lunedì 28 febbraio 2011

FOTO: La stanchezza è virtù di chi lavora

(Foto Jefferson Images)

LE PAGELLE DEL PRESIDENTE, 28 febbraio 2011

Pubblichiamo le pagelle della partita di calcetto di martedì 22 febbraio.
  
Il Presidente e il Faccendiere
FIORE 8. Il faccendiere è protagonista di una prova maiuscola. Semina zizzania nella squadra avversaria. Prima del calcio d’inizio dice a Lessi che Rizzato ne ha criticato la scelta della divisa e a Pieroni che i compagni lo hanno insultato per il ritardo. Durante il match spiffera a Rociola che Caccamo lo ha insultato sottovoce per un passaggio sbagliato e a Caccamo che Lessi ha chiesto dalla prossima partita di escludere giocatori extracomunitari. La squadra avversaria si spacca, è il suo trionfo.

MILANI 6+. Un punto per ogni gol. Il bellissimo Jefferson si merita la sufficienza piena, anche perché gioca distratto dai suoi 57 progetti aperti. Jeffy sta curando 6 pezzi per MM, 12 inchieste per Avedisco e 39 servizi per Squizzato. Tra gli argomenti più interessanti: monolocali beduini nella periferia di Biella, la traslitterazione in arabo siriano dei pezzi di Bobby Brambo sulla Sestina, la coltivazione di funghi allucinogeni nelle risaie di Vercelli.

LOSI 6. “Non sono Jack Sparrow” dice Losi, mentre va all’arrembaggio della difesa avversaria. L’Ad è sottotono, concentrato anima e corpo alla gufata anti Inter del giorno seguente. Non è il solito motorino sulla fascia, ha la mobilità di una maschera del teatro Nando Paone di Castellammare di Stabia.

LAMPERTI 7. Si torna a giocare all’aperto e il Presidente torna a mostrare segni di vita. All’inizio sembrano solo riflessi incondizionati in uno stato comunque comatoso. Dopo la colluttazione con Tatanka Pieroni si scuote e segna due gol, uno di tacco. Redivivo, è pronto per la sala rianimazione.

BRAMBILLA 7,5. Evidentemente il fumo non fa male. Brambilla è uno dei migliori in campo. Pressa i difensori avversari come il Kolyvanov di Foggia, fa salire la squadra come Kenneth Andersson. Sponde alla Carsten Jancker e un gol alla Andrea Silenzi. Prima e dopo, è sempre Bobby Brambo.

RIZZATO 5. Il Beckenbauer di Padova questa volta sembra più il Rezaei di Novedrate. I suoi lanci hanno la precisione e la puntualità delle analisi di Sconcerti, il suo umore è gioviale come quello di Edmundo privato del carnevale di Rio.

ROCIOLA 7. Unico a salvarsi in una squadra compatta come il Pd. Lui, il Rosy Bindi del Tavoliere, prova a serrare le fila. Segna un gol dopo uno slalom degno di Berlusconi davanti ai processi. I suoi sforzi sono vanificati da Fioroni-Lessi e Calearo-Rizzato.

LESSI 5. Più avvinazzato del solito, si deprime per l’atmosfera da comizio del Psup e non fa vedere quelle qualità che lo avevano fatto paragonare al Roger Milla padano. Avvistato in bar di pessima fama accompagnato da personaggi discutibili, per ritrovare se stesso andrà presto in ritiro a Pontida.

CACCAMO 5. Gioca con un pesante fardello sul groppone: il permesso di soggiorno gli scadrà a breve e non è ancora riuscito a rinnovarlo. Compare di gufata del Losi, si fa notare per un calcio nel deretano del Presidente e per aver azzeccato il primo passaggio alle 23,45 di martedì sera, quando passa con successo una tazza di tisana a Pruneddu.

PIERONI 5. Tatanka Pieroni arriva in campo con largo anticipo, quando la partita è al settimo minuto di gioco. Influenzato dalle rivolte maghrebine, gioca con spirito rivoluzionario. Nel suo interminabile stream of consciousness durante il match usa slogan in arabo all’indirizzo di Jefferson/Gheddafi, poi abbatte Lamperti/Mubarak. Negli spogliatoi cerca di destituire Losi/Ben Ali. Nella nottata rispolvera Lenin. Suona i citofoni in viale Monza, gli urlano “Vai a dormire” e lui risponde “La rivoluzione non dorme mai”.

ROSSI 10. Torna in attività.

CACCAMO&PRIVATO, Il 28 febbraio


Tutti gli altri ne han trentuno. Poi alcuni trenta. Ma solo uno, lui, il bellissssimo febbraio, ne ha ventotto. Mese notevole, anche per i destini tobagisti: vi si contano le nascite del Faccendiere, dell’Avvochèto e del clandestino. Talento puro, dunque. Qui ci occupiamo in effetti di promuovere talenti ed emozioni e di dare sfogo libero all’estro. Ma qualcosa in questo mese di febbraio non quadra. Come si può promuovere il talento rubando giorni di lavoro e di produzione? Eh sì, tutti a parlare del 17 marzo, qui si era già accennato al pericolo di San Valentino come scusa per astenersi dal lavoro e mettere un freno all’economia. E all’espressione del talento. Tre giorni in meno sono tanti, troppi. Combattiamo contro questa discriminazione. Perché gli altri mesi, persino luglio e agosto, sono di trentuno e febbraio no? Siamo costretti a lavorare di più per venire incontro allo scippo di tre giorni interi. E l’anno bisestile è una fregatura, il classico contentino che i governi dispotici concedono al popolo. Denunciamo apertamente questa ingiustizia. Febbraio libero, febbraio è vivo e lotta insieme a noi.

domenica 27 febbraio 2011

CHE FACCENDA CHE FA, 27 febbraio 2011

Lo sguardo del faccendiere agli eventi cruciali della settimana appena conclusa

Libia: dalla Ue condanna netta. È scesa in campo anche la ministro Catherine Ashton, qui in un filmato esclusivo: http://www.youtube.com/watch?v=KDUCTSCm12U

Giuliano Ferrara torna in Rai al posto che fu di Biagi. Hanno già rinforzato la sedia e allargato la porta. In esclusiva, abbiamo il filmato del momento in cui Ferrara ha firmato il contratto nel quartier generale della Rai.  http://www.youtube.com/watch?v=KPRCT_49ItE

Maestre lavano bocca con il sapone al bimbo che bestemmia. L’Università di Milano ha già ordinato 12 fustini di Dash per Glenzer.

Secondo alcuni giornali, il concerto di Mariano Apicella al teatro Arcimboldi di Milano avrebbe venduto solo un biglietto. Noi, in esclusiva, siamo riusciti a rintracciare e intervistare l’unico acquirente. Che però, per mantenere l’anonimato, si è voluto trincerare dietro idioma straniero. Ascoltiamo: http://www.youtube.com/watch?v=RWa9U79-Yg0

Apicella, che aveva sempre difeso Berlusconi durante il Rubygate, dopo aver saputo della presunta compravendita di parlamentari ha sbottato: «basta! troppi 150mila euro pe nu Bucchin’».

Paolo Fiore

sabato 26 febbraio 2011

IL PRONOSTICO IMPARZIALE, 26 febbraio 2011

a cura di Ivano Pasqualino, interista e catanese

Quest’edizione de “Il pronostico imparziale” andrà in “onda” (si fa per dire) in versione ridotta per venire incontro all’umore afflitto dei tifosi nerazzurri: dopo la sconfitta (prevista e annunciata) contro il Bayern Monaco, l’Inter si prepara alla domenica che cucirà definitivamente (come se ce ne fosse ancora di bisogno) lo scudetto 2010/2011 sul petto rossonero. Il Milan si prepara ad annientare un Napoli a terra con le gambe e con la testa dopo la sconfitta in rimonta di Villarreal (si, si scrive con due R, andate a controllare, questa è informazione certificata caro Caccamo):  non può che essere lui, l’uomo campionato “par excellence” Zlatan Ibrahimovic a seppellire i partenopei. Prevedo un secco 2-0, Ibra (che non segna da tempo immemore, quasi un mese, vedasi trasferta di Catania del 29 gennaio). L’Inter inseguirà ancora il suo quinto posto, in uno dei campi più ostici della Serie A per i nerazzurri. Dopo quella dei bavaresi, prevista un’altra vendetta illustre al Marassi: quella di Biabiany. Inter illusa dal vantaggio di Eto’o (non segnerà di certo Pazzini alla sua ex squadra), e poi trafitta dall’agile e cinica ala francese. Prima gol e poi assist per Maccarone: 2-1 per i doriani e seconda sconfitta in cinque giorni per Leonardo.  Milano divisa tra domenica e lunedì: festa rossonera, sempre più crisi “nera”azzurra.

IL SABATO DELLA ZIZZANIA, 26 febbraio 2011

Comincia oggi la nuova rubrica del sabato a firma di Toto' Pruneddu.

-         -Si racconta di una partita infrasettimanale di calcetto molto nervosa. In uno scontro di gioco la vittima Lamperti si è rivolto al carnefice Pieroni apostrofandolo “bisonte di merda”. Tutto chiarito, ma affiorano scazzi.
-        -Il collega Glenzer era in condizioni impresentabili una delle scorse mattine. Merita però grande rispetto per il senso del dovere dimostrato, arrivando a scuola a mezzogiorno nonostante la quantità disumana di alcool ingerita solo poche ore prima.
-       Commento in pausa pranzo: “Alvise prende per il culo Elia perché è sempre al telefono, ma poi è peggio di lui”. Polemica destinata a durare.
-       Lessi è stato ingaggiato dalla coppia Ragusa/Gobbo per una fotografia finta da inserire in un servizio. L’intento era mostrare due inglesi intenti a scolarsi una tennent’s in un pub londinese. La scena ricreata vedeva invece lui e il Santelli impegnati a bere birra Moretti in un losco bar di Sesto San Giovanni.
-         Il foglio delle firme di ieri aveva una X al posto della firma di Milani.
-         Rilevamento Istat fornitomi da Draghi: le parole più usate alla Tobagi nell’ultimo mese. Brand, Pegoraro, fuoriclasse assoluto, devo scrivere un pezzo (da leggersi nella versione caratteristica alla Pieroni), vado a farmi la mia cannetta, sticazzi (con picco di frequenza nella persona di Stefano Rizz), mensa proletaria,  mi sento poco bene, cioè-cioè.
-         Qualcuno venerdì sera afferma di aver visto Eliano “RobertCapa” Rossi abbracciare un bidone della spazzatura, in evidente stato confusionale. L’avvocato Canetta sostiene di aver avuto spiacevoli incontri con le forze dell’ordine nel weekend.
-         La Casella beve un bicchiere di vino prima di cena e afferma di non avere mai mal di testa (due elementi che hanno acceso l’interesse morboso dei maschi presenti).
-         Su Caccamo potrei scrivere un libro nero. Mi limiterò a riferire che mi deve 80 euro da un sacco di tempo.
-         La Baratta ha proposto di comprare una cartina. Glenzer gliene ha offerta una. Rociola ha messo il tabacco.
-         Riccardi sostiene di essere andato al cinema al Festival di Venezia con Scarlett Johansson, la dichiarazione è da verificare.
-         Lunedì, al rientro dal weekend, il dott. Oliva ha confessato di avere la pubalgia. I motivi sono tutt’altro che calcistici.
-         Ci chiedevamo: la penna USB che il Brambilla porta al collo da mesi che scopo ha? La userà mai? Ho assistito in diretta al momento epocale. Simone Abarno chiede: chi ha una pennetta? Il volto del Bobby si è illuminato come quello di Galliani a un gol in rovesciata di Van Basten.

venerdì 25 febbraio 2011

FOTO: Passaggio di consegne

(Foto Bad Press)

IL CAFFE' DELLE 2, 25 febbraio 2011

Come la scorsa settimana, pubblichiamo la rubrica della parte femminile della Tobagi. Nessuna censura, nessuna correzione agli errori.

SETTIMANA DELLA MODA E AFFITTOPOLI ALLA WALTER TOBAGI
Premio brand della settimana: Frank Riccardi, in arte Sangalli.  “’Nammosene a prende due. ’Na pe me e ’na pe’ te”. Complemento oggetto: ’na bottiglietta a’ macchinetta. Frank Riccardi sparge romanaccio in tutti i canti. E nessuno, nemmeno l’austriaco Glenzer, resiste al contagio: “Nammo va, ma fammo presto”. Il premio per Frank Riccardi è doppio. Lucido, attivo e pungente durante la lezione della Scarpellini. Una mosca bianca nel cazzeggio generale. È la dimostrazione che i soldi all’Università pubblica non sono un investimento a fondo perduto.

Buccia di banana per Alvise Losi. L’ad, che di recente ci aveva stupite per il suo look “milano old style”, con tanto di cappello, ha però commesso presto una brutta caduta di stile (il che, essendo lui una brutta persona, era prevedibile): Il pantalone a costine di velluto non c’azzecca proprio con la camicetta beige a righine colorate in tessuto leggero. Fa un figurone ‘ex cathedra’ con la Marchetti. In un’altra vita potrebbe aver girato le caselle della ruota della fortuna.

Premio acidità della settimana: a Stefano Rizzato. In uno dei (pochi) giorni in cui non sembrava avercela col mondo intero mette all’ngolo (sic) De Pascalis a colpi di fioretto. Vedendolo entrare in aula alle 14,43 il professore addetto stampa lo redarguisce: «ecco il vostro collega in clamoroso ritardo». Rizzato lo mette a posto, sbeffeggiandolo: «clamoroso! See!».

Ruolo passivo per Lorenzo Lamperti. Le pressioni dell’Ad non si fermano alle scelte editoriali di A Pieno Titulo, ma sembrano condizionare anche l’armadio del Presidente. Dopo la caduta di stile esibita dal Losi martedì, mercoledì il Pres fa la sua apparizione con un’improbabile camicia a righe oblique rosse e azzurrine. Il fascino da tombeur de femmes dovuto alla sua carica ne ha risentito irrimediabilmente.


Tocco di classe: Venerdì sera, ore 22.30. Fuori ad un locale di cui nessuno ricorda il nome Malvenuti perde di bocca la sigaretta appena accesa, che cade nel suo calice di vino. La r moscia più arrotata della W. T.  impreca e butta la sigaretta a terra. Due secondi dopo quella stessa sigaretta è in bocca a Pieroni, impegnato in una romantica conversazione telefonica ad alto tasso alcolico con la ragazza: «Claudia, sai, sto fumando una sigaretta che sa di vino!». Tono di voce mansueto e tranquillo, vero brand del nostro Michael Moore dalle scarpe bucate.

Il must della settimana della Walter Tobagi è senza dubbio lo stile nazi. Per telepatia o per supplire alla mancanza di un brand personale scegliendone uno collettivo, Malvenuti, il leghista Lessi, il padovano Rizzato e persino Jeffy ci hanno dato un taglio. Solo ai capelli, purtroppo. Gli unici che resistono alla moda del momento – fedelissimi alla loro identità - sono il tunisino Caccamo, il filosofo Santelli ed il tuttologo Sangalli. Il primo non può togliersi la parrucca per motivi di sicurezza: verrebbe facilmente riconosciuto in una delle tante foto degli sbarchi a Lampedusa. Più nobili invece  le ragioni di Santelli: tenere lunghi quei pochi capelli serve per mascherare l’imminente calvizie. Un escamotage che gli è stato suggerito direttamente da una delle più autorevoli prof. di Storia dell’Università di Milano. La quale, poi, si è convertita all’attuale parrucca a metà tra Maurizia Paradiso e Brigitte Bardot. Quanto a Sangalli, se non abbandona il suo taglio a scodella è perché, a dispetto del titolo di una delle sue più celebri opere, nun s’è ancora arzato.

Scandalo affitti: Le croniste della Tobagi hanno scoperto la verità: anche Arcangelo Rociola, famoso portavoce del movimento per l’innalzamento vocale automatico di fronte a microfoni di ogni genere, è    coinvolto nello scandalo Affittopoli. Uno degli appartamenti del Pio Albergo Trivulzio - dove tra l’altro Rociola si è di recente trasferito a vivere con una collega della nostra redazione - gli è stato dato ad un prezzo stracciato. Come ricompensa per aver acquistato il libro “Come si legge il Sole24ore”, che, dopo l’enorme successo iniziale, aveva conosciuto un calo vertiginoso delle vendite. Sempre per quanto riguarda gli affitti, lo staff del Caffè delle 2 ha deciso di promuovere una raccolta firme dal titolo: “Troviamo una casa a Alessandro Oliva”. Il giovane tabagista, nonostante la golden card donatagli da bacheca.it e ebayannnunci per aver fatto da solo lo stesso numero di visite di tutti gli altri componenti del master, è ancora in cerca di un tetto degno della sua persona.

Il calcio della discordia: Zuffe, risse, calci, morsi e chi più ne ha più ne metta. È questo il signorile scenario che caratterizza le immancabili partite a calcetti del martedì sera. Nessuno vuole perdere. Nessuno è disposto a perdonare. Tutti contro tutti. A suon di legnate sugli stinchi e insulti degni delle più malfamate bettole di sobborgo. Come nel caso dell'imperturbabile AD che, nonostante la consueta sobrietà, perde le staffe quando gioca a stretto contatto con determinati soggetti. Uno, in particolare. Lui, Gabriele, è un giocatore di peso. L'altro, l'AD (sic. Il vivace ma sportivo confronto è avvenuto con il Presidente e non con l'Ad), il peso è costretto a subirlo quando Gabriele gli piomba addosso a più riprese per contendergli il pallone. Stanco dei continui attacchi del re del maglioncino rosa ubriaco, l'AD non ci vede più e sbotta: “bisonte di m.....!”. Però. Che grinta! L'altro ci riflette per bene e dopo mezz'ora chiede umilmente venia. Tant'è, sarà mica colpa sua se è un giocatore di peso. L'AD, in fondo, ha un cuore di panna. Per fortuna è tutto a posto. Pronti per un'altra partita.

*Questo post è stato offerto da: Birra del bar proletario, di cui la W.T. vanta due testimonial (non d’eccezione) nei veneti Lessi e Santelli.

Le Tobagiste

IL PASSANTE, 25 febbraio 2011

Gli insulti gratuiti del venerdì a cura del dottor Oliva.
 
Caro Passante, buon venerdì. Qual è il suo bersaglio di oggi?
Dunque, parliamo di Alvise Losi. Un uomo dedito alle nequizie più impensabili. Alvise viene chiamato così perchè la tizia dell'anagrafe non sa scrivere Elvis e italianizza il nome. Lui per ripicca si veste come 'the pelvis' fiono all'età di 15 anni, età in cui si rende conto che conciato così non conoscerà mai il mondo femminile. Al che comincia ad acconciarsi come il Baffo Moretti. Si sposa a Las Vegas con Mara Venier, ma il matrimonio naufraga. La Venier aveva infatti conosciuto Alvise ai tempi in cui giocava a basket e veniva soprannominato 'quello che la infila da tutte le posizioni'. Equivocando, evidentemente. Alvise ci resta male e parte per un lungo viaggio. Mentre gira un docu-film sui maniaci sessuali che si aggirano negli autogrill (dal titolo ' dai amore, andiamo a mangiare pane e pecorino nel cesso del mottagrill di Somaglia') conosce il regista porno Gianluca Maggiacomo. Con lui gira 'L'uomo che sussurava ai cavalli: basta!', 'I Fistones', 'Top Cum' e l'intramontabile 'Romeo, Giulietta e Franco'. Si fidanza con Franco, poi la storia finisce per la gelosia del cavallo. Si iscrive all'univesrità, in lettere classiche. Si sposa con Justine Mattera, che aveva sentito parlare di lui come dell' 'uomo esperto di lingue', rimando però anch'essa piuttosto delusa. Alvise entra in depressione e si iscrive alla Tobagi. Per lui è un toccasana: consosce Pruneddu e capisce di non essere così scemo come credeva. Attualmente, sta lavorando al prossimo capolavoro del Maggiacomo: 'La spada nella doccia'. Un porno attore (dalle dubbie dimesnioni artistiche) non può frequentare questa scuola.

Questa settimana c'è stato il visto definitivo del numero di MM. Come giudica a posteriori la sua esperienza al desk?
La giudico proprio a posteriori, perchè lavorare con Glenzer è stato come andare a farsi una colonscopia rettale. Qui lo annuncio: io ucciderò Glenzer, o comuqnue lo ferirò gravemente. E' l'uomo più fastidioso che conosca. Non fa altro che cantare cori contro l'Inter, contro Eto'o, Moratti, Calciopoli, Sarti Burgnich Facchetti, me stesso medesimo, la Santa Romana Chiesa, i Ferreo Rocher, i Mon Cheri, Precotto Villa San Giovanni e Sesto Marelli.
nel frattempo, lavorare gomito a gomito con la Favasuli non ha aiutato a rinforzare la nostra storia, che anzi è naufragata credo definitivamente. A nulla è servito, come mio estremo tentativo di salvare il rapporto, presentarmi nudo in redazione. Peccato.

Nel corso della settimana lei ha scritto numerose lettere contenenti accuse verso Caccamo. Vuole circostanziare meglio i suoi insulti?
So che scatenerò un polverone, ma non credo che Caccamo possa aggirarsi da cittadino libero. A parte il fatto che è uno dei nomi coinvolti di Affittopoli a Ragusa, dico solo che due notti fa l'ho visto sulla Paullese. Io mi trovavo lì per caso, sia chiaro. Chiederò che il Caccamo, venerdì, venga trattenuto a Bollate.

Lei ha accusato Caccamo anche di gufaggio, azione immorale che questo blog condanna severamente.
Certo. Gufare è un atto che dovrebbe essere vietato dalla Costituzione. Non capisco perhè il Caccamo lanci il malocchio sugli avversari, dato che il Milan quest'anno vincerà tutto (e Ibra il pallone d'oro). Noi siamo estranei a queste cose. Noi siamo onesti e non siamo mai andati in B.

A proposito di calcio, qualcuno le attribuisce un tentato approccio sessuale a una tifosa del Bayern Monaco. Come commenta queste voci?
La tifosa del Bayern era in realtà Filippa Lagerback e stava andando in giro cercando Caccamo per l'intervista su MM.

Un commento finale sul nuovo capodesk, il maestro Maggiacomo?
Su Maggiacomo posso dire di stimarlo come professionista ma di deprecarlo come regista perché i suoi film mi hanno fatto comparire numerosi calli sulla mano destra.

Per saperne di più sul dottor Oliva:http://vivalafifa.wordpress.com/
Per leggere le altre puntate del Passante:http://pienotitulo.blogspot.com/search/label/passante

FOTO: I tituli dell'avvenire

(Foto Jefferson Images)

giovedì 24 febbraio 2011

TOBAGI VISTA DA: Stefano Glenzer

Come di consueto, sempre di giovedì, un modo per capire, per capirsi e forse anche per capirci. Percorsi umani ed esistenziali. Testimonianze di vita e di giornalismo. Quando una lezione, vista l'ora, è appena finita e una nuova lezione è appena cominciata. Una lezione in più per capire, vivere, sognare.

Caro Glenzer buongiorno, lei è il terzo ospite della nostra rubrica Tobagi vista da, appuntamento settimanale del palinsesto di A Pieno Titulo. Lo ricordo anche a beneficio dei giornalisti stranieri presenti in sala (allude a Caccamo, ndr). Innanzitutto, una curiosità: come mai è così appassionato a San Gervasio che, ricordiamo, è il santo da lei più bestemmiato?
Sono devoto a San Gervasio dai tempi delle elementari. Già allora bestemmiavo e per aggirare i rimproveri dei miei mi sono dovuto mettere di fantasia e trovare altri bersagli per i miei strali. San Gervasio è il mio preferito anche perchè a Verbania, che ricordiamo è la città più bella del mondo dopo Modica, ho un grande amico che di cognome fa Gervasoni.
Poche settimane dopo l'inizio del master lei si era già guadagnato la palma del miglior bestemmiatore. Ma la bestemmia è un mezzo o un fine?
E' certamente un fine. Considero questo traguardo un trampolino di lancio per continuare a fare attività socialmente utili. Tra l'altro non è stato difficile guadagnarmi questo alloro. Credevo che tra i trenta partecipanti al master avrei avuto avversari più difficili. Temevo molto Pegoraro, ma per fortuna da là sopra qualcuno l'ha tolto di mezzo. (l'intervistatore sbatte un ginocchio contro il tavolo e si lascia andare a un'imprecazione). Ecco, vedete come fate voi giornalisti. In questa situazione ci stava benissimo una bestemmia e lei invece ha ignobilmente insultato una povera lavoratrice. Basta con questo giornalismo bacchettone, bisogna avvicinarsi a questi importanti fenomeni culturali. 
Lo chiediamo sempre ai nostri ospiti: lei com'è sbarcato alla Tobagi?
Eh eh... la tachipirina fa un brutto effetto (edulcorato, ndr). 
Lei è arrivato alla Tobagi con già un soprannome: Pemper. Ce ne spiega il significato?
No.
Insisto.
Ma lei è proprio un interista! Va beh, si tratta di un'evoluzione del mix del mio nome col mio cognome. Alle medie una prof per sbaglio mi ha chiamato Stenfer, da lì ha subito un'evoluzione fino ad arrivare a Pemper.
Tutto molto bello. Parliamo un attimo dei suoi compagni di corso. Ha già trovato qualcuno da odiare in modo particolare?
Non odio nessuno. L'odio è un'invenzione dei preti di cui si serve Dio per gestire il suo racket sugli uomini. Cerco di non cadere in questo errore. Ho comunque un appunto sulla Tobagi: si potrebbe lavorare di meno. Il lavoro nobilita l'uomo ma non fare un cazzo lo rende divino.
Lei ha appena concluso il suo mandato di vicecapodesk. Come giudica questa esperienza?
Molto costruttiva, mi sento cambiato come giornalista e come uomo. Mi sento una persona migliore. Ho imparato a provare verso i sottoposti e a gestire le spinte interiori verso gli abusi di potere. A questo proposito, smentisco nella maniera più assoluta di aver chiesto a Pruneddu di portami a cavalluccio fino a casa. Anche perchè al massimo avrebbe potuto fare il pony. A ogni modo ringrazio Silvia Favasuli che ha creduto in me e nelle mie scarse capacità. Certo, non è stato facile lavorare in un desk dove era presente anche un Passante. Ma alla fine mi sono trovato bene anche con lui. Certo, se poi mi chiedete se lavorerò ancora con lui, allora ecco... quello assolutamente no.
A proposito del suo rapporto con la Favasuli, come è andato il binomio diavolo-acqua santa?
Non so proprio come rispondere a questa domanda. In effetti ho avuto modo di lavorare con la Favasuli già parecchie volte, a partire dalla vicenda dei writers colombiani. Diciamo che lei ci mette le informazioni e io il cervello.
Tra l'altro nel numero di MM ora in stampa si è occupato di modelle. Come mai ha scelto questo argomento?
E' un tema che mi sta molto a cuore, come tutte le inchieste a sfondo sociale. D'altra parte, la figa fa girare il mondo. 
Lei prima ha detto che se beve non fuma e se fuma non beve. Ecco, quale potrebbe essere invece il rapporto tra bestemmia e giornalismo?
Se lavoro, lavoro con la Favasuli. Se lavoro bestemmio. Se non vedo la Favasuli non bestemmio. La soluzione è non lavorare.
Caro Glenzer, so che lei non ama parlare della sua malattia. Ma può dire a chi ci legge se si può smettere di essere juventini?
Visti i recenti exploit si può guarire, ma io spero di restare malato a lungo. (da notare che tra i compagni di calcetto del Glenzy, c'è chi dice di aver visto sul suo stomaco segni di scarpe col tacco).
E' vero che ha fatto la preparazione estiva di quest'anno allo zoo di Berlino nella gabbia dei macachi congolesi? E se sì, ha visto anche Caccamo?
Caccamo l'ho visto, ma non erano macachi. Erano congolesi ma preferisco non aggiungere altro. Posso solo smentire categoricamente che fossero transessuali.
C'è molta curiosità intorno ai suoi occhiali da sole rosa. Come ne è venuto davvero in possesso?
Devo dire che il faccendiere Fiore ha ragione. Li ho vinti con i 100 bollini della Mattel che ho trovato dentro le confezioni delle Barbie.
Uno strano articolo di qualche giorno fa scriveva che lei nel 2014 diventerà Don Glenzy, parroco di Baveno. Per caso sente già i primi sintomi di questa trasformazione?
Per il momento no, anche se nelle ultime settimane per eccitarmi devo ascoltare Radio Marconi.
Ha seguito Inter-Bayern Monaco? Per chi ha tifato?
Sì l'ho seguita e ho tifato per l'Inter, anche perchè il calcio italiano ha molto da dare all'Europa. Poi mi piace molto Eto'o. Lo ammiro da quando so che vende le rose nel metrò, lo trovo un gesto molto bello da parte di un campione come lui.
Dottor Glenzer, ha già trovato il suo brand?
Il brand mi sfugge, il brandy no. Però posso dire che sono molto crossmediale. Infatti, quando gioco a calcetto mi piace molto giocare sulla fascia e, appunto, crossare.
E' ottimista per il suo futuro giornalistico?
Assolutamente sì. Ritengo di poter trovare moltre nicchie. Speriamo che queste nicchie mi facciano entrare.
Concludiamo come di consueto chiedendo al nostro ospite: si faccia una domanda e si risponda con un'altra domanda. Glenzer, cosa si chiede e cosa si risponde chiedendosi?
Chi vincerà lo scudetto tra Milan e Inter? E se fosse il Napoli? (appare difficile lo possa vincere la Juventus, ndr).

Per saperne di più su Stefano Glenzer: http://santacalcio.wordpress.com/

Per leggere le altre puntate di Tobagi vista da: http://pienotitulo.blogspot.com/search/label/tobagi%20vista%20da
 

FOTO: La principessa e il Ranocchia

(Foto Khmer Post)

FOTO: Lo stregone e l'avvocato

(Foto Jefferson Images)

FOTO: Maggiacomo capodesk




In anteprima esclusiva, ecco la quarta di copertina del prossimo numero di MM con Maggiacomo capodesk. La copertina vera e propria è già pronta ma non abbiamo potuto pubblicarla per non dover vietare il blog ai minori di anni 18. Ecco come Maggiacomo spiega la scelta iconografica: "Di solito si mette davanti il davanti e dietro il dietro. Noi invece abbiamo ribaltato la situazione con una scelta avanguardista: il davanti va dietro e il dietro va davanti. Sottolineo che sul davanti sarà tutto nature. Lascio quindi all'immaginazione dei lettori capire cosa ci sarà in prima".

mercoledì 23 febbraio 2011

FOTO: Presentazione di Totò Pruneddu

La presentazione alla stampa di Totò Pruneddu, nuovo redattore di A Pieno Titulo (Foto Flemma Press)

IPSE MALEDIXIT, 23 febbraio 2011


Prima di lasciarvi alla lettura della rubrica dell'Ad, vorrei dissociarmi nella maniera più assoluta dal contenuto della stessa. Una rubrica che potrebbe violare in maniera chiara il codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione delle gufate nelle rubriche pienotituliane. Tema sollevato non più tardi di venerdì scorso dal presidente Massimo Moratti. Ah, mi dissocio anche da me stesso.
Pres. Lorenzo Lamperti

Ipse Maledixit, caustici commenti a fatti tobagisti (e non) 

Dichiarazione preventiva:
“L’autore oggi è in sciopero bianco per protesta. No al bavaglio. La pasta scondita non macchia”. Era già pronto questo comunicato stampa in carattere 18 quando il presidente ha ceduto e accettato le mie maledizioni.

Parole che pesano:
Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre. Già nel IV d.C. Salustio intuì i futuri cuori interisti.

Palinsesto:
Grande incertezza su cosa vedere stasera in tv: la cavalcata dell’Inter verso la seconda Champions consecutiva o il destino di F. De André all’Isola dei famosi?

Poesia benaugurante:
Incostante
Notte
Terribile
E
Riluttante

Così
Ancora
Migliori
Prenderete
Incontrastati
Onori
Non
Esauriti

LETTERE AL DIRETTORE II, 23 febbraio 2011

Gentile presidente,
volevo segnalarLe un fatto increscioso avvenuto stamattina. Durante la nostra consueta rassegna stampa, ero come al solito intento a leggere la mia copia di 'Cose cadute dai camion'. A un certo punto, alcune parole pronunciate dal Caccamo hanno destato la mia attenzione, distraendomi dalla disamina quasi esegetica del prestigioso quotidiano diretto da Paco Rabanne Fiore, celebre zio di terzo grado del Faccendiere.
"L'Inter stasera vincerà sicuramente. Non solo la partita, ma anche il campionato, la Coppa Italia, la già estinta Coppa delle Coppe; nonchè la Coppa delle Fiere, il Mundialito, il 6 Nazioni di rugby e la corsa coi sacchi alla Sagra del 'Pollu cusutu 'nculu' di Trepuzzi".
Nel ricordare al Caccamo - nominato di recente da Josè Mourinho 'uomo più borioso dell'emisfero boreale' - che il Mundialito di solito lo gioca il Milan, ritengo doveroso denunciare la presenza di fastidiosi gufi all'interno dell'Ifg. Gufi che non fanno altro che intralciare il lavoro  trasparente di una redazione onesta e imparziale come quella di A Pieno Titulo, che non mi pare abbia mai gufato contro la squadra di Allegri.
Chiedo pertanto che il Caccamo venga esposto nella sala dei trofei dell'Inter, accanto alle coppe vinte senza mai andare in B.

Grazie
Il Passante 

Risponde il direttore Lorenzo Lamperti
Caro passante,
la ringrazio della segnalazione. Ho sempre difeso Caccamo, ma in questo caso devo prendere le distanze dal nostro consulente emotivo. A Pieno Titulo è un covo di giornalisti liberi, sportivi e amanti della giustizia. Noi schifiamo l'atto di gufare. Personalmente non mi sono mai permesso di gufare contro la terza squadra di Milano, che sta meritatamente volando verso il suo 18esimo scudetto. Poi non è colpa mia se Reja è mio zio e Redknapp mio cugino di terzo grado. Richiamo dunque Caccamo ai valori della sportività declamati da De Coubertin. La gufata è una pratica che è e deve restare estranea al nostro mezzo di disinformazione. 
Pres. Lamperti
P.S. Noto con piacere le sue ottime scelte di lettura: Cose che cadono dai camion è la mia rivista di riferimento, insieme a Persone che fanno la spesa in mutande.

LETTERE AL DIRETTORE, 23 febbraio 2011


Pubblichiamo la lettera di Totò Pruneddu, grande attaccante dell'Udinese e pessimo giornalista.

Caro Presidente Lamperti,

sono un suo accanito lettore. Considero il suo blog una fonte di crescita umana e professionale. Tra le sue firme figurano alcuni dei miei giornalisti preferiti. Personalità di spicco come l’illuminato filosofo Frank Riccardi, lo stimato professionista Paolo Fiore, il sempre sobrio ed equilibrato Alessandro Oliva. Per questo ho avuto timore reverenziale a scriverle finora. Ma da due settimane a questa parte ho appreso con orrore che lei concede spazio a Giorgio Caccamo, una persona conosciuta dalle polizie di frontiera di mezzo mondo. Una caduta di stile simile non me l’aspettavo. È come se la Gazzetta affidasse gli editoriali a Biscardi o il Vaticano facesse scrivere i discorsi del Papa a Stefano Glenzer. Inoltre Caccamo prosegue con questa carnevalata della parrucca. È stato simpatico la prima settimana, però ora basta, tutti si rendono conto che simili capelli non esistono in natura. Per questo, mi son detto, se può scrivere lui perché non posso farlo io? Le propongo una rubrica di gossip e “sentito dire”, tutto ciò che arriverà alle mie orecchie nelle pause caffè, tra una sigaretta e l’altra nelle scale, nelle interminabili lezioni pomeridiane. Lamentele e malumori. Avevo pensato ad alcuni possibili titoli per la rubrica: Voci dal secondo piano (ma non vorrei incorrere in un’omonimia col fazioso blog “voci dal suq”), Rumors (ma si potrebbe pensare ad una rubrica dedicata alle emissioni corporee del dott.Oliva), eMERDOteca (ma temo che si creerebbe un boom di accessi dalla fan page di Gianni Morandi).
Per evitare confusione col PP più famoso della Tobagi (Pegoraro), dovrò trovare un'altra firma.
Aspetto sua risposta,

PPP

Risponde il direttore Lorenzo Lamperti
Caro dottor Pruneddu,
sono molto lieto di ricevere la sua lettera. La ringrazio per i complimenti, che ovviamente estendo a me stesso e alle scelte editoriali. Scelte che non rinnego. Arrivo a difendere persino la scelta di ospitare Caccamo sulle nostre colonne. Tutti attaccate Caccamo, ma io lo ritengo un grande professionista, ed è dotato di un'ottima penna, specie se si pensa che non è neppure autoctono. Ritengo Caccamo un elemento fondamentale di A Pieno Titulo e chiunque scriva o scriverà su questo blog dovrà fare i conti con la sua figura. Nego di aver scritto queste righe sotto la pressione di caccami o esponenti della malavita. Venendo alla sua proposta, sarei onorato di ospitare una sua rubrica. Lamentele e malumori, come lei ben sa, sono sempre al centro del mio interesse. Ci potrebbe aggiornare settimanalmente sul grado di malumore, speriamo alto, presente alla Tobagi. Per quanto riguarda il nome della rubrica, le propongo Il sabato della zizzania. Ogni sabato ci potrebbe ragguagliare sul grado di malumore, speriamo alto, della settimana appena trascorsa alla Tobagi. Se lei è d'accordo possiamo procedere ai dettagli burocratici attraverso la losca figura del Faccendiere.
Pres. Lamperti

martedì 22 febbraio 2011

MO' TE SPIEGO, 22 febbraio 2011

Spiegazioni incomprensibili dei fenomeni socioculturali.

Dottor Riccardi, bentornato.
Ringrazio lei e il panteismo illuminato per essere di nuovo qui.
La prima puntata di Mo' te spiego ha avuto un enorme successo. E' diventato, in una settimana, il terzo articolo più letto di A Pieno Titulo. E' contento di questo risultato? 
Mi lasci dire che sono particolarmente soddisfatto di essere al terzo posto. Per molti secoli il bronzo è stato considerato più prezioso dell'oro, voglio ricordare ai nostri lettori. Poi il terzo posto mi sembra più appropriato per l'alto livello culturale di questa rubrica. Non posso mischiarmi con quella robetta commerciale che sta al primo e secondo posto. Essere terzo mi consente anche di denunciare i giochi di palazzo che annichiliscono la meritocrazia. Questo risultato è un bel segno, mi sento lo sdoganatore dell'alta cultura e dell'haute culture alla grande massa. Voglio però promettere che non mi farò sottomettere dalle trappole della mercificazione intellettuale. A meno che, ovviamente, non mi verrà intestata la quota di Unicredit in possesso dei libici.
La scorsa settimana abbiamo parlato di Sanremo. Come giudica il risultato finale del festival?
Mi sembra che la vittoria di Vecchioni sia la giusta conclusione di un'edizione che si è richiamata con tale vigore alla tradizione milanese. Alludo ovviamente alla merde d'artiste di Piero Manzoni. Dei frammenti della merde manzoniana si ritrovano in quell'ammasso di retorica e di luoghi comuni che contraddistinguono la canzone di Vecchioni. Canzone che risulta una melassa sciropposa e indigeribile per un qualsiasi uomo dotato di un certo criterio, tranne forse Bombolo se obbligato dal Monnezza. Devo però riconoscere che Vecchioni si è richiamato a Manzoni con consapevolezza. Un richiamo trasversale che ha provocato grande interesse e commozione nel conduttore Morandi.
Per quanto riguarda gli altri artisti?
Non ho quasi parole, la mia sapienza vacilla di fronte a questo popo', nel senso meno volgare di merda (ovviamente d'artista), di cantanti. Anna Oxa si richiama all'olio di fegato di merluzzo e il suo legame con il regime albanese (ora anche con quello kosovaro) pare indicare metodi d'antan. Per quanto riguarda l'artista di Cellino, lui è notoriamente il rovescio del gramscismo, il nazionalpopolare estratto dai quaderni e riconvertito come un guanto nel suo opposto. Lo possiamo paragonare alla filmografia statunitense di Vincenzoni, quando se ne andò dall'Italia e finì per fare sceneggiature per i caproni di Hollywood pensando: "Tanto qua devo magnà".
Oggi Il Giornale dedica una finestra a Nicole Kidman e alla questione degli uteri in affitto. Lei che ne pensa in merito?
Voglio segnalare che gli uteri sono in affitto a prezzi scandalosamente bassi. Altro che Pat, qui sta per uscire il Put (Pio Utero Trivulzio) con liste di nomi e tutto il resto. Mentre noi per trovare un utero dobbiamo sganciare fior fior di quattrini c'è chi se lo affitta a pochi soldi. Non mi sembra giusto. E' tutta una questione di put, un acronimo che nasconde una forza espressiva che è molto più di un olismo semantico. Tanto che potremmo aggiungere un’altra “t” alla sigla, e parlare di Putt.
(Interviene il Caccamo e Frank si scatena: "Che fa Caccamo, vuole che le sputi addosso? Guardi che è uno sputo d'autore, non sii timido”). 
Comunque l'intreccio tra pubblico e privato è indistinguibile, come insegnano i sacri testi della Procura di Milano. Non si può più tornare indietro ormai, gli uteri sono in affitto come gli appartamenti dell’Olgettina e allora andiamo tutti ad Arcore, facciamoci invitare anche noi. Abbiamo tutti bisogno di un tetto. E di tette.
A questo proposito, Ruby Rubacuori sarà presente al ballo delle debuttanti a Vienna.
Con questo suo appunto mi sembra di intuire che lei vuole che le parli dell'esistenzialismo alla Camus, oppure della sua variante alla Pruneddu, un recente aggiornamento che propone un'esportazione delle ville sarde di queste attività dionisiache, riallacciandosi al mito di Sisifo perchè comunque tu fai sempre la stessa cosa: vai su e giù e su e giù, come spiegava l'ottimo Alex in Arancia meccanica. Che poi la meccanica governa l'esistenzialismo da molto tempo, come tutti voi ben sapete. A maggior ragione avvaloro l’informazione del pur screditato Caccamo, che segnala lo svolgimento, a Vienna, del “ballo delle debuttane”. Ruby è diretta là, e io pure. Personalmente faccio sempre una gran figura in queste dolci danze.
Un altro tema che sembra emergere con prepotenza negli ultimi giorni è quello dei ladri di salme. E' stata trafugata quella di Mike Bongiorno e il nuovo film di John Landis parla proprio di questo argomento. Lei che ne pensa?
Voglio subito segnalare una salma che è a disposizione di tutti. Si tratta della salma di un ex caporedattore degli esteri del Corriere della Sera. E' pure una salma parlante, quindi la qualità sul mercato è ancora meglio spendibile. Pure la manutenzione è a basso costo, per lo più è in stato dormiente. Per i riscatti si può chiedere direttamente in via Solferino. Dietro questi ladri di salme io leggo la volontà di arrivare a Salma Hayek per riunire l'arte cinematografica alle squisite dinamiche del commercio propugnate da Adam Smith. Adam Smith era, come tutti sanno, propugnatore della mano invisibile che avrebbe mantenuto pace e ricchezza tra le nazioni. Smith aveva ottimamente prefigurato la mano morta, che come vediamo governa con ancora maggiore sicurezza i rapporti politici.
Questa settimana in molti ci hanno scritto chiedendoci il significato di quel dinosauro che tiene in mano nella foto pubblicata. Cosa può rispondere in merito ai suoi fan?
Come sapete amo richiamarmi al passato e quindi ho bisogno di camere di compensazione e immagini di cristallizzazione. Ci vogliono degli archetipi junghiani. Tra noi e il passato bisogna interporre una dinamica oggettuale allorchè si verifichi l'esistenza di un archetipo ideale che nel mio caso era il dinosauro. Il suo collo lungo è tra l’altro metafora di ben altre curiosità e lunghezze. Il dinosauro rappresenta non solo il mio passato ma anche l'umanità tutta che io di solito schifo, come genere e come umanità, ma che nondimeno sento di rappresentare e dominare intellettualmente. Da qui anche l’ambivalenza del mio rapporto con i meteoriti, e la netta condanna del meteorismo, verbale quanto intestinale, del passante Oliva, che a ogni suo passaggio lascia una scia non proprio gradevolissima.


L'AVVOCATO DEL CAVOLO, Difesa della Santanchè

Difese in rima:

contro le volgarità di stampa e politica (di una certa stampa e di una certa politica), le arringhe in rima del Poeta Avvocato o, meglio, del Povcato

In difesa di Daniela

C’è chi l’attacca per il brutto aspetto:
Gorgone, iena, financo Arpia;
chi le rinfaccia il cognome negletto.
Non si può dire che sia la simpatia
Il sentimento che suscita ahimè
Daniela Garnero, in Santanchè

Nell’invocar delle donne il rispetto
È capofila, e pur tuttavia
Della sinistra gli strali nel petto
Riceve, ma ostenta spavalderia.
Dolce Daniela è ingiusto per te
Subire un tale autodafé.

Con Berlusconi del vivere retto
Sparge il verbo ovunque ella sia,
non si può dir che le faccia difetto
    un senso spiccato dell’ironia.
  Orizzontale sta bene perché
   Silvio ne vede le rèel qualitè.

lunedì 21 febbraio 2011

LETTERE AL DIRETTORE, 21 febbraio 2011

Pubblichiamo una lettera appena arrivata in redazione a firma del Passante dott. Oliva.

Gentile Presidente,
noto con un certo disappunto che, nonostante le mie ripetute proteste, il Suo blog continua a dare spazio al Caccamo.
Nel tentativo di salvaguardare la Giustizia, la Patria e la Bandiera nel 150° anniversario dell'unità d'Italia, mi vedo costretto ad intraprendere azioni estreme.
E' l'ora delle decisioni irrevocabili.
Mi immolo per la nostra Nazione.
Dopo anni di onorato servizio, mi svesto dei colori nerazzurri.
Domattina sarò a Trigoria, per siglare l'accordo che mi porterà ad allenare la Roma.
Non cerchi di fermarmi. Ormai è tardi. Domani è un altro giorno. Rosso di sera, bel tempo si spera. Ponte ponente ponteppì, tappe tapperugia.

Suo (ex) devotissimo
Alessandro dott.Oliva 

Risponde Claudio Ranieri
Io mi ero dimesso per il bene della Roma. Venendo a conoscenza dell'ipotesi di Oliva sulla panchina giallorossa richiedo indietro il mio posto. Non potrei tollerare di vedere Oliva a Trigoria, anche se in effetti un Passante come traghettatore potrebbe essere molto appropriato. Se il futuro della Roma è Oliva, è meglio tornare al passato. E guardate che io, di me, ho un'opinione molto bassa. Scrivendo su queste colonne ne approfitto per salutare il mio grande amico José Mourinho.
Con orrore,
Claudio Ranieri
P.S. Ritengo ingiustificati e ingiustificabili gli attacchi a Teo Teocoli, che ritengo un grande comico.

FOTO: Secondo lavoro

(Foto Falcao)

CACCAMO&PRIVATO, L'ansia da Feisbuc

Generazioni di uomini e donne (più uomini, eh) ossessionati dall’ansia da prestazione. Passano i tempi ma l’ansia rimane. Era dai tempi dell’età del bronzo che la tecnologia non incideva così tanto sulle nostre vite. Prendete Facebook (più correttamente feisbuc). La piattaforma più vera, più sincera. Dove il talento è libero di esprimersi, anzi solo su Faccialibro è veramente libero. Dove i rapporti sociali sono più umani che nel cosiddetto mondo reale. Altro che finzione. Ma ora c’è pure l’ansia da Facebook, sicuramente un’invenzione subdola dei servizi segreti e delle forze del male contro la serenità dei giovani. Chi rifiuta un’amicizia si sente in colpa. Molti hanno paura che cancellandosi da FB potrebbero offendere qualcuno o perdere notizie. Ed è vero, la vera amicizia è lì, mica nel mondo reale. Questi vogliono farci credere che la popolarità fa male. E ti fanno prendere dall’ansia.
Credete a me, so quello che dico. E infatti non sono su feisbuc.

Giorgio Caccamo

IL ROMPICOGLIONE, 21 febbraio 2011

Ranieri si è dimesso. I difensori della Roma allontanano i sospetti: "Non abbiamo giocato contro quel pezzo di merda".

domenica 20 febbraio 2011

CHE FACCENDA CHE FA, 20 febbraio 2011

POLITICA
Avanza l’idea di Rosy Bindi Premier. Prima di avere un primo ministro donna serve un periodo di transizione
Berlusconi a giudizio con rito immediato. Stavolta anche Ghedini sembra rassegnato: “è andato tutto a puttane”

Notti di Arcore: alle ragazze in regalo anche auto. Tutte Escort.

Sara Tommasi accusa: «In casa mia entrano persone, spariscono cose e forse mi mettono anche dei gas. Sento un odore pesante, mi addormento e dormo tantissimo». «C'è un sistema per uniformare una volontà comune, per mantenere lo stato delle cose in Italia. Potrebbero esserci dietro anche riti satanici»«Mi somministrano di nascosto sostanze che mi hanno fatta diventare malata di sesso; per controllarmi mi hanno impiantato anche dei microchip». Possiamo mostrarvi in esclusiva la seconda parte delle dichiarazioni della showgirl. http://www.youtube.com/watch?v=9UVhl8t3Tu8&feature=related

CINEMA
Addio alla malafemmina di Totò e Peppino. L’attrice Dorian Gray è morta suicida a 75 anni. Ma la sua immagine continuerà a invecchiare.

ESTERI
Convinto dalle pressioni internazionali, il Giappone ha sospeso la caccia alle balene. Giuliano Ferrara tira un soffione di sollievo.

Berlusconi: “Io sono il punto di riferimento di Mosca”. Ecco spiegato il pendolino.

SPORT
Secondo indiscrezioni, i tre turni di squalifica comminati a Lavezzi sarebbero il risultato di pressioni volte a contrastare l’avanzata del Napoli. Un testimone confessa: “Il Napoli saliva troppo”.

Ronaldo si ritira: “Ho vinto tanto. Sono sazio”.

Ronaldo: “Lascio il calcio, ma il pallone rimarrà sempre dentro di me”. Si vede. 


Paolo Fiore

sabato 19 febbraio 2011

IL PRONOSTICO IMPARZIALE, 19 febbraio 2011

E' con grande piacere che accogliamo nella famiglia di A Pieno Titulo un professionista come Ivano Pasqualino. La rubrica che parte oggi e' un progetto che ha fortissimamente voluto il pres. Lamperti, che mirava ad avere un parere disinteressato e imparziale sulle vicende calcistiche.
Parte dunque:
Il pronostico imparziale di Ivano Pasqualino, interista e catanese

Dopo un lungo dibattere, è con estremo gaudio (mio e del dott. Caccamo) che parte la prima edizione de “Il Pronostico imparziale” di Ivano Pasqualino. Ringrazio il pres. Lamperti che ha creduto in questo progetto e il dott. Oliva, testimone dell’imparzialità del sottoscritto. Hanno provato a metterci il bavaglio, cari fratelli cronisti, ma noi siamo qui a diffondere la cultura del giornalismo obiettivo. E soprattutto imparziale.

Dopo questa breve quanto doverosa prefazione, andiamo ad analizzare gli scontri al vertice della 26esima giornata di serie A. Giornata contraddistinta dalle polemiche fra il tecnico nerazzurro Leonardo e Adriano Galliani. L’obiettivo del a.d. del Milan è chiaro: creare ulteriore tensione nello spogliatoio dell’Inter, con l’intento di spaccarlo definitivamente dopo i primi attriti di Firenze. I nerazzurri, già vistosamente stanchi contro la Fiorentina, punteranno al pareggio contro un Cagliari rigenerato dalla cura Donadoni. Il pronostico imparziale per il match di sabato 19 febbraio a San Siro è 2-2, con un’ennesima autorete a favore dei nerazzurri e primo gol interista di Nagatomo. Un Cagliari sfavillante risponderà con il folletto Cossu e l’attaccante scuola Inter Acquafresca. Un punto da mettere in cascina per la corsa al quarto posto, posizionamento che comunque non esalta la società di Via Durini (che poi la sede non credo sia più in via Durini, ma comunque…): il quinto posto consentirebbe ai nerazzurri di saltare i preliminari di Champions League, che impongono una dura preparazione anticipata a tutti i calciatori (con effetti che poi si risentono nel corso della stagione). Nessuno in casa Inter quindi storce il naso per un quinto posto, anzi.
In casa Milan, invece, è festa grande. Sicuri di compiere l’impresa a Londra («Abbiamo perso di proposito per creare un minimo di pathos per il match di ritorno», avrebbe confessato Zlatan Ibrahimovic dopo la sconfitta interna contro il Tottenham. «Non possiamo rendere pubblico il fatto di aver già vinto tutto»), i rossoneri ripartano dalla “sfida” (se così si può definire, dato l’esito scontato) di Verona. Il Chievo si prepara a immolarsi come vittima sacrificale di Cassano, dopo la deplorevole disfatta di Cagliari. Non saranno certo un anonimo Thereau o un anziano Pellissier a mettere in difficoltà i marmorei Nesta e Thiago Silva. Il clima in casa Chievo è molto teso. Il tecnico Stefano Pioli, vistosamente spaventato, ha deciso che sarà l’unico insieme ai suoi giocatori a sedere in panchina. «Nessun dirigente o collaboratore», avrebbe affermato l’allenatore dei clivensi alla vigilia della sfida contro i rossoneri. «Ho visto che Gattuso sarà titolare (e ancora senza museruola), sono affezionato ai miei colleghi e non posso correre il rischio di privarmene». Perdere punti si, ma assistenti professionali no. Con questa logica il Chievo Verona si prepara a perdere: il pronostico imparziale recita 0-2 per il Milan. Gol, neanche a dirlo, di Ibrahimovic e Robinho. Per continuare la naturale marcia scudetto di una squadra che ha già vinto tutto.

P.S. un caro saluto al dottor Caccamo. Un abbraccio, invece, agli stimati colleghi dott. Maggiacomo e dott. Brambilla: di religioni opposte, ma entrambi appassionati alla lettera B.