

Favasuli. Silvietta Favasuli ha già nel cassetto 268 proposte per MM. Per il prossimo numero ne verranno approvate 267. 266 notizie si riveleranno totalmente infondate. Fra gli argomenti che circolano nei riccioli della Favasuli: chiedere ai giapponesi cosa ne pensano del terremoto, ai libici cosa ne pensano di Gheddafi, ai siriani di Assad e a Calderoli cosa ne pensa di se stesso. In cantiere ci sono poi pezzi su un macellaio che vende carne di gatto, un fioraio che vende papaveri di plastica e un politico che fa politica.

Franceschini. “Metro Milano: la toponomastica è importante”
Affascinante indagine per MultiMilano sui nomi delle fermate della metropolitana milanese. Bisceglie, Wagner, adesso pure Comasina. Chi ha ancora il coraggio di dire che gli immigrati, baresi o compositori austriaci che siano, non trovano spazio?

Glenzer mentre fa le foto per il suo pezzo di MM
Glenzer e Gobbo. “Giovani top crescono con le piccole agenzie di moda. Ma con grandi tette”
Seconda parte dell’affascinante indagine della premiata ditta Glenzer/Gobbo sulle modelle tettone. Che tra l’altro una top model uzbeka a Glenzer gli ha pure dato il numero di cellulare. Per conciliare più cose possibili, Glenzer e Gobbo hanno in mente di portarsi dietro anche telecamera e registratore per farci su un pezzo tv e radio. Glenzer si porterà il lavoro a casa.

Lessi. “Affori, ultima fermata. Ma il metrò è distante dal centro”
Dopo il mirabile pezzo sulla fermata di Assago, il Lessi continua il suo filone atiemmistico con un pezzo testuale sul prolungamento della linea gialla. Il pezzo è già pronto: gli basterà scrivere “Affori” al posto di “Assago”. D’altra parte, chi non conosce il Forum di Affori? Fu inaugurato negli anni ’70 con un comizio di Breznev.

Malvenuti. “Tour per le scuole, concerti e letture. Il restyling della casa di Bobby Brambo”
L’ottimo Malvenuti ha in mente di curare ancora la rubrica A tutto Sesto. Dopo il monastero di San Nicolao, il Malvenuti passerà alla casa di Bobby Brambo, fondata tra mito e realtà da Santaralla da Schwimmerhollen.

Alcuni protagonisti di un Peto Slam
Oliva. “Ecco la banda che ha vinto la guerra di peti”
Il Passante vuole proporre un intenso pezzo di costume sui Peto Slam che si tengono a casa sua. L’Oliva vuole far notare come questi eventi possono supplire alla carenza di risorse gassose per l’Italia. Altro che Russia e Kazakistan. Da casa Oliva può partire il Peto Stream.

Pruneddu. “Gallerie, bunker e stanze segrete. Alla ricerca del Caccamo perduto”
Aumentano i rappresentanti delle forze dell’ordine che arrivano a Bande Nere per trovare il Caccamo nascosto. Comune e associazioni promuovono iniziative per rendere visitabile il patrimonio sotterraneo del fuggiasco tunisino. Perché sotto i ricci del Caccamo non c’è solo una no fly zone.  

Riccardi. “Era bello giocare in quelle strade dove oggi ci sono troppi negri”
Riccardi propone una Milano vista da Salvini. Probabilmente si ritroverà a fare uno dei pezzi proposti dalla Favasuli: “Parcheggi, caccami e topi botanici. Quindici posti milanesi da evitare”.

Rizzato. “Non solo stage. La scommessa di A Pieno Titulo
Dan Peterson continua a non rispondergli al telefono, e allora Rizzato intende giustamente dedicarsi al nostro mezzo di informazione, sottolineando ai numerosi servizi che dedica agli utenti: disinformazione, depistaggio, zizzania e piaggeria. E tutto gratuitamente.

Rociola. “Creme, occhiali e zafferano: gli indizi per scovare gli antirivoluzionari”
Utile vademecum per gli khmer rossi per non farsi ingannare e riconoscere con precisione scientifica i potenziali nemici della rivoluzione.

LE PAGELLE DEL CALCETTO, Partita a 7 del 23 marzo

BONANNO               4,5
Arriva con una ventina di minuti in ritardo ed entra in campo sul risultato di 1-0 per la sua squadra. Poi finisce 8-3 per gli altri. Sottigliezze. Emblematica una frase di Pieroni nel post-partita: “Ah, ma avevamo un portiere?”

Paolo Fiore in mezzo agli attacchi avversari
FIORE                        6,5
Sballottato in mezzo alla calata degli avversari, che si presentano in massa dalle sue parti. Lui si barcamena come può, sembra Travaglio tra le querele e Berlusconi tra le olgettine. A un certo punto non sa più chi chiamare in suo aiuto e inizia a bestemmiare in sanscrito.

CACCAMO               6
Daoud Bouzid gioca sulle ali dell’entusiasmo per la pergamena di laurea appena ricevuta dalle callose mani del Passante. Entusiasmo che si esaurisce al 25esimo secondo dopo che viene saltato per la prima volta da Pac Man Glenzer. Ma Daoud non demorde e tampona come può le voragini lasciate sulla sinistra da un Presidente in stato di grazia, nel senso che spera che la condanna gli sia commutata all’ultimo minuto.

PIERONI                    4
Passa la partita facendo quello che più gli piace fare: borbottare. Qualcuno dice quando borbotta, cioè 23 ore e 59 minuti al giorno, il Pieroni preghi. Altri che ripeta a memoria i libri di Zizek. Noi sappiamo quasi per certo che ripeta le lezioni di Pizzutto.

PASQUALINO          5
Atteso come il faro del centrocampo, è stato più che altro un abat-jour. Fa filtro antiparticolato davanti alla difesa e imposta il gioco come Pirlo. Senza la o finale. 

L'ultima partita non di calcio a 5 del Presidente
LAMPERTI                4
Come le diottrie che gli mancano. Non attacca, non difende, non corre e soprattutto non vede nulla. Un quadro confortante, se lo si paragona alla sua prestazione nell’esame di statistica. Nel dopo gara giustifica la sua prestazione di incommensurabile bruttezza sostenendo che sta conducendo un’indagine da embedded nel mondo dell’antiquariato per il prezioso box di MM. Anticaglia.

MILANI                     6+
Non si capisce con i compagni anche perché parla in arabo. E’ anche vero che in squadra ha tre siciliani e un salentino, però evidentemente sbaglia il dialetto. Fa tre gol per salvare il disonore della squadra. Dopo la partita chiede al custode della polisportiva Cimiano se nello staff hanno già qualcuno che parla lingue extraeuropee.

RIZZATO                   6,5
La vittoria gli fa recuperare il buonumore, cosa che avviene ogni circa tre mesi e mezzo. Meritevole soprattutto il suo altruismo verso gli avversari: non tira in porta per beneficienza.

Un altro dei modelli di Rociola
ROCIOLA                  6,5
Meno ruvido del solito, anche se Jefferson lamenta di essersi trovato alla fermata di Bisceglie il Rociola attaccato con i denti al suo polpaccio. Dopotutto, meglio quello che altro no? Gioca con la stessa correttezza ed eleganza di Neqrouz. Anche lui infila un dito nell’orifizio del bellissimo Jeffy.

GLENZER                  7
Corre come un cavallo, tira come un somaro. Fa la fascia 456 volte. Quando il Presidente prova ad attaccare, prima di fermarlo riesce anche ad andare a bordo campo e fumarsi un tiretto. 

SANTELLI                 7
Spettacolare prestazione sulla fascia sinistra, nonostante si trovi di fronte gli insuperabili Pieroni e Lamperti. Non trova argomenti per polemizzare, propone un sistema di welfare per i disadattati avversari.

Malvenuti 5 minuti prima di entrare in campo
MALVENUTI 8
Migliore in campo. Il che è tutto dire sulla situazione dei giocatori in campo. Gioca sulla trequarti con sapienza, dovuta alla bottiglia di vodka scolata durante la fase di riscaldamento. La erre moscia lo nobilita, si sente un po’ il Lamouchi della Tobagi.

LESSI                         7
Una prestazione testuale. Gioca con tale tranquillità che dal 35’ al 42’ schiaccia pure, testuale, un sonnellino. Favorito per la vittoria all’Avedisco, pregusta già il denaro che gli permetterà di fare un viaggio nei suoi luoghi di infanzia. Togliattigrad, testuale, è già pronta a riabbracciarlo.

BRAMBILLA             6,5
Segna ormai con la regolarità di Ulf Kirsten questo centravanti germanocentrico che è un letale mix tra i piedi di Oliver Bierhoff e il colpo di testa di Thomas Hassler. In dubbio per la prossima partita: lo attendono a Venegono. 


IL PROFILO, Roberto Brambilla


Cioè, sono nato in pratica a Gelsenkirchen nel 1984, ho vissuto i miei anni di studio sfatto e distruttissimo tra le strade polverose di Zimmenwaldstrasse e quelle asettiche di Oktoberfestplatz. Una cirrosi epatica germanocentrica e due grandi passioni: Multimilano e il sacerdozio, più scritto che praticato. Da eterno indeciso, negli ultimi mesi ho riscritto i pezzi di MM con la stessa frequenza con cui Angela Merkel si fa la barba. Poi dopo un’estate di pellegrinaggio a Moenchengladbach mi sono iscritto alle liste di disoccupazione. E inspiegabilmente sono ancora disoccupato. Sono al master nella veste di “apprendista teutonico” per parlare in tedesco ma soprattutto per prestare la mia penna usb. Con il sogno di poter raccontare Hansel e Gretel e la biografia di Biloslavo.


CHE FACCENDA CHE FA, StraMilano

Gli eventi della settimana appena passata visti attraverso la lente del Faccendiere.
 
Ieri Aralla e Gobbo hanno partecipato alla Stramilano. In esclusiva gli higlights della loro gara.


sabato 26 marzo 2011

IL SABATO DELLA ZIZZANIA, Materassi ad Abu Ghraib

-         “Devo chiederle una cosa, ma non mi ricordo come si chiama”. Così Lessi si informa sulle generalità di una compagna di corso, che vede ogni giorno da 6 mesi a questa parte ma di cui ignora tuttora il nome.
-         Pausa sigaretta in cortile. “Non ho mai bestemmiato in vita mia” afferma Rociola. “Considero la bestemmia leggermente meno grave di una rissa” ribadisce Brambilla. In quel momento arriva Glenzer che inaugura la sua frase con un PORCO ***.
-         Numeraccio di Pieroni. Nel tentativo di scroccare una sigaretta, arriva a giustificarsi dicendo che la sua tessera col codice fiscale si è spezzata in due e non può quindi comprarle al distributore automatico.
-         Nuova puntata della commedia Cella-Riccardi.
o       FC: “Riccardi??”
o       FR: “Ahhho”
o       FC: “Tu sei il Libanese di Romanzo Criminale!”
-         Si narra di un aperitivo poco intellettuale a cui hanno preso parte Losi e Lamperti, nel quale il Presidente e l’AD, visibilmente sbronzi, mescolavano conoscenze cinematografiche a commenti da camionisti sulle donne presenti. 
-         Proposte indecenti alla DeVivo. Un noto poeta l’ha abbordata prima in metro, poi alla macchinetta del caffè. Tra un Bounty e un cappuccino è partito l’invito a cena. Pare che lei l’abbia sfanculato con i suoi modi pacati per cui tutti la apprezziamo.
-         La Baratta ha dato dello zingaro a Lessi, scoprendo con disappunto che Gorizia, Trieste e gli altri luoghi in cui il collega è cresciuto, fanno parte dell’Italia.
-         Il servizio Favasuli-Franceschini sull’8 marzo ha suscitato polemiche. Nelle interviste mancano alcuni punti di vista sulle donne da parte di esponenti della Tobagi che volevano dire la loro. Li riporto qui per dovere di cronaca. Oliva: “Dovete tornare tra i fornelli, nel vostro habitat”. Maggiacomo: “Ho un altissima considerazione delle donne con cui giro i film porno”. Fiore: “Vivo con due donne. Sto pensando al suicidio.” Malvenuti: “Ehh la Madonna, guarda le tette di quella!”. Rossi: “Posso farti una foto? Nuda?”. Avv.Canetta: “Sono stato in vacanza con 5 donne. È stata una rottura enorme di coglioni”.
-         Bruttissimo gesto di SF che in rassegna stampa zittisce il Brambilla, da tutti conosciuto come una persona abbastanza silenziosa. In seguito sono arrivate le scuse ufficiali di Silvia, ma Bobby le ha pretese anche in bavarese.
-         Approfitto di questo spazio che mi viene concesso per sollecitare Rociola e Franceschini a riportarmi il materasso che gli ho prestato. Ho visto delle foto in cui l’amica americana coi capelli rossi si metteva in posa con il suddetto materasso come fosse un prigioniero di Abu Ghraib.
-         Esilarante telefonata tra Caccamo e il kebab sotto casa. L’arabo e il tunisino (o viceversa) provavano con scarsi risultati a comprendersi in italiano. Quasi 3 minuti per fargli capire l’indirizzo.
-         Clamoroso. Il tremolio delle gambe della Ragusa viene indicato dai sismologi come una delle possibili cause del terremoto in Giappone. Però il suo dondolio ha risultati soporiferi se, come me, vi trovate seduti accanto a lei. Una pennica ipnotica che vi consiglio.
-         La DeVivo a Glenzer: “Le prime settimane mi sembravi un coglione. Poi ti ho rivalutato.” Glenzer alla DeVivo: “Le prime settimane mi sembravi in gamba. Poi ti ho rivalutata.”
-         Perla finale di rara bellezza, ancora di Pieroni: “Ultimamente sento rumori in casa. Ieri notte ero sicuro ci fosse qualcuno in cucina. Sono andato, ho acceso la luce e ho aperto il frigo.”